Novena a San Michele e ai nove Cori degli Angeli

1° GIORNO (IL 15 DEL MESE) IN ONORE DEI SERAFINI
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà come in Cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.
Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle, di pregare per me il Signore Dio nostro. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
Principe gloriosissimo della Milizia celeste, san Michele Arcangelo, difendici nella lotta contro gli spiriti maligni sparsi nel mondo per rovinare le anime. Vieni in soccorso degli uomini che Dio ha creato a sua immagine e somiglianza e che ha riscattato a prezzo del suo sangue. Che cresca in essi l'amore per Dio e per il prossimo.
San Michele Arcangelo
“E poi che fummo un poco più avanti,
udia gridar: ‘Maria, òra per noi’:
gridar ‘Michele’ e ‘Pietro’, e ‘Tutti santi’”.
(Purgatorio XII, 51).
Sono i versi del Purgatorio di Dante, al Canto XIII. Il Poeta si aggira commosso fra le anime degli invidiosi, mentre l’aria del cerchio in cui si svolge la scena è attraversata da voci misteriose che ricordano esempi di carità. Anche dalle ombre tormentate, ammassate contro la roccia e con le palpebre cucite, si alzano delle litanie. Implorano l’intercessione della Vergine e subito dopo Lei – e prima di Pietro e di tutti i Santi – invocano il nome di “Michele”. Quando cita al verso 51 l’Arcangelo, l’autore della Commedia nel canto precedente ha appena finito di vedere l’altro angelo, definito “nobil creato più ch’altra creatura”, cadere “giù dal cielo folgoreggiando”.
Michele e Lucifero. Anche nella Divina Commedia trova spazio il mortale confronto tra quello che nella Bibbia è descritto come il comandante “supremo dell’esercito celeste” e il capo degli angeli che decisero di fare a meno di Dio e furono precipitati gli inferi. Secondo la tradizione, l’Arcangelo Michele è il Principe che lotta contro il male, dai cui assalti difende perennemente la fede e la Chiesa. E anche Dante, nel 1200, mostra come sia riconosciuto il potere d’intercessione attribuito a questa figura, molto venerata sia in Oriente che in Occidente.
Non si contano nel mondo cattedrali, santuari, monasteri, cappelle – ma anche monti, grotte, colline – intitolati all’Arcangelo Michele, il cui nome, citato per cinque volte nella Sacra Scrittura”, deriva dall’espressione “Mi-ka-El”, cioè “chi è come Dio?”. Per la sua secolare popolarità, l’Angelo guerriero che con la sua spada sguainata veglia da Castel Sant’Angelo sulla Cupola di San Pietro è anche al centro di numerose storie e aneddoti. Una di esse risale al 13 ottobre 1884.