MaM
Messaggio del 16 settembre 1982:Vorrei dire anche al Sommo Pontefice la parola che sono venuta ad annunciare qui a Medjugorje: pace, pace, pace! Desidero che egli la trasmetta a tutti. Il mio messaggio particolare per lui é di riunire tutti i cristiani con la sua parola e la sua predicazione e di trasmettere ai giovani quello che Dio gli ispira durante la preghiera.

Commento al Messaggio del 25 giugno 1991

Commento del messaggio del 25 giugno 1991

10° Anniversario:"Cari figli, oggi nel grande giorno che mi avete regalato, desidero benedire tutti, dirvi che questi giorni in cui sto con voi sono giorni di grazia. Io desidero insegnarvi ed aiutarvi a camminare sulla strada della santità. Ci sono molti che non vogliono sentire i miei messaggi né accettare con serietà quello che io dico, ma per questo invito voi e prego affinché con la vostra vita e nella vita quotidiana testimoniate la mia presenza. Pregate,Dio vi aiuterà a scoprire la vera ragione della mia venuta. Perciò, figlioli, pregate e leggete la Sacra Scrittura perché, attraverso la mia venuta, possiate scoprire nella Sacra Scrittura il Messaggio che è per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!"


Come sapete, abbiamo appena celebrato la ricorrenza dell’anniversa­rio. Ci avete aiutato in questo e poco prima sono accadute delle cose importanti per noi e per ciò che qui abbiamo imparato.
Dagli inizi di aprile, abbiamo avuto diversi incontri con il nostro Vescovo; il 10 aprile la Conferenza episcopale ha emesso una dichiarazione, da cui emergono due elementi. Si dice anzitutto che ci si può recare a Medjugorje: la Conferenza constata che molti vengono qui e quindi desidera costituire un gruppo che diriga le questioni legate alla pastorale in questa Parrocchia. La questione su cui dopo dieci anni devono ancora trovare una soluzio­ne, cioè se Medjugorje sia o meno un evento soprannaturale, è altrettanto importante e hanno espresso la volontà di continuare a indagare a tal pro­posito attraverso la Commissione episcopale.
Prima dell'incontro di giugno abbiamo avuto due incontri preliminari. Il primo ebbe luogo quando il Vescovo venne a Medjugorje nel venerdì dopo l'Ascensione, a metà maggio. in quell'occasione parlammo per tre ore e l'andamento generale fu buono.
L'incontro era stato organizzato da una pellegrina americana che ci dis­se: "Ve lo porto qui domani, va bene?".
Due settimane dopo, un lunedì, un medico francese che ha studiato a lungo qui ed un altro, francese, che guida i gruppi in pellegrinaggio, si sono recati in visita dal Vescovo e si sono intrattenuti in colloquio con lui per cir­ca due ore. Il giorno dopo hanno parlato per dieci ore con lui mostrandogli tutti i risultati degli esami scientifici realizzati sugli stati di estasi dei veg­genti. Quindi, la Conferenza episcopale doveva costituire un gruppo, di cui fanno parte otto membri; quattro vescovi e quattro teologi. Sono venuti a Medjugorje per la prima volta il 17 giugno, a mezzogiorno, dopo aver lavo­rato a Mostar durante la mattina.
Il gruppo era formato dai Vescovi di Banja Luka, Hvar, Sarajevo, dal nostro Vescovo di Mostar, da due sacerdoti diocesani e da due francescani, tutti teologi.
Prima parlarono con noi e poi restarono per la liturgia serale e per la mes­sa, durante la quale il nostro Vescovo fu il celebrante principale. Na­turalmente, ne fummo veramente molto meravigliati. Tutto ciò è stato importante perché il Vescovo si è sempre detto contrario a Medjugorje, mentre ora, fortunatamente, questi eventi sembrano presagire qualcosa di positivo.
Il Vescovo non ha cambiato affatto idea a proposito delle apparizioni. Dice di non crederci e lo fa con molto più coraggio di prima ma, comun­que, tutto il resto è stato in fin dei conti un grande passo avanti. Poi, quel mercoledì, siamo andati a trovarli, assieme al nostro parroco (padre Leonard), a fra' Jozo, a fra' Rupcic e ad altre due o tre persone. Prima abbiamo pregato assieme, poi abbiamo parlato, sempre in modo pacifico. In seguito la Commissione è tornata qui e il Vescovo si è spinto fino a cele­brare la Messa. In un articolo, un giornalista scrisse: “Il Vescovo Zanic ha compiuto un pellegrinaggio a Medjugorje, non da pellegrino, ma in quanto membro della Commissione".
