Novena a Santa Gertrude per le anime del Purgatorio

Primo giorno
Eterno Padre, io offro il Preziosissimo Sangue del Tuo Divin Figlio, Gesù, in unione con le Messe dette in tutto il mondo, oggi, per tutte le Anime sante del Purgatorio per i peccatori di ogni luogo, per i peccatori della Chiesa universale, quelli della mia casa e dentro la mia famiglia.
L'Eterno riposo, dona loro, o Signore, e risplenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace.
L'Eterno riposo, dona loro, o Signore, e risplenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace.
L'Eterno riposo, dona loro, o Signore, e risplenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace.
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Le anime che, sorpresi dalla morte, non sono tanto colpevoli da meritare
l’Inferno, né tanto buone da essere ammessi immediatamente in Paradiso,
dovranno purificarsi nel Purgatorio.
L’esistenza del Purgatorio è verità di fede definita.
1) Sacra Scrittura
Nel secondo libro dei Maccabei (12,43-46) si trova scritto che Giuda,
generale in capo delle truppe ebree, dopo aver combattuto una sanguinosa
battaglia contro Gorgia, durante la quale molti dei suoi soldati erano
rimasti sul terreno, chiamò a raccolta i superstiti e propose loro di
fare una colletta in suffragio delle loro anime. Il raccolto della
colletta fu spedito a Gerusalemme, perché si offrissero sacrifici
espiatori a tale scopo.
Gesù nel Vangelo (Matt. 25,26 e 5,26) fa espressa menzione di questa
verità quando dice che nell’altra vita ci sono due luoghi di punizione:
uno dove il castigo non finisce mai «se ne andranno al supplizio
eterno»; l’altro dove il castigo finisce quando tutto il debito verso la
Divina Giustizia sia pagato «fino all’ultimo centesimo».
Nel Vangelo di S. Matteo (12,32) Gesù dice: «Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non potrà essere perdonato né in questo mondo, né nell’altro». Da queste parole appare chiaro che nella vita futura c’è remissione di certi peccati, che non potranno essere che veniali. Questa remissione non può aver luogo che nel Purgatorio.
Nella prima Lettera ai Corinzi (3,13-15) San Paolo dice: «Se l’operato di taluno sarà trovato deficiente, sarà privato della sua mercede. Egli però sarà salvato at traverso il fuoco». Anche in questo passo si parla chiaramente del Purgatorio.
2) Magistero della Chiesa
a) Il Concilio di Trento, nella XXV sessione, proclama: «Illuminati
dallo Spirito Santo, attingendo dal la Sacra Scrittura e dall’antica
Tradizione dei Santi Padri, la Chiesa Cattolica insegna che c’è uno
“stato di purificazione, Purgatorio, e le anime trattenute trovano aiuto
nei suffragi dei credenti, specialmente nel Sacrificio dell’altare a
Dio accettevole” ».
b) Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione «Lumen Gentium - cap. 7 - n. 49» afferma l’esistenza del Purgatorio dicendo: «Fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli Angeli con Lui, e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri, passati da questa vita, stanno purificandosi, ed altri godono della gloria contemplando Dio».
c) Il Catechismo di 5. Pio X, alla domanda 101, risponde: «Il
Purgatorio è il patimento temporaneo della privazione di Dio e di altre
pene che tolgono dall’anima ogni resto di peccato per renderla degna di
vedere Dio».
d) Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai numeri 1030 e 1031,
afferma: «Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma
sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza
eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, a una
purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare
nella gioia del Cielo.
La Chiesa chiama “Purgatorio” questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati».
Pene del Purgatorio
È certo che le pene del Purgatorio sono così forti e intense, che nessun
uomo sarà mai capace con la sua piccola mente di comprenderne
l’acerbità. I paragoni e le immagini più vive non possono darcene che
una sbiadita figura. San Tommaso d’Aquino, che è sempre così misurato
nelle sue parole, dice che «la più piccola pena del Purgatorio sorpassa
senza misura la più grande pena di questa vita».
E dottrina della Chiesa che, come nell’Inferno, così nel Purgatorio vi è una doppia pena: quella del senso e quella del danno.
1) La pena del senso consiste in tormenti sensibili prodotti da un fuoco
la cui misteriosa potenza fa soffrire l’anima come se avesse il corpo.
Questo è quanto insegnano generalmente i Teologi, fondati su molte
testimonianze dei Santi Padri, alcuni dei quali dicono che questo fuoco è
sostanzialmente uguale a quello dell’Interno, con la sola differenza
che non è eterno.
2) La pena del danno invece consiste nella temporanea separazione da Dio.
