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Messaggio del 24 dicembre 1983:Figli miei, pregate! Ve lo ripeto: pregate! Non dovete pensare che Gesù si manifesterà nuovamente nel presepe: egli vuol rinnovare la sua nascita nei vostri cuori!

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Benedetto XVI mette in luce le prove e le sofferenze dei credenti i molte parti del mondo. In Asia in almeno 32 Paesi (su 52) i cristiani soffrono persecuzioni o limitazioni alla loro missione. Stefano mostra anche l’inizio della civiltà dell’amore, che perdona i persecutori, e che “non si arrende di fronte al male”. L’impegno per i poveri, vissuto da santo Stefano, è anch’esso una via privilegiata per testimoniare il Vangelo.
Nella Festa della Santa Famiglia la Liturgia ci propone il passo del Vangelo dello smarrimento e ritrovamento di Gesù a Gerusalemme, durante la festa di Pasqua. Maria e Giuseppe, dopo tre giorni di angosciose ricerche, trovano il Figlio nel tempio, seduto in mezzo ai maestri. Alla Madre, che gli chiede spiegazioni, Gesù risponde: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.
Domani, Festa della Sacra Famiglia, il Papa visiterà la Comunità di Sant’Egidio, nella sede di via Dandolo 10, per pranzare con i poveri. Un evento che ha creato un clima di particolare gioia tra gli amici della Comunità di Sant’Egidio. Grandi i preparativi che stanno precedendo questa giornata. Ma cosa rappresenta questo incontro con il Papa per la Comunità di Sant’Egidio?
Numerosi messaggi di vicinanza e solidarietà da parte di autorità istituzionali e religiose hanno raggiunto Benedetto XVI lungo tutta la giornata di ieri, dopo l’incidente causato al Pontefice da una giovane affetta da disturbi psichici, la notte di Natale in San Pietro. In particolare, verso le 19 di ieri il Papa e il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, hanno avuto una conversazione telefonica, dopo che in precedenza il capo dello Stato aveva inviato a Benedetto XVI un messaggio di “affettuosa solidarietà”. “Vicinanza e gratitudine per la sua missione e la sua parola” sono stati espressi al Papa anche dal presidente dei vescovi italiani, il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco. E analoghe attestazioni sono arrivate dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
Nella festa di Santo Stefano, primo martire, è bene ricordare che i cristiani ancora oggi sono la comunità più perseguitata nel mondo: si parla di 200 milioni di fedeli sottoposti ad attacchi, discriminazioni, limitazioni dei propri diritti.
Il martirio di Santo Stefano, che la Chiesa ricorda e celebra nella liturgia di oggi, testimonia il senso più profondo del Natale: l’affermazione di una “civiltà dell’amore” più forte del male e della violenza. Con questo pensiero, Benedetto XVI ha accompagnato questa mattina la recita dell’Angelus, durante la quale ha avuto parole di incoraggiamento per quei “tanti credenti” che, ha detto, nel mondo soffrono a causa della fede.
Rimiriamoci il presepe di casa nostra. Quel luogo che accoglie e compone figure di reciproca e bizzarra estraneità. Pastori e re, ladri e soldati, vagabondi e magi, contemplatori dei cieli e uomini della terra, pii pellegrini e predoni. Il segreto di questa gran macchina allegorica è il fascino poderoso e gentile dell’infanzia divina che si manifesta, tenera e indifesa, per chiedere adorazione. Quelle mani così piccole sono le stesse che vedete trafitte sulla Croce, sono le mani in cui è racchiusa la signoria dell’universo…