D'accordo, vede ancora le cose in modo diverso da come ci piacerebbe interpretarle, ma noi lasciamo le cose come stanno e continuiamo a prega­re. I Vescovi hanno capito che noi continueremo così e naturalmente l'Arcivescovo Franic, per moito tempo, si è dimostrato favorevole a Me­djugorje. Disse di poter venire senza per questo rischiare di apparire irri­spettoso nei confronti dei suoi fratelli e celebrò la Messa di lunedì sera. Quando, più tardi, l'Arcivescovo venne assieme a tutti i sacerdoti fu accol­to con un grande applauso di benvenuto. Possiamo considerare tutto que­sto alla luce del penultimo messaggio della Vergine, in cui ci ha detto fra l'altro che coloro che hanno ascoltato il messaggio dovrebbero viverlo con amore e serietà, che dobbiamo fare attenzione a non impigliarci nella rete dei nostri troppi discorsi e che dobbiamo viverlo piuttosto.
Quindi, la cosa fondamentale è trasformare le negatività in positività per­ché in questo sta il processo di pace. Quindi, credo che in queste ultime settimane ci siano accadute tante cose buone, e sono avvenute molto pri­ma di quanto ci aspettassimo. Ora, credo che Medjugorje sarà vista molto meglio di prima dalla gerarchia ecclesiastica e, se qualcuno insistesse nel dire che non ci devono essere pellegrinaggi a Medjugorje, allora vorrebbe dire che quella persona è mal informata su quello che è accaduto.
E c'è ancora chi non desidera essere informato su quello che sta succe­dendo qui o semplicemente vuole continuare a dirne male comunque sia. Ma anche sotto questo punto di vista ci sono stati dei miglioramenti. Se vogliamo essere cattolici, una cosa ci può essere chiara o meno. Solo la Conferenza episcopale e il Papa possono emettere dichiarazioni ufficiali a proposito del carattere soprannaturale di un evento di questo tipo. Noi non possiamo farlo. Possiamo solo dire di crederci e anche loro possono dire di crederci, ma in via ufficiale le cose vanno in questo modo.
Diciamo che siete in grado di guidare bene la macchina; ma se un vigile vi ferma e non avete la patente, siete comunque nell'illegalità e prendete la multa. Quindi, il vigile non controlla se guidate beiie, ma se avete la paten­te. Questo è importante, ma a livello pratico è più importante saper guida­re che non avere la patente in tasca.
Quindi, voglio dire che tutto quello che dobbiamo fare è continuare a pre­gare e digiunare e anche se la Conferenza episcopale continuerà per un altro po' a dire che “Non sappiamo se qui sta accadendo qualcosa di so­prannaturale”, noi possiamo continuare a pregare, a digiunare, a conver­tirci e a fare qualcosa per la pace.
È da questo che dipende tutto. Naturalmente, è importante anche quello che dice la Chiesa, ma a questo livello è importante che NOI FACCIAMO quello che ci è stato chiesto. Questa sarebbe una buona introduzione anche a quest'ultimo messaggio, ma prima dobbiamo spendere alcune parole su quello che è accaduto nel nostro paese.
Dal punto di vista della politica è accaduto anche troppo. In maggio, in Croazia, si sono tenute le prime elezioni nazionali, in cui il Partito Demo­cratico Croato ha ottenuto una vittoria schiacciante. I comunisti hanno perso e quindi le tensioni si sono riaccese.
Il 31 maggio, per la prima volta dopo molti anni, il Parlamento croato ha tenuto la sua prima Assemblea e poi il 25 giugno, a dieci anni esatti dalla prima apparizione di Nostra Signora, la Croazia è stata dichiarata indipen­dente dalla Jugoslavia. Il Vaticano e la Germania sono stati i primi due pae­si a riconoscere la nostra indipendenza e per noi tutti è stato un giorno mol­to importante e commovente.
Quel gran giorno, fra' Ivan Duganzic (un francescano che ha operato a Medjugorje in passato) ha fatto l'omelia durante la Messa serale. Ha ricono­sciuto il fatto che il Parlamento croato è riuscito a superare molti ostacoli.
Poi, proprio mentre stavamo traducendo il messaggio, alla televisione suonava l'Inno Nazionale Croato e veniva annunciata l'indipendenza della Croazia.
E’ stato un momento indimenticabile e i festeggiamenti che sono seguiti sono stati enormi! Per molti anni la nazione cattolica croata aveva subito una tremenda oppressione sotto il giogo dei comunisti.
E stato un momento di grandi speranze per molti croati, un momento per il quale molti avevano pagato con la vita. Poi, il giorno seguente, cominciò la sanguinosa aggressione della Slovenia, che ha fomentato ancor più le tensioni in Croazia.
A questo punto dovremmo riconsiderare il terzo giorno delle apparizioni, quando Nostra Signora ci dette il messaggio di PACE. È forse solo una coincidenza che la guerra sia scoppiata ora, esattamente dieci anni dopo? Ora consideriamo il messaggio dì questo mese.

