Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

Nessuna cosa fa tanta guerra all'uomo quanto l'uomo medesimo. (San Francesco di Sales)

Novena a Santa Felicita

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Primo giorno

I. O gloriosa s. Felicita, che, rimasta vedova del primo consorte in età ancor giovanile, vi consacraste talmente al Signore da diventar il perfetto modello di tutte le vedove cristiane, rinunziando per sempre alle pompe e ai divertimenti del mondo, malgrado la nobiltà della vostra nascita e la elevatezza del vostro rango; impetrate a noi tutti la grazia di preferir sempre il ritiro alla comparsa, l’abbiezione alla gloria, per vivere quella vita nascosta in Gesù Cristo, che è la più certa caparra della perpetua partecipazione alla sua gloria su in cielo.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. O gloriosa s. Felicita, che faceste vostra delizia l’instillare nei vostri figliuoli il timor santo di Dio, e di persuaderli fin dai primi anni che non v’ha fortuna maggiore di quella di dare la vita per la confessione della fede, ottenete a noi tutti la grazia di adempir sempre con esattezza tutti i doveri del nostro stato e di insegnar sempre col nostro esempio a temer Dio più assai che gli uomini, e a riputare sempre vero guadagno ogni perdita che avessimo a fare per la glorificazione del Vangelo.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. O gloriosa s. Felicita, che invitata dal prefetto Publio ad obbedire agli empii comandi dell’idolatra imperatore Antonino, vi mostraste immobile come uno scoglio così alle promesse le più lusinghiere, come alle minaccie più spaventose, dichiarando solenne mente di volere con tutti i vostri figli soffrir qualunque supplizio, anziché violare la fede a Gesù Cristo giurata, e contristare lo Spirito Santo abitante dentro di voi, ottenete a noi tutti la grazia di non esser ma atterriti dalle persecuzioni del mondo, o di non rifiutarci giammai a qualunque sacrifizio, piuttosto che tradire la causa della verità e della giustizia.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

IV. O gloriosa s. Felicita, che schiaffeggiata per la vostra costanza nel confessare la fede di Gesù Cristo, animaste i vostri figliuoli Gennaro, Felice, Filippo, Silvano, Alessandro, Vitale e Marziale, a soffrire come quell’intrepida Maccabea, i più spietati supplizi anziché aderire agli inviti di chi, a somiglianza di Antioco, voleva renderli a un punto solo e infedeli e spergiuri, ottenete a noi tutti la grazia di tanto più infervorarci nella fede di Gesù Cristo, quanto più terribile e dichiarata è la persecuzione che muovesi contro di noi.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

V. O gloriosa s. Felicita, che lungi dall’intimorirvi alla vista del vostro figlio Gennaro, caduto sotto i colpi delle sforzo armato di piombo, e di Felice o Filippo accoppati a forza di bastoni, di Silvano precipitato da grande altezza, e poi di Alessandro, di Vitale e di Marziale, l’uno dopo l’altro decapitati, camminaste in mezzo dei loro cadaveri più lieta di allora che vi era dato il vezzarli fra le vostre braccia, riscontrando nelle loro piaghe altrettante vittorie, e nella loro morte, la loro nascita alla vita beata ed eterna, ottenete a noi tutti la grazia di riguardar sempre con l’occhio della Fede ciò che ne travalia sopra la terra, onde riputarci tanto più fortunati quanto più ci è dato di patire per la glorificazione di Dio.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

VI. O gloriosa s. Felicita, che sette volte martirizzata nei diversi supplizi applicati in vostra presenza ai vostri setto figliuoli, vi mostraste sempre più ferma nel santo vostro proposito di tutto perdere e di tutto soffrire piuttosto che perdere la grazia e l’amicizia del vostro Dio, ond’è che soffriste coi sentimenti della più viva allegrezza quel colpo di spada con che il carnefice vi spiccò il capo dal busto, ottenete a noi tutti la grazia di essere sempre immobili come scogli nelle nostre sante risoluzioni, onde assicurarci quel premio che ai soli perseveranti fino alla fine è riservato nel cielo.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

VII. Gloriosissimi Figliuoli della sempre ammirabil santa Felicita, voi che corrispondeste mai sempre con inalterabile fedeltà alle sollecite cure di vostra madre, che sempre attese far di voi sette santi; voi che sempre uniti di spirito in seno alla vostra famiglia, vi incoraggiaste a vicenda a soffrire qualunque più barbara carneficina anziché declinare dai documenti di chi vi aveva sempre rappresentato come fortuna il martirio, e così meritaste di essere per sempre uniti nella gloria del Cielo, dopo essere stati sempre compagni nei patimenti sopra la terra, ottenete a noi tutti la grazia di profittar sempre dei documenti di chi ci parla a nome di Dio, di essere sempre staccati da tutte le cose del mondo per non aspirare che ai tesori del Paradiso, di tenerci sempre uniti ai nostri prossimi coi vincoli santificatori della cristiana carità, e di soffrir sempre, con giubilo le traversie e le persecuzioni, onde godere con voi per tutti i secoli quella specialissima gloria che è riservata a coloro che si saranno al proprio dovere conservati ìn tutta la vita costantemente fedeli.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Santa Felicita

