Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

Un cristiano vero che ama Dio e il prossimo (e quando si ama Dio si ama il prossimo), guardate come è felice! quale pace nella sua anima! è..il paradiso sulla terra. (Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney))

Novena a San Stanislao Kostka

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Primo giorno

I. O glorioso s. Stanislao, che fino dai primi vostri anni tante amaste la purità da cadere in deliquio ogni qualvolta vi avveniva di udire discorsi men regolati, otteneteci dal Signore la grazia di aborrire sempre tutto quello che potesse menomamente contaminare una virtù così bella e così preziosa.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. O glorioso S. Stanislao, che malgrado gli scandali e le derisioni della gioventù la più discola, sapeste udir così bene l’applicazione agli studi con l’esercizio della pietà da divenire l’oggetto dell’ammirazione comune, tanto poi vostri progressi nella carriera delle scienze, quanto per la continua unione col vostro Dio, ottenete a noi tutti la grazia di disimpegnar sempre con perfezione tutti i doveri del nostro stato, e di andar sempre crescendo nel santo timore di Dio, che è la sorgente ed il principio della vera sapienza.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. O glorioso s. Stanislao, che lungi dal difendervi o lamentarvi dell'ingiustissima persecuzione che vi mossero per ben due anni il vostro fratello e il vostro zio, Tino a caricarvi di ingiurie, di calci e di percosse, parlaste sempre il linguaggio della carità e della dolcezza, e non rispondeste a tante villanie che col servire i vostri persecutori negli uffici più bassi, e più vili, ottenete a noi tutti la grazia di soffrir sempre con inalterabile rassegnazione, e contraccambiare con i benefici qualunque torto ci venga fatto dal nostro prossimo.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

IV. O glorioso s. Stanislao, che, miracolosamente risanato da Maria santissima, la quale vi degnò di sua visita, risolveste di eseguire ad ogni costo il suo replicato comando di entrare nella compagnia di Gesù, quindi distribuiti ai poveri i vostri abiti signorili, passaste a piedi da Vienna a Roma in arnese da pellegrino, ed accattando la limosina per le strade, impetrateci dal Signore la grazia di preferire sempre la povertà alle ricchezze, e di corrispondere fedelmente a tutte le divine ispirazioni a costo di qualunque incomodo o di qualunque sacrificio.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

V. O glorioso s. Stanislao, che nel lungo vostro viaggio foste miracolosamente sottratto al furore del fratello, poiché una forza invisibile gli arrestò i cavalli lungo la via, quindi, entrate voi, senza avvedervene, in una Chiesa di Luterani in Dolinga, riceveste dalle mani degli Angeli la divina Eucaristia, e con essa ineffabili consolazioni, otteneteci dal Signore la grazia di mettere sempre in Dio solo lo nostre confidenze, e di aspettare solo dal cielo il necessario soccorso in tutte lo circostanze di nostra vita.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

VI. O glorioso s. Stanislao, che, appena entrato nella Compagnia di Gesù, diveniste il modello dei più provetti nell’osservanza delle regole, nel fervore della pietà, quantunque abbondasse il noviziato di personaggi illustrissimi per santità e per sapere, otteneneteci dal Signore la grazia di precedere sempre i nostri fratelli in ogni genere di virtù, affine di sempre più assicurare l'anima nostra, cooperando con tutte le nostre forze alla salvezza delle altrui.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

VII. O glorioso s. Stanislao, che professaste mai sempre una devozione sì tenera alla santa vergine Maria, da non fare alcuna letteraria composizione se non sopra le sue virtù ed i suoi pregi, da non udirne le lodi senza accendervi in volto, da non scontrarne la immagine per le strade senza arrestarvi per salutarla, da non coricarvi a riposo senza implorare con il volto a terra la sua materna benedizione, otteneteci dal Signore la grazia di consacrarci interamente al servizio della comune Madre Maria, e di niente omettere di quello che conosciamo opportuno a fomentare in noi ed accendere nei nostri prossimi una devozione cosi utile e così doverosa.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

VIII. O glorioso s. Stanislao, che consumato dalle veglie, dai digiuni, dallo penitenze, e molto più dalla vampa dell’amor divino che arse continuamente nel vostro petto, voleste morire da povero e da penitente sul nudo suolo, ma con tale serenità di spirito e di volto da intenerire fino alle lacrime tutti gli astanti, otteneteci dal Signore la grazia di mortificare continuamente tutte le nostre passioni, e di condurre una vita così penitente e così fervorosa, da affrontare con giubilo l’estremo punto, e meritar dopo morte l’eternità degli eletti.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