OGGI NEL GRANDE GIORNO CHE MI AVETE REGALATO
È’ stato sicuramente un gran giorno! Chi avrebbe predetto questo giorno dieci anni fa, il terzo giorno delle apparizioni, quando alcuni si incuriosiro­no sulla natura degli eventi che accadevano qui, quando Vicka asperse dell'acqua santa sulla figura illuminata, sul Podbrdo? E poi seguirono le paure delle autorità politiche, che temevano che il fenomeno potesse diffondersi in tutto il mondo nel modo in cui ha poi fatto! Due giorni fa, ho parlato con una troupe televisiva britannica e ho dichiarato: "Guardate, dieci anni fa questi giovani hanno iniziato un fenomeno che non aveva alcuna possibilità di crescere in un regime comunista. E che non aveva nemmeno la possibilità di far fronte alla gerarchia e che invece adesso ha più filiali nel mondo di quanti ne abbia la British Airwaysl". Infatti, quanti Centri della Pace, gruppi di preghiera e persone comuni hanno partecipato attivamente e si sono impegnati in questo progetto?! Come si può spiegare questa cosa? Ho ascoltato ogni possibile spiegazione, ma finora posso accettare il fatto che Nostra Signora è qui. E, come sempre, Maria è così umile che ieri ha detto che siamo stati noi a regalarle un grande giorno! Abbiamo intrapreso questo cammino assieme a lei. Anche tutti quelli che hanno superato la paura e hanno dimostrato coraggio sostenendoci hanno fatto una cosa buona. E poi c'è gente che è venuta a piedi fin qui da molto lontano. Tutto questo è un grande contributo al movimento della pace! Risponde all'aspirazione alla pace che non è cattolica, ma che è dentro ciascuno di noi. La pace non è qualcosa che si riceve al momento del Battesimo. La pace è un desiderio, un'esigenza umana ed è questo che rende grande questo giorno. Sono venuti semplicemente perché tanta gente grazie a Medjugorje si è resa conto che la pace è possibile.

DESIDERO BENEDIRE TUTTI VOI
La benedizione è un'azione. Le benedizioni sono atti compiuti nella nostra vita, non sono solo parole gentili o parole dette da un prete con cui benedice un rosario o un altro oggetto. È un'azione e lo capiremo meglio considerando la parola latina "benedictio", che è formata da due parole "bene" e "dicteae", che significano "parlare bene". Io parlo usando le paro­le ma parlo anche con il comportamento, con il lavoro e quindi ogni cosa che faccio "parla". Che cosa dice la mia vita? Come parla la vostra vita?
Può parlare bene oppure può parlare male. Se fate del bene, state vera­mente diffondendo amore, pace e fede e QUELLE SONO DUNQUE DEL­LE BENEDIZIONI. Quando nella vita si agisce in modi che originano il bene, allora nessuno sarà giudicato.