Col peccato, anche veniale, l’anima si lascia trascinare o si rivolge
volontariamente alle creature, e si al lontana e volta le spalle a Dio,
suo Creatore. Per questo, in punizione, nel Purgatorio Dio la tiene
forzata mente lontana da sé, mentre lei sente più che mai potente il
bisogno di unirsi a Lui, centro del suo amore e della sua felicità.
Adesso su questa terra, sprofondati nel mondo sensibile, imprigionati
nella materia, noi non possiamo comprendere profondamente che cosa vuol
dire per un’anima, priva del corpo, essere separata da Dio. Tuttavia,
riflettendoci un poco, possiamo intravedere qual
che cosa.
Infatti chi è Dio?... Dio è la verità, la sorgente della felicità, la
perfezione infinita, il centro di attrazione di tutte le anime. In altre
parole, Dio è l’essere infinitamente perfetto, unicamente per il quale
siamo stati creati, al quale l’anima nostra tende necessariamente come a
suo centro. Egli soltanto può soddisfare tutte le sue brame, appagare
tutto il suo essere, tutte le sue facoltà. Ebbene, finché l’anima è
imprigionata nel corpo, non sente in tutta la sua forza questo bisogno
di Dio, questa attrazione verso di Lui. La materia che la circonda le
impedisce di conoscere perfettamente la sua bellezza, la sua bontà, il
suo amore infinito, le sue perfezioni infinite. Ma appena essa sarà
liberata dal corpo, abbraccerà con un solo sguardo il Bene in finito che
è Dio, sentirà potentemente di essere fatta per lui, per vederlo,
possederlo, goderlo, per amarlo eternamente. Quindi si sentirà attratta a
Lui con una forza irresistibile, con una potenza che nessuno potrà mai
moderare o estinguere. Allora l’anima si slancerà naturalmente verso
questo abisso di felicità dove troverà la sua pace, la soddisfazione di
tutte le sue esigenze.
Ecco la pena più grande del Purgatorio: mentre l’anima sente il bisogno
potente e irresistibile di unirsi a Dio, Questi l’allontana perché
macchiata di colpa, le impedisce di possederrlo, di goderlo, di
partecipare alla sua felicità infinita, e la rinchiude in un carcere
tormentoso dove essa dovrà soffrire immensamente tormentata dalla brama
di unirsi al Bene Assoluto che ardetemente sospira. Questo è il tormento
che supera ogni altro tormento e che purifica l’anima purgante.
3) Quanto tempo dureranno queste pene?
La durata della permanenza nel Purgatorio non è uguale per tutte le
anime, perché dipende dalle pene da espiare. In questa vita predomina la
misericordia di Dio, nell’aldilà predomina la sua giustizia. Su questa
terra con poco possiamo espiare molto, nel Purgatorio invece con molto
si espia poco. Quindi per certe anime la permanenza in Purgatorio potrà
essere molto lunga.
4) I suffragi per le Anime del Purgatorio
Noi, su questa terra, abbiamo la possibilità di venire in loro aiuto
affinché le loro pene siano alleviate e abbreviate. E verità di fede.
Noi possiamo aiutare le Anime del Purgatorio con la preghiera, con le
indulgenze, con opere di carità, con qualunque opera buona applicata a
loro suffragio. Il mezzo però più efficace è la S. Messa. Quando essa
viene celebrata in suffragio delle Anime del Purgatorio, è Gesù stesso
che prega per loro, si sacrifica per loro sull’altare.
A questo punto non va dimenticato che noi possiamo purificarci in terra
prima di morire, e non è escluso il caso di chi, accogliendo con
pazienza certe prove della vita, possa raggiungere direttamente il Cielo
senza passare per il Purgatorio.
Inoltre conviene riflettere che mentre in Purgatorio ci si può solo
purificare, sulla terra invece le preghiere, le opere buone, le
sofferenze accettate, oltre ad essere purificatorie, sono anche
meritorie e quindi fonte di maggior gloria e felicità in Paradiso.
La terra dunque può sostituire il Purgatorio, o al meno farcelo
abbreviare. Purtroppo in terra la maggior parte dei cristiani non vuoi
sapere di sofferenze e di mortificazioni volontarie per espiare i propri
peccati. Molti anzi si lamentano e non sono affatto rassegnati alle
croci quotidiane. Di bene ne fanno poco e quel poco è fatto con
negligenza.
Inoltre si commettono con molta frequenza peccati veniali e difetti di ogni specie e non si fa alcuno sforzo per evitarli o diminuirli. Ebbene rifiettiamo che se non vogliamo diminuire ed espiare le nostre colpe su questa terra, bisognerà poi rassegnarsi a lunghe e dolorose sofferenze nel Purgatorio.