Sotto il Tuo Manto

Martedi, 17 giugno 2025 - San Marciano (Letture di oggi)

Mi trovavo in sanatorio a Pradnik. In piena notte, venni svegliata all'improvviso. Compresi che un'anima si trovava nella necessità  urgente che qualcuno pregasse per lei. Mi recai in corsia e vidi una persona già  entrata in agonia. All'improvviso, udii interiormente questa voce: «Recita la coroncina che ti ho insegnato». Corsi a prendere il rosario e, in ginocchio accanto all'agonizzante, recitai la coroncina con tutto il fervore di cui ero capace. A un tratto, l'agonizzante aprì gli occhi e mi guardò. La mia coroncina non era ancora terminata e già  quella persona era spirata con una singolare serenità  dipinta sul volto. Avevo chiesto ardentemente al Signore di mantenere la promessa fattami a proposito della coroncina, ed egli mi fece conoscere che, in quell'occasione, l'aveva mantenuta. Fu la prima anima salvata grazie a questa promessa del Signore. Rientrata nella mia stanzetta, udii queste parole: «Nell'ora della morte, difenderò come mia gloria ogni anima che reciterà  la coroncina. Se un'altra persona la reciterà  presso un moribondo, otterrà  per lui il medesimo perdono». Quando si recita la coroncina al capezzale di un agonizzante, l'ira di Dio si placa e una misericordia a noi ignota avvolge l'anima, perché commuove profondamente l'Essere divino la rievocazione della passione dolorosa di suo Figlio. (Santa Faustina Kowalska)

Novena a San Michele e ai nove Cori degli Angeli

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3° GIORNO (IL 17) IN ONORE DEI TRONI

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà come in Cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.

Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle, di pregare per me il Signore Dio nostro. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

Principe gloriosissimo della Milizia celeste, san Michele Arcangelo, difendici nella lotta contro gli spiriti maligni sparsi nel mondo per rovinare le anime. Vieni in soccorso degli uomini che Dio ha creato a sua immagine e somiglianza e che ha riscattato a prezzo del suo sangue. Che cresca in essi l'amore per Dio e per il prossimo.

San Michele, grande difensore del popolo cristiano, affinché tu compia degnamente la missione che ti è stata affidata di vegliare sulla Chiesa, moltiplica le tue vittorie su coloro che vogliono far crollare la nostra fede. Che la Chiesa di Gesù Cristo accolga i nuovi fedeli e faccia conoscere il Vangelo ai nostri fratelli del mondo intero. Che tutti i popoli della terra si riuniscano e rendano gloria a Dio.

San Michele Arcangelo


“E poi che fummo un poco più avanti,

udia gridar: ‘Maria, òra per noi’:

gridar ‘Michele’ e ‘Pietro’, e ‘Tutti santi’”.

(Purgatorio XII, 51).

Sono i versi del Purgatorio di Dante, al Canto XIII. Il Poeta si aggira commosso fra le anime degli invidiosi, mentre l’aria del cerchio in cui si svolge la scena è attraversata da voci misteriose che ricordano esempi di carità. Anche dalle ombre tormentate, ammassate contro la roccia e con le palpebre cucite, si alzano delle litanie. Implorano l’intercessione della Vergine e subito dopo Lei – e prima di Pietro e di tutti i Santi – invocano il nome di “Michele”. Quando cita al verso 51 l’Arcangelo, l’autore della Commedia nel canto precedente ha appena finito di vedere l’altro angelo, definito “nobil creato più ch’altra creatura”, cadere “giù dal cielo folgoreggiando”.

Michele e Lucifero. Anche nella Divina Commedia trova spazio il mortale confronto tra quello che nella Bibbia è descritto come il comandante “supremo dell’esercito celeste” e il capo degli angeli che decisero di fare a meno di Dio e furono precipitati gli inferi. Secondo la tradizione, l’Arcangelo Michele è il Principe che lotta contro il male, dai cui assalti difende perennemente la fede e la Chiesa. E anche Dante, nel 1200, mostra come sia riconosciuto il potere d’intercessione attribuito a questa figura, molto venerata sia in Oriente che in Occidente.

Non si contano nel mondo cattedrali, santuari, monasteri, cappelle – ma anche monti, grotte, colline – intitolati all’Arcangelo Michele, il cui nome, citato per cinque volte nella Sacra Scrittura”, deriva dall’espressione “Mi-ka-El”, cioè “chi è come Dio?”. Per la sua secolare popolarità, l’Angelo guerriero che con la sua spada sguainata veglia da Castel Sant’Angelo sulla Cupola di San Pietro è anche al centro di numerose storie e aneddoti. Una di esse risale al 13 ottobre 1884.

La supplica di Leone XIII

Il 13 ottobre 1884, finito da poco di celebrare Messa nella cappella vaticana, Leone XIII si blocca una decina di minuti. Il suo viso, diranno i testimoni, rivela insieme terrore e meraviglia. Poi Papa Pecci raggiunge in fretta il suo studio, siede al tavolo e scrive di getto una preghiera all’Arcangelo Michele. Mezz’ora dopo chiama il segretario e gli consegna il foglio con l’ordine di stamparlo e inviarlo a tutti i vescovi del mondo perché recitino la supplica alla fine della Messa. Leone XIII racconterà di aver avuto, in quei pochi minuti, un’agghiacciante visione di “legioni di demoni” attaccare la Chiesa fin quasi a distruggerla e di aver assistito all’intervento difensivo e decisivo dell’Arcangelo. “Poi – soggiunse - ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo”. La supplica nel tempo è caduta in disuso ma venne ricordata da San Giovanni Paolo II al Regina Caeli del 24 aprile 1994: “Invito tutti a non dimenticarla – disse Papa Wojtyla – ma a recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo”.
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