QUELLA È BENEDIZIONE.
Se ci comportiamo male, invece, la nostra è una bestemmia e quindi, sempre un atto. Si può dirlo con altre parole. O agiamo in modo da rende­re la pace possibile o agiamo in modo da rendere la pace impossibile. Questa è benedizione oppure bestemmia. Ma c'è sempre il rischio che la gente pensi che la benedizione sia qualcosa di magico. Per esempio, se qualcuno riflette dopo che ho benedetto il Rosario, allora sono sicuramen­te sulla strada giusta. Questa riflessione sarebbe una riflessione magica o una convinzione magica. Mi ricordo di una volta, in un gruppo di preghiera, che c'era una persona che aveva bevuto un po' troppo, nonostante gli ripe­tessero che doveva guidare.
lì tipo disse: "In macchina ho un sant'Antonio". Gli dissi che poteva benis­simo avere un incidente anche con sant'Antonio, perché era lui a guidare e non sant'Antonio. Se noi collaboriamo, certo, sant'Antonio po' aiutare.
Quindi, queste benedizioni, queste azioni hanno a che fare con la condi­zione dei nostri cuori. Una volta, fra' Tomislav disse a un altro gruppo di pellegrini tedeschi: "Nostra Signora vuole toccare le profondità dei nostri cuori dicendo di convertirci e voi venite e volete solo una piccola croce sul­la fronte". Non è sufficiente restare solo in superficie.
Quindi, quando sentiamo che Nostra Signora ci benedice, significa che ci ama, che non ci giudica, che ci protegge, che intercede per noi presso Dio come ci ha detto tante volte. Un'altra cosa: benedire significa creare un'at­mosfera di pace e diffonderla.
Chiedete a voi stessi: nelle vostre famiglie c'è un'atmosfera di pace o un'altra atmosfera? Un'atmosfera di bestemmia? Pensiamo a una famiglia in cui, ad esempio, ci siano la guerra e la violenza e in cui i bambini vedano tutto questo. Per quei bambini quello non è un gioco, ma la realtà. Nel mondo, in cui tutto questo abbonda, abbiamo semplicemente bisogno di pregare di più. Nel mondo di oggi, così sporco, così pieno di tensioni, ènecessario pregare molto ed è in una situazione del genere che Nostra Signora viene in mezzo a noi.

QUESTI SONO GIORNI DI GRAZIA MENTRE STO CON VOI
A questo punto bisogna stare attenti a rimanere teologicamente cattolici. Alcuni pellegrini tedeschi si abbandonano al pensiero apocalittico e aspet­tano una fine imminente, colma di eventi catastrofici e di terrore, perché èstato detto che verrà un momento in cui sarà più difficile, se non addirittu­ra impossibile, convertirsi. In questo è necessario operare un attento di­scernimento, perché Dio con il suo amore dispenserà sempre le sue grazie, nel futuro come oggi e come ha fatto in passato. Dio non potrà essere meno misericordioso domani. Non sarebbe Dio e questo deve essere chia­ro per tutti! Dio è sempre pronto a donare e ricevere la grazia dipende spesso dal fatto che siamo pronti a riceverla. A volte un pellegrinaggio, un ritiro o anche un incidente o una malattia diventano improvvisamente un momento di grazia. E una cosa molto importante da sapere. Le apparizioni sono davvero un momento di grande grazia perché Maria è con noi e ci aiuta semplicemente ad avanzare, consentendo a molti di unirsi a questo viaggio. Non stiamo muovendo una guerra.
Oggi è venuto un pastore anglicano assieme a un gruppo di quattordici persone e ci ha chiesto dove avrebbe potuto celebrare il rito anglicano. Questo per me significa che questo fenomeno, che è totalmente cattoli­co, con la sua Santa Messa, la Confessione e le quindici decine del Rosario, è diventato significativo anche per altri che normalmente non ne vogliono sapere del Rosario e nel cui credo non c'è quasi posto per la Madonna, se non, in minima parte, nella Bibbia. Ma non è possibile cancellare ogni cosa così e quindi anche questi vengono, perché lo stato di grazia di Medjugorje fa sentire loro che qui non verranno giudicati.
Si sentono liberi di venire. È un impulso che sentono ed è in questo modo che dobbiamo interpretare le apparizioni.
È una rivelazione rinnovata e, anche se le guarigioni che avvengono qui non sostituiranno certo gli ospedali, dopo tutto le apparizioni sono un im­pulso che attrae coloro che cercano Dio con maggior profondità.

