Benedetto XVI presiederà domani alle ore 22, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa della Notte per la Solennità del Natale del Signore. Una notte di veglia. Come ha sottolineato il Papa, la notte di Natale dell’anno scorso, “solo il cuore vigilante può infondere il coraggio di incamminarsi per trovare Dio nelle condizioni di un bambino nella stalla”.
Ascoltate il commento al Vangelo di domenica prossima da Radio Vaticana. Il file da scaricare è quello del martedì, il commento è negli ultimi 8 minuti.
Le polemiche giunte in questi giorni da una parte del mondo ebraico, dopo che Benedetto XVI ha “osato” firmare il decreto sulle virtù eroiche di Pio XII, non si deve dimenticare che vengono da lontano.
Gli attacchi a Papa Pacelli, infatti, iniziarono all’interno del modo cattolico un decennio prima che in quello ebraico. Erano frutto di quel cattoprogressismo che non perdonò mai al Pontefice l’opposizione al progetto di apertura a sinistra concepito da Alcide De Gasperi…
L’Irlanda è tutt’oggi una nazione profondamente cattolica, ma sulle pagine dei giornali viene presentata come il paese della arretratezza culturale e sociale, a causa della sua opposizione al Trattato di Lisbona, della sua legislazione pro-life (nel 1983 la Costituzione è stata addirittura emendata per affermare che il feto possiede il diritto alla vita fin dal suo concepimento) e degli abusi su minori che hanno trovato radici – purtroppo! – anche in una minoritaria parte del clero e dei religiosi. In fondo – è questa la tesi sommersa che si vuol far passare - l’Irlanda è così arretrata perché è profondamente cattolica.
Non si dimentichi, però, che per la vulgata della “dittatura del relativismo” tutto ciò che è cattolico è sempre anti progresso e anti umano.
Ed ogni opportunità serve a riaffermarlo…
Narriamo un caso di sana caparbietà irlandese.
Colpite la chiesa di San Giorgio dei caldei e la chiesa siriaco-ortodossa di san Tommaso. Un ordigno era nascosto in un carretto che trasportava legumi. Nell’esplosione sono morti un cristiano caldeo e due musulmani. Arcivescovo di Kirkuk: “messaggio inquietante” a due giorni da Natale.
Alla presenza di più di tremila fedeli, l'Arcivescovo di Bhubaneswar, Raphael Cheenath, ha benedetto l'edificio di una nuova chiesa nel tormentato distretto di Kandhamal, nell'India orientale, scenario negli ultimi anni della violenza anticristiana.
“Siamo orgogliosi di avere una chiesa bella e spaziosa”, ha detto all'Ecumenical News International Bhidhar Digal, un parrocchiano, quando gli è stato chiesto se servivano chiese di quel tipo nel povero Kandhamal.
«All’interno delle baracche, gli altoparlanti diffondono brani natalizi, valzer di Strauss, musiche austriache e musica operistica di vari autori (…). Trascorro questo periodo cullato dai ricordi, con il pensiero ai miei cari: non sanno che sono ancora al mondo e in salute. C’è il pensiero per loro che immagino soggetti ai peggiori bombardamenti, mentre loro penseranno chissà cosa di me». Dalla Prussia orientale, il soldato Carlo Zaltieri ferma su un foglio il suo Natale, anno 1943.
Per l'Arcivescovo di Città del Messico, il Cardinale Norberto Rivera Carrera, “un'unione formale tra persone dello stesso sesso sarà tutto ma mai un matrimonio, e dal punto di vista dei valori cristiani sarà sempre immorale”.
Lo ha reso noto in alcune dichiarazioni alla stampa dopo che l'Assemblea Legislativa del Distretto Federale (a maggioranza di sinistra), equivalente al Congresso locale della capitale messicana, ha approvato questo lunedì con 39 voti a favore, 20 contrari e cinque astensioni l'unione matrimoniale civile tra omosessuali.
Le cause di beatificazione di Giovanni Paolo II e di Pio XII sono del tutto “indipendenti”. A sottolinearlo è stato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, in una nota riguardante il decreto, firmato il 19 dicembre da Benedetto XVI, che riconosce le virtù eroiche di Papa Eugenio Pacelli.
Nella nota il portavoce vaticano fa riferimento alle numerosi reazioni suscitate nel mondo ebraico da questa decisione e spiega che “quanto al fatto che i decreti sulle virtù eroiche di Papa Giovanni Paolo II e Pio XII siano stati promulgati nello stesso giorno, ciò non significa un 'abbinamento' delle due Cause da ora in poi”.
Un maestoso abete proveniente dal Belgio e un presepe allestito su una scenografia di 300 metri quadrati, con la natività rappresentata in una grotta realizzata in polistirolo.
Piazza San Pietro si illumina per il Natale, grazie all’albero di Natale, che quest’anno arriva dalla Vallonia, e al presepe che verrà scoperto il 24 sera.
A fornirci tutte le curiosità e i dettagli sui preparativi sono l’architetto Giuseppe Facchini, responsabile dei progetti al Governatorato del Vaticano e l’architetto Barbara Bellano, curatore dei due simboli del Natale in Vaticano.
“L’albero quest’anno viene dal Belgio – ha spiegato l’architetto Facchini - è alto 30 metri, è stato allestito dai nostri tecnici con decorazioni natalizie per un totale di circa 2mila palle di Natale”.
“L’albero, un abete rosso, ha avuto un trasporto speciale e ha avuto qualche problema sulle Alpi a causa della neve – ha aggiunto –. Poi però tutto si è svolto regolarmente, ed è giunto in piazza San Pietro il 4 dicembre, mentre venerdì 18 dicembre c’è stata la tradizionale cerimonia di accensione delle luci, alla presenza della delegazione belga”.
Benedetto XVI all’udienza generale ricorda l’origine storica della celebrazione del Natale. E’ a san Francesco che si deve “l’intensa atmosfera” di questa festa per la nascita del Bambino, nella quale “Dio viene senza armi, senza la forza, perché non intende conquistare dall’esterno”, ma accettato. “E’ alla luce del Natale che possiamo comprendere le parole di Gesù: Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.
La gioia per le nuove ordinazioni; la tristezza per nove chiese depredate: tabernacoli distrutti, ostie consacrate gettate per terra, statue scomparse. Il governo della città fa visita all’arcivescovo per gli auguri di Natale. Fino a poche settimane fa era bollato come “istigatore di rivolte”.
Nel cuore della Francia, nella valle dell’Anjou, si staglia isolata la chiesa dell’abbazia di Fontevraud. La costruzione, semplice e severa, conserva, tra le altre, le tombe policrome di Eleonora d’Aquitania, la protettrice del trovatore e di Enrico II Plantageneto. Tutto il complesso del monastero, ampliato nel corso del Seicento è di grande bellezza e maestà, anche se la Rivoluzione Francese prima e poi Napoleone lo ridussero a uno stato di abbandono e lo adibirono ad altre mansioni meno nobili della vita monastica.