IX. O glorioso s. Stanislao, che per l’innocenza conservata fino alla morte meritaste di rimanere incorrotto nel vostro corpo, e di mandare dal vostro sepolcro una fragranza di paradiso, quindi dall’alto del cielo imploraste ed otteneste la conversione del vostro fratello, che, da persecutore della vostra santità, divenne emulatore delle vostre virtù, otteneteci dal Signore la grazia di conservarci sempre fedeli nello stato della giustizia, affine di potere nell’altra vita, essere rivestiti di quella gloria che sarà la porzione dei Santi per tutta quanta l’eternità.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

“San Stanislao vi insegna quella libertà che non è una corsa alla cieca, ma la capacità di discernere la meta e di seguire le vie migliori di comportamento e di vita. Vi insegna a cercare sempre prima di tutto l’amicizia con Gesù; a leggere e meditare la sua parola e accogliere nell’Eucaristia la sua presenza misericordiosa e potente, per resistere ai condizionamenti della mentalità mondana”. (Papa Francesco, Messaggio in occasione del 450.mo anniversario della morte del Santo, 15 agosto 2018) Stanislao nasce vicino a Cracovia, nel 1550, figlio del principe Kostka, capo militare e Senatore del regno di Sigismondo Augusto. All’età di 14 anni viene mandato a studiare a Vienna presso il collegio della Compagnia di Gesù che allora è ancora agli inizi: Sant’Ignazio è morto da poco, ma già i gesuiti si sono distinti come profondi teologi, iniziatori di un vero rinnovamento culturale all’interno della Chiesa.

Dopo una sosta a Czestochowa, Stanislao arriva a Vienna, ospite in un collegio della Compagnia. Con lui ci sono il precettore e il fratello maggiore Paolo. La convivenza si rende subito difficile per le inclinazioni alla mondanità del fratello, che contrastano con lo stile sobrio di Stanislao che si sente “nato per le cose più grandi”. In questo periodo studia alacremente, vive intensamente lo spirito del Vangelo e la devozione a Maria, è testimone con la propria vita e il proprio lavoro. Si fa strada in lui la chiamata del Signore, che sente vicino nei molti spazi che dedica alla preghiera, nella partecipazione alla Messa e ai Vespri, negli Esercizi spirituali che pratica secondo l’illustre opera di Sant’Ignazio di Loyola.

Un giorno Stanislao si ammala gravemente e durante la sua infermità avvengono prodigi straordinari, segni evidenti del lavoro che la grazia sta facendo in lui. Una notte riceve la visita di Santa Barbara accompagnata da due angeli e dalle sue mani riceve finalmente l’Eucaristia. L’aveva chiesta ardentemente, durante la febbre, ma non era riuscito a ottenerla perché nel frattempo, assieme al fratello e al precettore, in seguito alla requisizione della scuola dei gesuiti ad opera degli Asburgo, si era dovuto trasferire in un appartamento in affitto: il proprietario era luterano e non vedeva di buon occhio i tre cattolici. Un’altra notte Stanislao riceve la visita della Madonna con il Bambinello: appena lo prenderà in braccio si sentirà completamente guarito a dispetto di tutti i medici che non gli avevano dato scampo. La Vergine, nel congedarlo, gli rivela che la sua strada è nella Compagnia di Gesù.

Ormai Stanislao è sicuro della sua scelta, ma sa che il padre non l’approverebbe mai, così scappa e dopo venti giorni, a piedi, raggiunge Dillingen, in Germania, dove è accolto nella casa locale dei gesuiti e dove incontra padre Pietro Canisio, che all’epoca era Provinciale della Germania settentrionale; i gesuiti sono colpiti da questo giovane straordinario. Stanislao viene inviato in pellegrinaggio a Roma assieme a due compagni, e finalmente qui Stanislao può iniziare il suo noviziato e pronunciare i voti di povertà, castità e obbedienza. Un giorno gli fu richiesto di definire la figura del missionario, e lui così descrisse il suo bagaglio spirituale: “Ottime scarpe di mortificazione, un ampio mantello di amor di Dio e del prossimo, un cappello di pazienza a difesa delle avversità”, spiega agli altri novizi. Presto, però, si ammala e muore, ad appena 18 anni, il giorno dell’Assunta del 1568. Viene seppellito nella chiesa appena costruita accanto al noviziato: Sant’Andrea al Quirinale. Proclamato Santo da Benedetto XIII nel 1726, assieme a Luigi Gonzaga e Giovanni Berchmans è patrono dei novizi e di tutta la gioventù.

Fonte: https://www.vaticannews.va/
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