Novena a San Michele Arcangelo

Primo giorno
O Dio vieni a salvarmi O Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna.
Ti domandiamo, o Arcangelo San Michele, insieme coi principe del primo Coro dei Serafini, che Tu voglia accendere il nostro cuore con le fiamme del santo amore e che per mezzo tuo, possiamo allontanare i lusinghieri inganni dei piaceri del mondo.Padre Nostro, Tre Ave Maria
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del maligno. Salvaci dalla perdizione eterna.
1 Padre Nostro a San Michele
1 Padre Nostro a San Gabriele
1 Padre Nostro a San Raffaele
1 Padre Nostro all’Angelo Custode
Prega per noi Arcangelo San Michele Gesù Cristo Nostro Signore e saremo degni delle sue promesse.PREGHIAMO
Onnipotente ed Eterno Dio, che nella tua somma Bontà assegnasti in modo mirabile l'Arcangelo Michele come gloriosissimo principe della Chiesa per la salvezza degli uomini, concedi che, con il suo salvifico aiuto, meritiamo di essere efficacemente difesi di fronte a tutti i nemici in modo che, al momento della nostra morte, possiamo essere liberati dal peccato e presentarci alla tua eccelsa e beatissima Maestà. Per Cristo nostro Signore. Amen.
San Michele Arcangelo
“E poi che fummo un poco più avanti,
udia gridar: ‘Maria, òra per noi’:
gridar ‘Michele’ e ‘Pietro’, e ‘Tutti santi’”.
(Purgatorio XII, 51).
Sono i versi del Purgatorio di Dante, al Canto XIII. Il Poeta si aggira commosso fra le anime degli invidiosi, mentre l’aria del cerchio in cui si svolge la scena è attraversata da voci misteriose che ricordano esempi di carità. Anche dalle ombre tormentate, ammassate contro la roccia e con le palpebre cucite, si alzano delle litanie. Implorano l’intercessione della Vergine e subito dopo Lei – e prima di Pietro e di tutti i Santi – invocano il nome di “Michele”. Quando cita al verso 51 l’Arcangelo, l’autore della Commedia nel canto precedente ha appena finito di vedere l’altro angelo, definito “nobil creato più ch’altra creatura”, cadere “giù dal cielo folgoreggiando”.
Michele e Lucifero. Anche nella Divina Commedia trova spazio il mortale confronto tra quello che nella Bibbia è descritto come il comandante “supremo dell’esercito celeste” e il capo degli angeli che decisero di fare a meno di Dio e furono precipitati gli inferi. Secondo la tradizione, l’Arcangelo Michele è il Principe che lotta contro il male, dai cui assalti difende perennemente la fede e la Chiesa. E anche Dante, nel 1200, mostra come sia riconosciuto il potere d’intercessione attribuito a questa figura, molto venerata sia in Oriente che in Occidente.
Non si contano nel mondo cattedrali, santuari, monasteri, cappelle – ma anche monti, grotte, colline – intitolati all’Arcangelo Michele, il cui nome, citato per cinque volte nella Sacra Scrittura”, deriva dall’espressione “Mi-ka-El”, cioè “chi è come Dio?”. Per la sua secolare popolarità, l’Angelo guerriero che con la sua spada sguainata veglia da Castel Sant’Angelo sulla Cupola di San Pietro è anche al centro di numerose storie e aneddoti. Una di esse risale al 13 ottobre 1884.