Il più antico documento che ricorda la martire Felicita il Martirologio Geronimiano, il quale, alla data del 23 novembre, ha: "Romae in cimiterio Maximi, Felicitatis" (il cimitero di Massimo è sulla via Salaria Nuova). Questa notizia del Geronimiano è confermata dagli itinerari, i quali indicavano ai pellegrini il sepolcro della martire in quel cimitero, e dalle biografie dei papi che lo avevano restaurato. Un frammento di epitafio ci fa sapere che due cristiani si erano scelti qui il sepolcro:
Conferma questa notizia il fatto che, al tempo di Gregorio Magno (590-604), tra gli altri olii raccolti dal presbitero Giovanni sui sepolcri dei martiri romani, fu offerto alla regina Teodolinda anche l'olio della lampada che ardeva presso il sepolcro della martire. Egli, tuttavia, tratto in inganno dalla pittura murale, rappresentante Felicita in mezzo a sette figure, credette che qui riposassero con lei i suoi sette figli.

Il Burkitt, contro l'opinione comune, ha preteso dimostrare, senza argomenti convincenti, che la Felicita del Canone romano, non è la compagna di Perpetua, ricordata il 7 marzo, ma la Felicita del 23 novembre.

Felicita è conosciuta comunemente come la madre dei sette fratelli martiri. La sua passio è pervenuta attraverso due testi: il primo, molto breve, è conservato in numerosi mss., il secondo si riallaccia ad una traslazione di reliquie a Benevento ed è un rimaneggiamento senza valore del primo. Secondo la passio più antica, composta tra la fine del sec. IV e l'inizio del sec. V, Felicita, ricca vedova, fu accusata da sacerdoti pagani all'imperatore Antonino. Publio, prefetto di Roma, incaricato dall'imperatore di giudicare la santa, cominciò ad interrogarla da sola, e tuttavia non ottenne alcun risultato. Il giorno dopo fece condurre la madre e i sette figli presso il foro di Marte, ma Felicita esortò i figli a rimanere saldi nella fede. Il giudice se li fece condurre davanti l'uno dopo l'altro: Gennaro, Felice, Filippo, Silano, Alessandro, Vitale e Marziale. Non riuscendo a piegare la loro costanza, li assegnò a diversi giudici incaricati di eseguire la sentenza di morte, che fu eseguita con diversi supplizi. Questo racconto è una imitazione dell'episodio biblico dei sette fratelli Maccabei e non ha alcuna base storica. Gli Acta di Felicita, inoltre, richiamano quelli analoghi di s. Sinforosa e dei suoi sette figli. I sette nomi, dati ai pretesi figli di Felicita, si trovano nella Depositio Martyrum alla data del 10 luglio, senza alcun rapporto di parentela fra loro e con Felicita Poiché questi martiri erano sepolti in quattro cimiteri, l'agiografo ha creduto opportuno di scrivere che la sentenza fu eseguita da quattro giudici. E' da aggiungere che l'autore non dice dove fosse il sepolcro dei martiri e tanto meno il loro giorno anniversario. Damaso, poi, nell'epigrafe in onore dei ss. Felice e Filippo, mostra di ignorare questa parentela e i tre versi che si riferiscono a Felicita sono di origine dubbia.

Sul sepolcro di Felicita, papa Bonifacio I (418-22) edificò una basilica nella quale egli stesso fu sepolto, come indicano il Martirologio Geronimiano (VI sec.) e il Liber Pontificalis. La devozione del papa a Felicita nacque dall'essersi egli rifugiato in quel cimitero ed avere abitato in costruzioni sopra terra durante lo scisma di Eulalio, terminato come egli ritenne, per opera della santa. Nella basilica, s. Gregorio Magno recitò un'omelia nel dies natalis della martire, facendo riferimento alla passio. I resti di un dipinto del sec. VIII, nella stessa catacomba, mostrano il Redentore che dà la corona a Felicita e a sette martiri, quegli stessi che sono stati creduti figli di Felicita.

Presso le terme di Traiano dal lato verso il Colosseo, nel 1812 fu scoperto un oratorio in onore della santa con la sua immagine; qui si recavano le matrone a pregare. Felicita, come attesta l'iscrizione ivi scoperta, posta ai lati del capo, era venerata come protettrice delle donne romane:FELICITAS CULTRIX ROMANARUM.

L'oratorio, di modeste dimensioni, era ornato, nella nicchia dell'altare, da una pittura del sec. V-VI, la quale rappresentava la martire, eretta, in figura di orante, con intorno i suoi sette pretesi figli, e in alto la figura' del Redentore, che tiene nella destra una corona gemmata per cingerle il capo. Quando il dipinto venne alla luce, mostrava a destra, in basso, la figura di un carceriere con la chiave: forse perché si credeva che Felicita fosse stata in carcere in questo luogo, prima di sostenere il martirio. Il De Rossi ritiene che il sito fosse l'abitazione di Felicita: se ciò corrispondesse alla realtà, si spiegherebbe la devozione delle matrone romane per esso.

Il Martirologio Romano commemora Felicita alla data del 23 novembre, con un elogio preso dalla passio.

E' invocata, a causa dei pretesi sette figli, dalle donne che desiderano avere prole.

Fonte: https://www.santiebeati.it/dettaglio/78825


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