Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

La vita più breve e la migliore , purché ci guidi alla beata eternità . (San Francesco di Sales)

Novena a Santa Marta di Betania

?
$c "; } ?>

Primo giorno

I. Per quell’ammirabile prontezza con cui voi, o gloriosa s. Marta, vi desto a seguire gli esempi, i consigli e gli inviti del Redentore divino, appena riudiste la voce, fino a diventare con universale ammirazione una delle sue più fedeli discepole, ottenete a noi tutti la grazia di corrispondere fedelmente a tutte le celesti aspirazioni, affine di essere costantemente imitatori e seguaci di Gesù Cristo.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Per quell'ammirabile generosità con cui voi, o gloriosa s. Marta, rinunciaste costantemente a tutti i piaceri del senso, professando perpetua verginità in un tempo in cui era comunemente trascurata una sì bella virtù, ottenete a noi tutti la grazia di conservare mai sempre la castità conveniente al nostro stato, e di fuggire a tutto potere quanto potesse contaminare una virtù così bella, così eccellente e così meritoria.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Per quell’ammirabile premura, che malgrado la nobiltà della vostra famiglia e l’agiatezza del vostro stato, voi aveste mai sempre, o gloriosa santa Marta, di servire personalmente in tutti i temporali bisogni la umanità sacratissima di Gesù Cristo, ottenete a noi tutti la grazia di riguardar sempre con occhio di disprezzo le ricchezze e gli onori del mondo, per far nostra unica compiacenza l’attendere di continuo con ogni sforzo al più perfetto contentamento del nostro unico bene, il Redentore divino.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

IV. Per quell’ammirabile fede che voi, o gloriosa santa Marta, aveste mai sempre nella divinità del Nazareno, fino a chiamarlo pubblicamente povero Figliuolo di Dio, poi Messia aspettato da tutti i secoli, per l’arbitro assoluto della vita e della morte, sebbene da tanti discreduto e contraddetto, ottenete a noi tutti la grazia di non vacillare giammai nella credenza delle verità indispensabili alla salute, e di confessarle sempre generosamente in faccia al mondo, malgrado le bestemmie di tanti increduli, o gli scandali di tanti traviati.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

V. Per quell’ammirabile predilezione che ebbe mai sempre di voi, o gloriosa santa Maria, l’incarnato Figliuol di Dio, onorando tante volte la vostra casa della sua real presenza, sedendo con tanta amorevolozza al convitto da voi apprestatogli, e risuscitando il vostro fratello già da quattro giorni sepolto, ottenete a noi tutti la grazia di esser sempre fervorosi nel santo amore di Dio, onde meritarci ancor noi le più preziose distinzioni, così della sua grazia in questa vita, come della sua gloria nell’altra.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

VI. Per quell’ammirabile umiltà con cui voi, o gloriosa santa Marta, riceveste la dolce riprensione che vi fece il divin Redentore, quando troppo sollecita vi dimostraste per le domestiche cure, sebbene non aveste altro in mira che di spiegare maggiormente il vostro affetto alla sua sacratissima umanità, ottenete a noi tutti la grazia di ricevere sempre umilmente tutte le riprensioni dei nostri superiori, e di viver sempre staccati da tutte le coso del mondo, per attendere a quella che unicamente è necessaria, la nostra eterna salute.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

VII. Per quell’ammirabile coraggio con cui voi, o gloriosa s. Marta, confessando la divinità di Gesù Cristo in faccia agli increduli Giudei, sosteneste le loro persecuzioni, l’esilio dalla vostra patria, e tutti i pericoli del mare sopra una nave senza vele e senza timone, ottenete a noi tutti la grazia di confessar sempre generosi la nostra fede in mezzo allo maggiori contraddizioni, e di riposar sempre nella protezione della celeste provvidenza in tutti i più gravi pericoli a cui ci trovassimo esposti per la causa della verità e della giustizia.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

VIII. Per quell’ammirabile corredo di virtù e di prodigi che tanto magnificarono, o gloriosa santa Marta, il vostro nome in Marsiglia, ove miracolosamente approdaste, e che col vostro zelo apostolico convertiste alla fede, autenticando le vostre parole con l’uccisione dei mostri i più spaventosi, col risanamento degli infermi i più disperati, e con la santificazione dei deserti i più inospitali, ottenete a noi tutti la grazia di procurar sempre con ogni sforzo il bene spirituale e temporale di tutti i nostri fratelli, affine di essere rimunerati con quella gloria particolare che Dio prepara ai cooperatori dei suoi amorosi disegni nella santificazione delle anime.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

