Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Avvisi di un amico alla gioventù secondo i bisogni dei tempi: 1° Ricordatevi, o giovani, che voi sie te la delizia del Signore; beato quel figlio che da giovane comincia ad osservare la legge del Signore. 2° Iddio merita di essere amato perché ci ha creati, ci ha redenti e ci ha fatto e ci fa innumerevoli benefici e tiene preparato un premio eterno a chi osserva la sua legge. 3° La carità  è quella che distingue i figlioli di Dio dai figlioli del demonio e del mondo, 4° Colui che dà  buoni consigli ai suoi compagni fa grande opera di carità . 5° Obbedite ai vostri superiori, secondo il comando di Dio, ed ogni cosa vi riuscirà  bene. 6° Chi vuol vivere da buon cattolico de ve guardarsi da quelli che che parlano male della religione, dei suoi ministri e specialmente del Papa che è il padre di tutti i cattolici. Dite pur sempre essere un cattivo figlio chi parla male di suo padre. 7° Guardatevi dalla lettura dei libri e dei fogli cattivi e procurate di leggerne dei buoni. 8° Le abitudini formate in gioventù, per lo più durano tutta la vita; se sono buone ci conducono alla virtù e ci danno morale certezza di salvarci; al contrario guai a noi se ne prendiamo delle cattive. 9° Le cose che sogliono allontanare il giovane dalla virtù sono i cattivi compagni, l'eccesso del bere, l'attaccamento al gioco, l'abitudine al fumare tabacco . 10° Per cattivi compagni s'intendono: quelli che cercano di parlare di cose disoneste, o fanno cose contrarie alla virtù della modestia; che parlano con disprezzo della religione; che vi allontanano dalle funzioni di chiesa o vi invitano a trasgredire i vostri doveri. 11° L'eccesso del bere snerva le forze del corpo, fa venire a noia la devozione, porge occasione di frequentare luoghi pericolosi. 12° L'attaccamento al gioco vi conduce alle risse, alle bestemmie, al trasgredire i vostri doveri e a profanare i giorni festivi. 13° L'abuso del tabacco e soprattutto il fumarlo e il masticarlo, guasta i denti, indebolisce le forze alla gioventù e conduce a frequentare compagni cattivi. (San Giovanni Bosco)

LETTERA 240: Pascenzio chiede ad Agostino in tono beffardo di dichiarare quale delle tre Persone divine sia l'unico Dio provocandolo a un dibattito diretto da arbitri.


Scritta verso il 404.

Pascenzio chiede ad Agostino in tono beffardo di dichiarare quale delle tre Persone divine sia l'unico Dio provocandolo a un dibattito diretto da arbitri.

PASCENZIO AD AGOSTINO

1. Avevo sperato, carissimo fratello, che tu abbandonassi la tua errata convinzione; ora invece mi meraviglio che vi persisti ancora, come lo dichiara la lettera da te inviatami. Vostro Onore rassomiglia a un individuo assetato e riarso per l'eccessiva calura, il quale, imbattendosi in una pozza d'acqua limacciosa, se ne ingozza e, se in seguito trova dell'acqua limpida e fresca e la beve, non può trarne gran giovamento giacché è oppresso da quell'acqua fangosa nel corpo e nell'anima. Infine, sia detto con tua licenza, la convinzione dell'Eccellenza tua è simile a un albero storto e intricato che non ha in sé nulla di dritto e che fa cadere in errore lo sguardo. La Santità tua mi scrive di nuovo ch'è Dio il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, ma sono un solo Dio. Quale dei tre è l'unico Dio? È forse una persona a tre facce quella che viene chiamata con questo nome? Se tu lo avessi voluto e avessi avuto il coraggio di manifestare la tua fede, ti saresti intrattenuto con me assieme ai tuoi colleghi di episcopato, mossi da animo e spirito puro e pacifico e avresti discusso delle verità riguardanti Dio e delle questioni riguardanti la gloria e la grazia spirituale. Che bisogno c'è dunque di scrivere e riscrivere cose che non ci edificano?