I. Per quel tenerissimo amore che voi portaste mai sempre a Gesù Cristo, per cui, sebben principessa di nascita, allevata alla corte paterna,
fornita di tutte le doti che sogliono avere nel mondo le più distinte fortune, e chiesta in sposa da un principe dei più rinomati d’Europa,
rimaneste ognor immobile nel gran proposito di conservar sempre intatta la vostra verginità,deh! impetrate a noi tutti,o gloriosa s. Orsola,
di non macchiare giammai la castità, conveniente al nostro stato, e di non mai deviare, nè per allettamenti, nè per minaccie dai nostri buoni
proponimenti.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
II. Per quella magnanima risoluzione che voi sapeste insinuare a tutte le vergini vostre compagne di preferir gli sponsali con Gesù Cristo ai collocamenti
più vantaggiosi coi più illustri personaggi del mondo, per quel giubilo che provaste, quando sorpresa la vostra nave da spaventosa tempesta che vi
costrinse a prender porto presso l’imboccatura del Reno, e di là a Colonia, anziché ai lidi della Gallia Belgica, ove eravate diretta, riconosceste
esauditi i vostri voti, cadendo nelle mani dei barbari piuttosto che in quelle del duca Conano e degli altri ufficiali Brettoni, che aspettavano voi e
le vostre compagne in proprie spose, ottenete a noi tutti, o gloriosa s. Orsola, di riconoscere sempre dal cielo tutto ciò che accade di sinistro sopra
la terra, e di adoperarci con ogni sforzo per indurre a mantenere i nostri prossimi nella strada della salute.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
III. Per quell’ammirabile intrepidezza con la quale sacrificaste unitamente alle vergini vostre compagno il sangue insieme e la vita, anzichè mancare alla
fede giurata a Gesù vostro sposo, e per quelle infinite benedizioni che in ogni tempo spargeste sui vari beneficentissimi Ordini istituiti sotto la vostra
protezione e il vostro nome per informare le giovani nella pietà la più soda, ottenete e noi tutti, o gloriosa s. Orsola, di essere sempre disposti a
soffrire qualunque tormento, anzichè tradire i doveri della propria coscienza, e di vivere sempre in maniera da meritarci il vostro speciale patrocinio
sopra la terra, e l’eterna partecipazione alla vostra gloria nel cielo.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Le non poche leggende che avvolgono la figura di S. Orsola potrebbero considerarsi racconti esuberanti, che si diramano da realtà importanti: da una iscrizione nel coro della chiesa omonima in Colonia, ritenuta oggi autentica ed assegnata al IV-V secolo, fino alla protezione degli studi alla Sorbona e nelle università di Coimbra e Vienna. La collocazione nella storia della santa può oscillare dai tempi di Diocleziano, il dalmata imperatore romano che perseguitò i cristiani nel 303-304, a quelli di Attila (395-453), il re degli Unni e “flagello di Dio” che pure non scherzò affatto coi cristiani. D’altra parte la leggenda medioevale intorno ai santi non va considerata riduttivamente come propaganda dei preti o come esigenza localistica di prestigio.
Orsola o Ursula, figlia di un re di Britannia, era bellissima, segretamente consacrata a Dio. Un re pagano, di nome Aetherius, si fece ben presto avanti per ottenerla in sposa. Il matrimonio avrebbe scongiurato una guerra, quindi diventava politico; perciò il padre fu quasi obbligato a dare il proprio consenso. Ma la giovane pose alcune condizioni: una dilazione di tre anni, la promessa del pretendente che si sarebbe convertito e la programmazione di un pellegrinaggio insieme a Roma. Scaduti i tre anni,Orsola e undici nobili fanciulle (che diventeranno successivamente undicimila per un errore di trascrizione dell’iscrizione di cui sopra) salparono dai propri lidi e per mare e poi per fiume raggiunsero Colonia.
Dopo avere là brevemente soggiornato,le undici giovani, incoraggiate da un angelo, proseguirono, sempre navigando sul Reno, fino a Basilea. Dalla Svizzera raggiunsero a piedi, oranti pellegrine, Roma, dove Orsola fu ricevuta dal Papa. Davanti al Santo Padre comparve anche il promesso sposo che, nel frattempo, si era convertito al cristianesimo. Nello stesso anno e seguendo il medesimo tragitto, le vergini ritornarono a Colonia. In tale antica e importante città tedesca Orsola e le altre, per la loro manifesta fede cristiana, vennero torturate e messe a morte a colpi di freccia.
Colonia, che pure coltiva dal 1162 un grande culto verso i Magi, la ricorda come propria patrona insieme a S. Cuniberto, vescovo nel VII secolo. Le comunità cattoliche la venerano sempre, anche attualmente, in buona parte del mondo e talora con grandi cerimonie religiose, il 21 ottobre, suo giorno del calendario liturgico. Anche Mantova non ha voluto essere da meno, facendo costruire in suo onore, nel 1608 su progetto dell’architetto di corte Antonio Maria Viani, la chiesa di recente restaurata e che prospetta sul corso Vittorio Emanuele II. Non marginale il fatto che le Orsoline, fondate nel 1535 da Sant’Angela Merici, abbiano operato per più di un secolo nella città di Virgilio, educando tanta gioventù femminile.
Innumerevoli sono, come in parte già accennato, i patronati di Sant’Orsola; tra loro riveste particolare significato quello sul matrimonio felice. Considerata la condiscendenza del promesso sposo, la santa può venire invocata infatti dai nubendi per avere un buon matrimonio.