Con una sincerità tale da sfiorare il candore, il Papa ha denunciato pubblicamente una rivolta dentro la Chiesa contro di lui. La minaccia non viene come ai tempi di Pio IX dai bersaglieri di Cadorna, né c'è più il rischio di vedere cosacchi abbeverare i loro cavalli alle fontane di San Pietro. I nemici hanno lo zucchetto rosso, hanno studiato gli stessi suoi libri, agitano il vangelo: per questo lo angosciano. Attaccano lui, il Papa. Non il teologo Joseph Ratzinger: se fosse così, sorriderebbe, ci ha fatto il callo, le ha date e le ha prese per cinquant'anni.
Invece colpiscono lui in quanto Benedetto XVI, successore di Pietro, pietra su cui si regge l'unità dei cattolici. Era capitato già ai suoi predecessori: Wojtyla e Montini. Ma una volta ad alzare le difese intorno al Pontefice, a chiamare a raccolta i fedeli era le trombe dei cardinali e dei vescovi intorno a lui. Stavolta ci sono sì alcuni cardinali e vescovi a volergli bene, ma è come se fossero fuscelli, non hanno potenza mediatica. Una volta a Roma c'era il cardinal Ruini, vicario del papa. Adesso c'è qualcuno che sa il nome del suo successore? È fedelissimo, è pronto a tutto per il Santo Padre: ma non se ne accorge nessuno (è il cardinal Agostino Vallini).
Benedetto XVI annuncia che si recherà a Yaoundé (Camerun) e Luanda (Angola), chiede di essere accompagnato dalla preghiera di tutti, anche con l’aiuto di san Giuseppe, suo patrono personale. Sostegno alla pastorale universitaria, per elaborare “una cultura ispirata al vangelo”. Un saluto alle decine di migliaia di “coccinelle”, le bambine scout d’Italia ed Europa.
Otto giorni prima della morte di Giovanni Paolo II, il “Papa della vita”, il cardinal Ratzinger iniziava la presentazione della sua Via Crucis al Colosseo con queste parole:
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24): il Signore interpreta così tutto il Suo percorso terreno come il percorso del chicco di grano che soltanto attraverso la morte arriva a produrre frutto” (Via Crucis al Colosseo, Venerdì Santo 2005, Meditazioni e preghiere del cardinal J. Ratzinger).