IO DESIDERO INSEGNARVI E AIUTARVI A CAMMINARE SULLA STRADA DELLA SANTITÀ
Questa è la ragione principale della sua venuta attraverso le apparizioni. Che cosa significa essere santi? Significa vivere in pace con tutti, compre­si i nemici che ci hanno ferito. Significa anche vivere in pace con tutto il creato, difenderlo e farlo con Dio e con il Suo amore.
Questa è la santità! Non è una figura immobile che prega da qualche par­te lassù in un angolo buio. "Guarda, oh, lui o lei è così santo!". E invece un'attività a tempo pieno, che consiste nel vivere in pace in modo da poter incontrare Dio in ogni luogo. Una persona santa è una persona che incon­tra Dio in ogni individuo, in ogni situazione e in ogni parte del creato. Non siamo panteisti che dicono che ogni cosa è Dio, ma diciamo che ogni cosa parla di Dio.
San Francesco poteva lodare Dio in ogni piccolo fiore e piangere di gioia, mentre molti cristiani vengono a Messa e dicono: "Non provo niente, e al­lora perché dovrei andarci?".
La santità significa creare un'atmosfera di pace con ogni cosa e i santi non dicono: "Non siamo in un monastero e quindi non possiamo condurre una vita santa come fanno i monaci o le suore".
Se siete convinti di poter diventare santi in un convento e non dove vi trovate in questo momento, credetemi, neanche là diventereste santi! Non è necessario rinchiudersi in un convento!
Restate a casa vostra! Spero, comunque, che qualcuno decida di andarci e di provarci.
Quello che sto cercando di dire è, che se là dite "sì", mentre dove siete ora dite "impossibile", allora vi chiedo: perché? Forse perché la gente è tanto impossibile? Ma la stessa cosa vale per il convento.
Alcuni dicono: "Oh, se potessi essere là a Medjugorje, allora riuscirei a digiunare e così via". lo non credo in queste affermazioni, nemmeno quan­do a farle sono persone totalmente oneste. Perché? Perché è dove si trova­no che hanno la possibilità di diventare santi.
Queste scuse di "da un'altra parte sarebbe meglio" sono chiaramente delle illusioni! State attenti! Là dove siamo dobbiamo cercare di fare l'im­possibile per costruire un'atmosfera di pace. Quindi, si può diventare santi anche a casa propria.
E una tentazione pensare che i santi in qualche modo siano staccati dal mondo reale. Noi, noi tutti, siamo chiamati alla santità! Lo ha detto con tut­ta chiarezza il Concilio Vaticano II e lo stesso Gesù dice: "Siate completi come Io è il Padre" e via dicendo.
La santità ha anche a che fare con la salute. I primi passi verso la santità non sono i miracoli, ma la salute dell'anima, che non deve essere intaccata dal peccato. Da questa salute cresceranno poi anche il buono e la pace, spinti dall'inarrestabile processo dell'amore verso gli altri e poi verso Dio.

CI SONO MOLTI CHE NON VOGLIONO CAPIRE I MIEI MESSAGGI ED ACCETTARE CON SERIETÀ QUELLO CHE IO DICO
Questa è una buona risposta per quanti si chiedono: "cosa posso fare per spiegare cosa sta accadendo qui a mio marito, a mia moglie, ai miei figli, o al mio parroco?". A questa domanda rispondo sempre: "Se avessimo la soluzione, allora Medjugorje sarebbe stata già riconosciuta da tempo a Mostar". Ma non c'è. Possiamo solo vivere quello in cui crediamo. Siamo liberi. Le spiegazioni e le discussioni non sono di grande aiuto.
Quello cui ci troviamo di fronte, in fin dei conti, è la mancanza di volontà di ascoltare. Quando amiamo qualcuno o quando semplicemente ne sia­mo attratti, allora è molto difficile ascoltare, per quanto siano convincenti le parole degli altri. Questo dimostra quanto sia relativo il nostro pensiero e quindi non dobbiamo giudicare, ma lasciare le cose come stanno e aspet­tare la grazia o un momento più opportuno.

