Sotto il Tuo Manto

Sabato, 19 luglio 2025 - San Simmaco papa (Letture di oggi)

Io sono la misericordia. Da questo oceano di misericordia, si diffondono sul mondo grazie senza numero. Nessuno viene a me, senza ripartirne confortato. Nella mia misericordia scompare ogni miseria (raggio bianco), e ogni grazia di redenzione e di santità  (raggio rosso) scaturisce da questa sorgente. Figlia mia, desidero che la mia misericordia dimori nel tuo cuore e, attraverso di esso, si riversi sugli altri. Fa' in modo che chiunque t'avvicina impari da te a confidare nella mia misericordia, perché è soprattutto la fiducia che bramo trovare nelle anime. Prega più che puoi per i morenti; implora per essi una fiducia illimitata nella misericordia che perdona, poiché è di una simile fiducia che maggiormente hanno bisogno ed è proprio quella che hanno meno! Sappi che ci furono anime le quali, nel supremo istante, trovarono salvezza unicamente per la tua preghiera. Tu, che conosci l'infinito abisso della mia misericordia, approfittane per te e per gli infelici peccatori. Cadranno nel nulla cielo e terra, prima che la mia misericordia non stringa a sé quelli che in me confidano! (Santa Faustina Kowalska)

Novena ai SS. Simone e Giuda

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Primo giorno

I. Glorioso S. Simone, che chiamato da Gesù Cristo medesimo all’apostolato, vi distingueste per modo col vostro impegno nel sostenere la sua causa e nel predicar la sua legge da essere sopranominato lo zelante; titolo che sempre più vi meritaste allor quando percorreste evangelizzando, non solo l’ampia terra d’Egitto, ma anche le vaste provincie dell’Africa, ottenete a noi tutti la grazia di zelar sempre nella nostra vita la pura gloria di Dio con l'adoperarci nel migliore modo per la salute dei nostri prossimi.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Glorioso s.Giuda, che dopo avere in compagnia di Gesù Cristo indefessamonte travagliato a predicare nella Palestina il regno santo di Dio, portaste la luce del suo Vangelo in tutta quanta la Mesopotamia, e la diffondeste in tutti i popoli, e la tramandaste a tutti i secoli con la lettera da voi indirizzata a tutti quanti i fedeli per premunirli contro la seduzione dei falsi sapienti del secolo, ottenete a noi tutti la grazia di praticar sempre con esattezza tutti i doveri del nostro stato, e di tenerci sempre immobili nella fede di Gesù Cristo, malgrado tutti gli scandali del mondo sempre corrotto o corrompitore.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Gloriosissimi apostoli Simone e Giuda, che, dopo avere in diverse provincie travagliato per ben trent’anni alla diffusione dell’Evangelo vi trovaste per divina disposizione simultaneamente nella Persia onde consumarvi il vostro sacrificio, l’uno tagliato in mezzo dai denti di una sega, l’altro decapitato con un colpo di scure, dopo avere ammutoliti gli oracoli con la vostra presenza, illuminati gli infedeli con la vostra predicazione, e convertito un intero esercito con le vostre profezie, ottenete a noi tutti la grazia di essere sempre disposti a confessare anche col sangue la nostra fede, dopo di averla costantemente glorificata con la santità delle nostre opere.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Quando si parla di loro è come entrare nelle pieghe più intime dell’“anagrafe” del Vangelo, là dove Gesù-Dio mostra con intensità la sua dimensione di Gesù-Uomo. Perché. S. Giuda Taddeo e S. Simone, due degli Apostoli tra i meno conosciuti, sono paradossalmente tra i più stretti del loro Maestro, due dei suoi cugini. Almeno, la tradizione ne è piuttosto certa per quanto riguarda Giuda Taddeo, poiché dalle Scritture si evince che suo padre, Alfeo, era fratello di San Giuseppe, mentre sua madre, Maria Cleofa, era cugina della Vergine. Per quanto riguarda Simone le cose sono avvolte nella nebbia.

Il Vangelo nomina San Simone come decimo apostolo, proprio prima di Giuda Taddeo, questo il dato storico certo. Di lì in avanti – peraltro raro con i discepoli di Gesù – le cose si fanno confuse. Tanti identificano in Simone l’omonimo cugino di Cristo, fratello di Giacomo il minore. I bizantini individuano in lui Natanaele di Cana e il direttore di mensa alle nozze di Cana, mentre S. Fortunato di Poitiers afferma che Simone e Giuda Taddeo furono sepolti a Suanir, città della Persia dove subirono il martirio. Secondo la tradizione è quasi certamente in questa zona del mondo che Simone detto “lo Zelota” o “il Cananeo”, come lo chiamano gli evangelisti Matteo e Marco, incrocia la vita con il suo compagno di missione e di destino.

C’erano due Giuda al seguito di Gesù e ovviamente il meno noto è Taddeo, cui l’omonimia costò specie del Medioevo una scarsa devozione. Quando gli Undici si disperdono da Gerusalemme per annunciare il Regno di Dio in altre terre, Giuda Taddeo parte dalla Galilea e dalla Samaria per spingersi negli anni verso la Siria, l’Armenia e l’antica Persia. In quest’area, sostengono fonti autorevoli, incontra Simone e la loro pedicazione a due voci porta al battesimo decine di migliaia di babilonesi e di persone di altre città. Come sempre, il Vangelo raccoglie seguaci e nemici e per i due Apostoli arriva l’ora della testimonianza suprema.

Arrestati e portati al Tempio del sole, viene imposto a entrambi di dare culto alla dea Diana rinnegando Cristo. Nel rifiutare, si narra che Giuda Taddeo abbia dichiarato falsi gli idoli pagani e che nello stesso istante due orribili demoni siano usciti dal tempio distruggendolo. La gente che assiste alla scena, spaventata, si avventa con ferocia sui due Apostoli che vengono brutalmente uccisi. Le loro reliquie sono custodite nella Basilica di San Pietro.

Fonte:https://www.vaticannews.va
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