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Messaggio del 15 ottobre 1983:Voi non partecipate alla messa come dovreste. Se sapeste quale grazia e quale dono ricevete nell’Eucaristia, vi preparereste ogni giorno per almeno un’ora. Dovreste anche confessarvi una volta al mese. Sarebbe necessario in parrocchia dedicare alla riconciliazione tre giorni al mese: il primo venerdì ed il sabato e la domenica successivi.

Notizie dai giornali cattolici



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Il noto giornalista ,vaticanista e scrittore Antonio Socci, autore del bel libro I segreti di Karol Wojtyla ,( presto una edizione in polacco), si arrabbia seriamente sul caso Medjugorje: " guardi la vicenda certamente preoccupante e poco bella del frate ridotto allo stato laicale non ha proprio nulla a che vedere con Medjugorje e la validità dei suoi messaggi. Chi afferma il contrario ,sbaglia clamorosamente".
Strano paese, l'Italia. In cui anche delle persone chiaramente in odore di antimafia (e che lo hanno dimostrato con la propria vita e – soprattutto- morte) vengono dubbiosamente messe in discussione. Come nel caso di don Peppe Diana, sacerdote campano ucciso nel 1994 a Casal di Principe (NA), il cui essere “martire” viene messo in dubbio dall'onorevole Gaetano Pecorella, presidente della Commissione Ecomafie e – come ricorda Repubblica – ex legale, 12 anni fa, di Nunzio De Falco, condannato in appello come mandante dell'omicidio del sacerdote.
Alcuni fatti di cronaca, accaduti in Italia e all’estero, sembrerebbero confermare la tesi del collegamento tra satanico giovanile e un certo tipo di musica rock. L’episodio più sconcertante è l’omicidio di Suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna, in provincia di Sondrio, il 6 giugno 2000, da tre ragazze di diciassette anni.
Nell’intenzione di preghiera per il mese di agosto, Benedetto XVI invita tutti i fedeli a invocare il Signore “perché sia più avvertito dalla pubblica opinione il problema di milioni di sfollati e rifugiati e si trovino soluzioni concrete alla loro situazione spesso tragica”. Su questa intenzione di preghiera si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, Servizio dei gesuiti per i rifugiati.
Lo incontro al termine della messa, dove nell’omelia ha parlato del suo Pakistan e della persecuzione dei cristiani. Siamo a Cormano, periferia di Milano, dove per un mese ha svolto il suo ministero nella parrocchia locale. Don Shahzad Namat è un sacerdote pakistano di 32 anni della diocesi di Multan e studia a Roma Diritto Canonico all’Università Lateranense. Proviene, mi dice con orgoglio, da una famiglia cattolica da ormai sette generazioni, è diventato sacerdote nel 2004 e da un anno è nella capitale. Parla un buon italiano e mi offre una sigaretta, dicendomi che nel suo paese la gente ha difficoltà a sfamarsi, ma non per le sigarette in quanto costano dai 10 ai 20 centesimi di euro, mentre il reddito è di 30/50 euro al mese. Mi racconta che nella città di Khushpur il 99% della popolazione è cristiana e vi sono dieci famiglie musulmane. Qui sono nate 50 vocazioni sacerdotali e più di 100 vocazioni religiose femminili. La città è stata ribattezzata la Roma del Pakistan.
Vero, posso confermarlo dalle voci che mi arrivano e da quanto afferma il mio amico padre Jarek Cieleki: quando pregava davanti al quadro della Madonna di Niegowic, il futuro Giovanni Paolo II andava come in estasi, si isolava dal mondo, era in una dimensione diversa >, lo precisa, dunque confermando la scontata validita del racconto di Padre Cieleki e del famoso vativanista Antonio Socci, il simpatico parroco della Chiesa di Niegowic, nei pressi di Cracovia.
Si può affermare senza sbagliarsi che il Curato d’Ars fu per tutta la sua vita preoccupato per la salvezza, la sua e quella degli altri. La prima frase che disse giungendo ad Ars al pastorello: “Tu mi hai mostrato la via di Ars, io ti mostrerò la via del Cielo”; ossia, io tuo Curato, farò di te un santo. Ti immergerò nella misericordia di Dio e nella sua santità. Non appena giunto, egli si pose immediatamente come un pastore che conduce quelli che gli sono confidati verso la salvezza.