PER QUESTO INVITO VOI, E PREGO AFFINCHÉ CON LA VOSTRA VITA E NELLA VITA QUOTIDIANA TESTIMONIATE LA MIA PRESENZA
Molto semplice. Se una persona prega, digiuna e cerca continuamente di costruire la pace, cerca di fare del bene e dice: "Ho cominciato a farlo gra­zie a quello che ho ricevuto a Medjugorje", allora QUELLA è una testimo­nianza e QUESTO è quello che Maria ci chiede innanzitutto.
Questo messaggio non è rivolto solo a noi, che finora abbiamo ascoltato, ma anche a tutta l'umanità.
Lei ce lo chiede ed è importante che lo ascoltiamo. Una volta Nostra Signora disse a Jelena qualcosa di molto interessante che riguardava la sua vita interiore: "Tu mi dici: 'Non abbandonarci', ma io ti dico: 'Non ab­bandonate me"'.
E un po' come un bambino che pensa alla sua mamma solo quando ha fame o si è fatto male, ma che, non appena la sua fame è soddisfatta e la ferita curata, se ne dimentica.
In questo modo la mamma potrebbe essere tentata di sperare che il bam­bino si rifaccia male, così tornerebbe subito da lei. Situazioni simili acca­dono anche nel rapporto fra noi e Maria. Lei ci dice: "Vi chiedo", in altre parole: ASCOLTATE! ASCOLTATE! ASCOLTATE! Allora ci aspettiamo un consiglio o la garanzia di comprendere la ragione per cui lei si trova qui mentre preghiamo.
Maria non ha impedito che si indagasse e non si è nemmeno opposta alla Commissione. No, lei dice...

SE PREGATE, DIO VI AIUTERÀ A SCOPRIRE LA VERA RAGIONE DELLA MIA VENUTA
Questo è interessante. Non solo con le indagini, anche se lo studio ènecessario, ma è solo con la preghiera che cresce il cammino interiore con Dio. Mi ricordo di un prete che disse: "Tutte queste discussioni, riconosci­mento o non riconoscimento! lo non so come andrà a finire tutto questo, ma so che nessuno mi toglierà mai quello che ho provato, l'esperienza interiore che ho avuto qui. A Medjugorje ho scoperto il vero valore della Messa! Che cosa significa celebrare la Messa!".
Qualcun altro ha anche detto: "Quando si è ordinati si ascolta cos'è la Santa Messa. Allora mi chiedo cosa ho sentito, perché non devo averlo capito". Quindi, in fin dei conti, non conta scoprire o meno la natura soprannatu­rale di Medjugorje. Solamente se viviamo Dio nella preghiera e nel digiuno possiamo continuare ad approfondire il nostro cammino verso Dio.

