Novena a San Tommaso apostolo

Primo giorno
I. Per quel favore distiutissimo che voi, o glorioso s. Tommaso, riceveste da Gesù Cristo, allorquando per accertarvi della sua risurrezione vi degnò d’una apposita apparizione,invitandovi a metter il vostro dito nelle sue piaghe e la vostra mano nel suo costato; e per quella fede vivissima onde voi, pentito della passata incredulità, Lo confessaste per vostro Signore e vostro Dio, ottenete a noi tutti la grazia di essere sempre fermi nella credenza di tutte le cattoliche verità, e di riconoscere sempre in Gesù Cristo l’unico nostro maestro e l’unico nostro padrone, onde seguir con inalterabile fedeltà la via dei suoi comandamenti.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
II. Per quell’ammirabile zelo onde voi, o glorioso s. Tommaso, non contento di evangelizzare i Parti, i Modi, i Persiani, penetraste fino nelle Indie Orientali e nella Cina, facendo da per tutto trionfare la Religione di Gesù Cristo, ottenete a noi tutti la grazia di zelare sempre la gloria del nostro Dio con adoperare ogni mezzo, onde estenderne a tutti i prossimi la cognizione, ed infiammare tutti i cuori del suo santissimo amore.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
III. Per quell’ammirabile intrepidezza onde voi, o glorioso s. Tommaso, sosteneste gli incomodi, e le fatiche dell’apostolico ministero, le contraddizioni dei vostri nemici e finalmente il furore con cui essi si avventarono contro di voi orante ai piedi della croce, e dopo avervi calpestato e battuto, vi trafissero con più colpi di acutissima lancia, ottenete a noi tutti la grazia di mettere la nostra delizia nei patimenti di questa terra, onde assicurarci pur essi gli eterni godimenti del paradiso.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Significa “gemello” il nome Tommaso in aramaico; inoltre il soprannome con cui era noto l’apostolo – Didimo – in greco ha lo stesso significato. Non sappiamo, però, se San Tommaso, forse pescatore e uno dei primi a lasciare tutto per seguire Gesù, avesse un fratello. Venerato come Santo da cattolici, ortodossi e copti, le sue spoglie si trovano nella chiesa di Ortona a lui dedicata.
In genere quando si parla di San Tommaso si comincia dalla fine: da quando, cioè, dopo la Resurrezione, non essendo presente all’apparizione di Gesù agli apostoli, non crederà a quanto loro gli raccontano. Ma questo non deve far pensare che Tommaso sia un credente tiepido o, peggio, un peccatore. È solo un uomo la cui fede, profonda, è comunque messa a dura prova dalla vita e lui non lo nasconde: esprime i suoi dubbi, fa a Cristo le domande che gli occupano il cuore. Quando, ad esempio, Gesù vuole tornare a Betania dove è morto il suo amico Lazzaro e i discepoli hanno paura perché in Giudea il clima è tutt’altro che favorevole, è Tommaso a non avere dubbi, tanto da dire: “Andiamo a morire con lui”. Anche durante l’Ultima Cena, quando Cristo racconta di preparare un posto per ognuno nella Casa del Padre, Tommaso è disorientato, chiede al Signore dove va e come si può conoscere la via e allora Gesù risponde: “Io sono la Via, la Verità, la Vita”.
E arriviamo così al noto episodio dell’incredulità di Tommaso. Tutta la comunità degli apostoli è scossa dalla perdita di Gesù e dalla violenza della sua morte, ma Gesù è risorto e subito appare ai suoi per tranquillizzarli. Tommaso non c’è e al racconto degli altri non crede: forse per quella sua testardaggine innata, forse perché è dispiaciuto di non essere stato presente, ma esige di toccare con mano le ferite dei chiodi e quella del costato. È un uomo, in fondo. Gesù lo accontenta, tornando otto giorni dopo. Tommaso allora gli crederà subito, tanto da chiamarlo “Mio Signore e mio Dio”, come nessuno ancora aveva mai fatto. Gesù, infine, fa una promessa che è per tutta l’umanità, fino alla fine dei tempi: “Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno”.
Abbiamo capito che Tommaso non era molto istruito, ma di certo suppliva a questo con l’immenso amore che provava per Gesù. Secondo la tradizione, toccherà a lui evangelizzare la Siria e poi la città di Edessa, da cui si sposta per fondare la prima comunità cristiana di Babilonia, in Mesopotamia, dove rimane per sette anni, quando s’imbarca per l’India e da Muziris, dove c’è già una fiorente comunità ebraica che in poco tempo diventa cristiana, attraversa tutto il Paese fino ad arrivare in Cina, sempre e solo per amore del Vangelo. Tornato in India, qui trova la morte del martire, trafitto da una lancia nell’attuale Chennai, il 3 luglio del 72.
Fonte: https://www.vaticannews.va