IX. Per quell’ ammirabile glorificazione che voi aveste anche dopo la morte, o sempre gloriosa santa Marta, allorchè rinchiuso in arca preziosa il verginal vostro corpo, fu collocato in magnifica cappella intitolata al vostro nome, e quindi, manifestando la vostra virtù con le guarigioni le più meravigliose, vedeste i monarchi ì più potenti umiliarsi dinanzi allo vostre ceneri, dotar riccamente il vostro altare, e magnificar la vostra memoria col rinchiudere il vostro corpo in busto d’oro, ottenete a noi tutti la grazia di viver sempre così conformi ai vostri santissimi esempi, da meritare dopo morte la benedizione degli uomini sopra la terra e il possedimento eterno di Dio in unione con voi lassù nel cielo.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Betania si trova a due-tre chilometri da Gerusalemme ed è nota perché Gesù vi passò più volte durante la sua vita pubblica. Era il villaggio di Lazzaro (da qui il nome datole dagli arabi, al-Azariya, che sta proprio per luogo “di Lazzaro”) e delle sue sorelle Maria e Marta, tutti e tre commemorati oggi dalla Chiesa, sebbene solo la memoria di Marta sia inserita nel Calendario Romano Generale come memoria liturgica obbligatoria, da celebrare cioè in tutti i luoghi della cristianità in cui è diffuso il rito romano. In precedenza Lazzaro era commemorato il 17 dicembre, ma con l’edizione del Martirologio Romano del 2001 (la prima dopo il Vaticano II) la sua memoria è stata spostata al 29 luglio, data tradizionale per il culto liturgico di Marta. Nello stesso giorno è stato riunito il ricordo della sorella Maria di Betania, che a lungo è stata identificata con Maria Maddalena (nonché con la peccatrice penitente che cosparge di olio profumato i piedi di Gesù, baciandoli e asciugandoli con i suoi capelli; Lc 7, 36-50), per ragioni che meriterebbero un approfondimento a parte. Marta è citata in tre episodi evangelici, uno più denso dell’altro, in cui viene ritratta come una donna sollecita nel servire e nell’andare incontro al Maestro. Luca ce la mostra nell’atto di accogliere in casa Gesù, nel mezzo delle fatiche del suo apostolato, «tutta presa dai molti servizi», mentre la sorella Maria, modello delle contemplative, ascolta la parola di Nostro Signore. Da qui la sua celebre rimostranza (“Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”), che diede motivo a Gesù di trasmettere un insegnamento su cui i cristiani di ogni tempo hanno dovuto meditare: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta” (Lc 10, 38-42). Si potrebbe dire che a quel tempo la buona Marta non aveva ancora trovato quell’equilibrio tra l’ora et labora, tra il raccoglimento con Dio e il lavoro, che sarà ben espresso nella dottrina di san Benedetto e che ognuno, non solo i monaci, è chiamato a cercare. Ma certo, come commentò sant’Agostino, era già sulla retta via: “Marta, tu non hai scelto il male; Maria ha però scelto meglio di te”. Ritroviamo Marta, che certamente custodì nel suo cuore le parole del Maestro, nell’episodio della risurrezione di Lazzaro. Non appena sa che Gesù, rischiando la vita, è di ritorno a Betania, proprio lei gli va subito incontro e gli rivolge queste parole: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Egli te la concederà”. Quando poi Gesù le preannuncia che suo fratello risorgerà e le chiede di credere in Lui, è ancora lei a fare un’aperta e ispirata professione di fede: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo” (Gv 11, 1-46). Il terzo episodio si colloca dopo la risurrezione di Lazzaro, quando Gesù fu ospitato a cena a Betania, con Marta intenta a servire i commensali e Maria a cospargere i piedi del Signore di un preziosissimo olio di nardo, asciugandoli con i suoi capelli, pochi giorni prima della Passione e quindi della sepoltura del suo sacratissimo Corpo (Gv 12, 1-11). Scrisse ancora sant’Agostino: “Marta e Maria erano due sorelle, non solo sul piano della natura, ma anche in quello della religione; tutte e due onoravano Dio, tutte e due servivano il Signore presente nella carne in perfetta armonia di sentimenti. Marta lo accolse come si sogliono accogliere i pellegrini, e tuttavia accolse il Signore come serva, il Salvatore come inferma, il Creatore come creatura; lo accolse per nutrirlo nel suo corpo mentre lei doveva nutrirsi con lo Spirito. […] Del resto tu, Marta, sia detto con tua buona pace, tu, già benedetta per il tuo encomiabile servizio, come ricompensa domandi il riposo. […] Ma dimmi: quando sarai giunta a quella patria, troverai il pellegrino da accogliere come ospite? Troverai l’affamato cui spezzare il pane? L’assetato al quale porgere da bere? L’ammalato da visitare? Il litigioso da ricondurre alla pace? Il morto da seppellire? Lassù non vi sarà posto per tutto questo. E allora che cosa vi sarà? Ciò che ha scelto Maria: là saremo nutriti, non nutriremo. […] E volete proprio sapere quello che vi sarà lassù? Il Signore stesso afferma dei suoi servi: In verità vi dico, li farà mettere a tavola e passerà a servirli (Lc 12, 37)”.
mail mail telegram facebook twitter twitter