Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Le bizzarrie e le stranezze, compiute da San Filippo, durante la sua vita, specialmente nel periodo in cui era più in auge, furono tali e tante che verrebbe la voglia di non credervi se non ci fossero le testimonianze del Processo di Canonizzazione e soprattutto se non si sapesse che il fare stranezze entrava nelle regole di vita del nostro Santo. Era il principale studio di San Filippo quello di farsi credere un buono a nulla, un buffone, uno scemo. Per questo si metteva a saltare, ballare e sgambettare per le vie e per le piazze. Usciva con la veste alla rovescia infilando nei piedi certe scarpe bianche e larghe che sembravano fatte per il carnevale. Riceveva gente in camera sua, anche principi e cardinali, con una berretta bianca in testa, e una camiciola rossa che gli arrivava ai piedi. Non garbava poi per niente i segni di rispetto o di onore. Quando, andando in chiesa, uomini o donne gli si accostavano per toccargli le vesti o si inginocchiavano dinanzi per averne la benedizione, egli si metteva a tirare le orecchie o i capelli, distribuiva scappellotti, posava gli occhiali sul naso dell'uno o dell'altro. Ad Anna Borromeo, la sorella del Cardinale, che gli chiedeva la benedizione sulla pubblica via stando inginocchiata per terra davanti a lui, egli posò la sua mano sul capo in atto di benedirla, ma poi con una mossa svelta le scompigliò tutti i capelli. Nella festa di San Pietro in Vincoli, nella piazza davanti alla Chiesa patronale, affollatissima di gente, egli si mise a saltare come un ragazzo. Guarda quel vecchio matto, disse qualcuno. Quando Filippo sentiva di queste frasi, allora era contento. (San Filippo Neri)

Novena di Pentecoste

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Nono giorno

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.

Spirito Santo, ti supplico di illuminare la mia mente con luce vivida, necessaria per me e per coloro che chiedono da me, e di sostenere la mia debole volontà con grazie d'amore e di fortezza. Divino santificatore, conducimi alla vetta della santità attraverso il lavoro continuo, paziente, docile alle tue premure. La santità sei tu ed io devo lasciarti vivere in me, assecondando la tua opera di perfezione. Divino rinnovatore, rinnova tutto, rimuovi ogni male, ogni pericolo, ogni cattiveria, rifai tutto nuovo per me, tutto puro, tutto santo. Divino vivificatore, anima della mia anima, dammi la forza di attestare e glorificare sempre, insieme con te, il Figlio divino e di vivere per la sua gloria e morire nel suo amore. Divino donatore, dammi i tuoi doni per contemplare Dio nella luce dei suoi misteri, per comprendere il vero valore della vita e delle cose e per amare tutti con pura carità, come se già fossi in Cielo. Grazie! Amen!

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

La solennità della Pentecoste viene celebrata 50 giorni dopo la Pasqua: festa durante la quale si fa memoria del dono dello Spirito Santo, che va a colmare la confusione di Babele (cfr Gn 11, 9): in Gesù, morto, risorto e asceso al Cielo, i popoli tornano a comprendersi nell’unica lingua, quella dell’amore. Nella prima metà del III secolo già Tertulliano e Origene parlano della Pentecoste come di una festa che segue quella dell’Ascensione. Nel IV secolo la Pentecoste è una festa già comunemente celebrata a Gerusalemme, come ricorda la pellegrina Egeria, e propone il tema del rinnovamento che la venuta dello Spirito ha operato nel cuore degli uomini. La Pentecoste affonda le sue radici nel popolo ebraico, con la festa delle Settimane: una ricorrenza di origini agricole in cui si esaltavano le primizie della mietitura e si festeggiava il raccolto dell’anno. Successivamente, gli ebrei ricordarono la rivelazione di Dio a Mosè sul Monte Sinai con il dono delle Tavole della Legge, i Dieci Comandamenti. Quindi per i cristiani diventa il momento in cui Cristo, tornato alla gloria del Padre, si fa presente nel cuore dell’uomo attraverso lo Spirito, legge donata da Dio, scritta nei cuori: “L’Alleanza nuova e definitiva è fondata non più su una legge scritta su tavole di pietra, ma sull’azione dello Spirito di Dio che fa nuove tutte le cose e si incide in cuori di carne” (Papa Francesco, Udienza generale del 19 giugno 2019). A cominciare dalla Pentecoste, ha inizio la Chiesa e si da avvio alla sua missione evangelizzatrice.

Fonte: https://www.vaticannews.va

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