Novena a San Tarcisio

Sesto giorno
Martire innocente e coraggioso, San Tarcisio, con il tuo gesto d’amore
tu ci insegni come si dona la vita. In unione con tutta la Chiesa ti
riconosciamo nella schiera dei martiri, e termini con tutte le forze la
missione di confortare con l’Eucaristia i fratelli nella fede
incarcerati “per il nome di Cristo”. La tua memoria sia di esempio a noi
che accettiamo di seguire Cristo sulla via che porta dalla sofferenza
alla gloria, dalla fede alla comunione eterna con il Padre. San
Tarcisio, intercedi per noi, affinché vivendo nella fede della Chiesa,
che celebra l’Eucaristia, meritiamo di sentire rivolte anche a noi le
parole di Gesù: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie
prove; dove nulla ci potrà più separare dall’amore di Dio”.
Amen.
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.
San Tarcisio
La sua storia si snoda nel terzo secolo. In quel periodo l’imperatore Valeriano perseguita i cristiani e Tarcisio è un giovane accolito della Chiesa di Roma. Frequenta le catacombe di San Callisto e un giorno, pensando che la sua giovinezza sarebbe stata il miglior riparo per l'Eucaristia, si offre di portare il Pane consacrato ai carcerati e agli ammalati.
Ma lungo il cammino incontra alcuni giovani pagani. Si accorgono che Tarcisio stringe qualcosa al petto e tentano di strapparglielo. Il ragazzino non cede e allora viene preso a calci, qualcuno afferra delle pietre e gliele tira contro. Tarcisio resiste e riesce a non far profanare le ostie. A soccorrerlo ormai in fin di vita è un ufficiale pretoriano, convertitosi al cristianesimo di nascosto, che lo porta al sacerdote della sua comunità. Tra le mani serrate strette al petto c’è ancora un pezzo di stoffa con l’Eucaristia.
Dopo la morte, Tarcisio è sepolto nelle catacombe di San Callisto. Sull’epigrafe, posta da Papa Damaso, viene riportato l’anno 257. Queste parole scritte nelle catacombe di San Callisto, giunte attraverso varie testimonianze, ci ricordano il suo martirio: “Mentre un gruppo di malvagi si scagliava su Tarcisio volendo profanare l’Eucaristia da lui portata, egli, colpito a morte, preferì perdere la vita piuttosto che consegnare ai cani rabbiosi le membra celesti di Cristo”.
Sul protomartire dell’Eucaristia si riporta anche una tradizione orale secondo la quale sul suo corpo non venne trovato il Santissimo Sacramento. Secondo tale tradizione la Particola Consacrata, difesa con la vita dal giovane accolito, era diventata carne della sua carne. Un’unica Ostia unita al suo corpo e offerta a Dio.
Fonte: https://www.vaticannews.va