LEGGETE LA SACRA SCRITTURA PERCHÈ, TRAMITE LA MIA VENUTA, SCOPRIATE NELLA SACRA SCRITTURA IL MESSAGGIO PER VOI
Ieri abbiamo visto tanta gente venire qui e pregare per ore e salire sulle montagne. E stato un grandioso contributo alla pace nel mondo! Nostra Signora dice: "Grazie per aver risposto alla mia chiamata!". È il suo modo per parlare con noi e per stare con noi come una madre grata. A volte ci ringrazia in anticipo per qualcosa che faremo. La gratitudine è strettamen­te legata alla pace. Perché? Pensate ancora una volta alle vostre famiglie. Un "grazie" per una piccola azione ben fatta porta la pace in un giorno pie­no di attività. Si può andare avanti ed essere felici, mentre senza quel "gra­zie" la stanchezza si fa subito tristezza. La gratitudine significa essere in grado di vedere e di riconoscere. Con l'orgoglio e l'egoismo non si può pro­prio dire "grazie". Dicendo "grazie" si manifesta la propria umiltà, la profonda consapevolezza che Dio mi ha dato tutto e che si accetta quel tut­to cercando di usarlo per il meglio.
Quindi, in questo messaggio, ci viene detto che dobbiamo leggere la Bibbia, tenerla vicina e leggerla in famiglia. Come dice spesso fra' Jozo, preparate un angolino per la preghiera. Per favore, non dimenticatelo e se ancora vi dite di non avere il tempo di leggere, per favore cancellate questo pensiero ogni mattina e leggetene un pochino. Sarà un bene per voi e per le vostre famiglie. Quindi, dobbiamo cercare la vera ragione della venuta di Nostra Signora e lo possiamo fare anche capendo quali non sono le ragio­ni giuste. Non è venuta perché questa parrocchia era così santa da spin­gerla a venire. I veggenti non erano così santi che ha dovuto scegliere loro. E lo stesso devo dire dei francescani, perché altri francescani avrebbero potuto benissimo assolvere a questo nostro cqmpito.
Né lo ha fatto per questa nostra particolare situazione politica, né per la nostra storia. No, neanche per quella ragione. Per il fatto che qualcuno sta diventando ricco? No, nemmeno per quello. Perché qualcuno litighi su questo? No, neanche per questo. Ma la ragione può essere trovata nel fatto che Maria, come madre, desidera guidare noi, i suoi figli, verso Dio. Penso a quello che il Papa ha detto nell'enciclica MADRE DEL SALVATORE:
"Maria è la stella del mattino". Noi cristiani dovremmo andare a lei e lei ci insegnerà proprio come ha fatto con Gesu. La Madre della Chiesa può mostrarci meglio come prepararsi all'incontro con Dio. Sono certo che questo gran giorno che abbiamo celebrato sarà per noi un nuovo impulso a seguire Maria sulla strada verso Dio. Non dobbiamo temere che sia Maria a guidarci, qualunque siano le nostre sensa­zioni. Se un dottore consigliasse a un paziente di smettere di mangiare solo perché non ha cibo, il suo consiglio affretterebbe solo la morte del pazien­te. La stessa cosa vale per la preghiera.
Il nostro cammino verso Dio assieme a Maria' deve essere indipendente da ognuna di queste cose. A volte viviamo le tenebre. Anche i santi le han­no vissute, ma con la perseveranza sono riusciti a capire. Maria è un buon profeta che sa che la vera pace avviene attraverso la conversione.
Come molti di voi sanno già, lvanka ha avuto la sua apparizione annuale nel giorno dell'Anniversario. Dal maggio 1985, Nostra Signora le appare solo il 25 giugno, come le ha promesso alla fine delle sue apparizioni quo­tidiane. L'apparizione ha avuto luogo alle 18.30 ed è durata sette minuti. lì messaggio della Madonna è stato:

"Vi prego, cari figli, solo pregate, pregate, pregate!".

Nostra Signora le ha parlato del, primo segreto. I segreti riguardano il futuro in generale, il-futuro della Chiesa e il segno. lvanka dice di non aver ricevuto segreti personali. Quando ha descritto Nostra Signora, lvanka ha detto che era in certo modo più triste che allegra. Quindi, è comprensibile che i sentimenti di lvanka fossero simili. Poi ha sottolineato il fatto che l'ap­parizione non è durata abbastanza.

Preghiamo:
Signore, nostro Dio, oggi ti ringraziamo per i dieci anni in cui Maria, la Tua umile serva, è stata qui con noL Donaci la grazia di capire che attraver­so la Sua presenza Tu ci hai concesso giorni di grazia. Dacci il desiderio profondo di restare con Lei sul cammino della santità. Dacci il Tuo Spirito Santo, affinché possiamo capire le Tue parole e attraverso il nostro amore, attraverso la nostra pace e attraverso le nostre vite, possiamo farci testimoni della pace e testimoni della presenza di Maria. Signore, benedici tutti coloro che sono venuti qui in questi dieci anni e che sono rimasti sul cammino di Maria. Benedici tutti coloro che hanno accolto le Tue parole e le hanno por­tate agli altri. Benedici tutti coloro che si sono stancati di restare su questo cammino e hanno smesso di pregare e digiunare. Dai loro la forza di decide­re ancora una volta per l'intercessione di Maria e per il cammino della san­tita. Benedici anche tutti coloro che sono venuti qui in questo grande gior­no e così facendo hanno dato testimonianza del Tuo amore e dell 'amore di Maria. Ti chiediamo anche per tutti coloro che'non accettano il messaggio, che lo rifiutano, lo attaccano e lo hanno attaccato che Tu glorifichi Te Stesso in tutti i Tuoi figli cui hai dato Maria come madre. Amen.

Medjugorje, 28 giugno 1991