Sotto il Tuo Manto

Domenica, 7 settembre 2025 - San Giovanni da Lodi (Letture di oggi)

Il falso amico è come l'ombra: ti segue finché c'è il sole. Insegna molto la vicenda di Giobbe. Giobbe è molto provato, è stanco di continue discussioni con gli amici che sono venuti a trovarlo. Dovrebbero consolarlo, ma fanno il contrario. Stai attento ai falsi amici. Fanno finta di aiutarti; si mostrano cordiali, ma solo perché sperano di avantaggiarsi dalla tua amicizia. Ma nel fondo del cuore ti sono ostili e giudicano immeritata la tua fortuna. E appena cadi in disgrazia, fanno uscire dal loro cuore tutta la cattiveria. D'un tratto diventi per loro come un nemico, un empio e poco di buono. E se apri il tuo cuore sperando in un conforto, loro deformano le tue parole, capiscono sempre una cosa per un'altra. Se avessi taciuto, ti saresti risparmiato ulteriori dolori. Perciò impara a parlare di meno; evita di confidarti quando sei angosciato o amareggiato. Impara a soffrire in silenzio: è il momento propizio per unirti a Dio. Confida in Lui e non resterai deluso. Apri il tuo cuore a Gesù: Egli è il vero amico che non tradisce mai. Offri a Lui i tuoi dolori. (Don Nikola Vucic)

Commento al Vangelo di Matteo di Don Fabio Rosini



Mt 20,1-16 (Versione 5)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro:“Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro:“Perchè ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero:“Perchè nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro:“Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore:“Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo:“Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse:“Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchè io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

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