Novena a San Luca evangelista

Primo giorno
I. Glorioso s. Luca, che, al primo udire le prediche di S. Paolo abbandonaste la idolatria per abbracciare il Vangelo, ottenete a noi tutti la grazia di eseguire sempre fedelmente tutte le inspirazioni con cui il Signore ci invita all’abbandono del male e all’esercizio del bene.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
II. Glorioso s. Luca, che, convertito appena alla fede, ne diveniste apostolo così zelante da seguir sempre S.Paolo in tutti quanti i suoi viaggi, e da formar sempre l’oggetto di una special compiacenza; ottenete a noi tutti la grazia di corrispondere sempre fedelmente a tutti i divini favori, e di zelare fino alla morte la santificazione e la salvezza dei nostri prossimi col tenerci uniti a coloro che sono i pubblici dispensatori delle celesti misericordie.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
III. Glorioso s. Luca, che, per ostendere a tutto il mondo sino alla fine dei secoli la scienza divina della salute, registraste in apposito libro, non solo gli insegnamenti e le gesta del nostro Signore Gesù Cristo, ma ancora i fatti più meravigliosi dei suoi Apostoli per la fondazione della Chiesa; ottenete a noi tutti la grazia di conformare sempre la nostra vita a quei santissimi documenti che per impulso particolare dello Spirito Santo, e sotto la sua dettatura, avete dato a tutti i popoli nei vostri libri divini.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
IV. Glorioso S. Luca, che, per la verginità di cui faceste costantemente professione, meritaste d’avere una special famigliarità con la regina della vergine Maria santissima, che vi erudì personalmente, non solo in ciò che riguarda la sua divina elezione in vera Madre di Dio, ma ancora in tutti i misteri dell’incarnazione del Verbo, dei suoi primi passi nel mondo, e della privata sua vita; ottenete a noi tutti la grazia di amar anche noi costantemente la bella virtù della purità, per meritarci noi pure quei favori che agli imitatori fedeli delle sue virtù dispensa sempre generosissima la comune avvocata o Madre nostra Maria.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
V. Glorioso S. Luca, che, malgrado i tanti talenti che vi potevano assicurare una gran fortuna nel mondo, non solo metteste la vostra gloria nel partecipare ai disagi, alle prigionie,ai patimenti del Santo Apostolo Paolo, ma foste ancora così amante dell’evangelica penitenza, da portar sempre, come dice la Chiesa, la mortificazione di Cristo in tutto quanto le vostre membra, ond’è che, crocifissa la vostra carne con ogni sorta di penalità, e fatto sovrabbondante di meriti il vostro spirito con le tante conversioni da voi operate in Occidente e in Oriente, confermaste ancora, con la vostra morte per Gesù Cristo sofferta, la divinità di sua fede: ottenete a noi tutti la grazia di sempre autenticar con l’esempio la verità delle massime che professiamo, e di essere sempre disposti a qualunque più arduo sacrificio anziché smentire una sola volta il glorioso carattere di figliuoli di Dio e di discepoli del Crocifisso.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Non sappiamo nulla delle circostanze della conversione di Luca, ma dagli Atti degli Apostoli possiamo dedurre quando Luca si unì a Paolo. Fino al sedicesimo capitolo, infatti, gli Atti vengono raccontati in terza persona, ma ad un tratto, subito dopo la visione di Paolo di un Macedone che lo supplica di raggiungerli e di aiutarli (Atti 16, 9), si passa alla prima persona plurale: “subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunziarvi la parola del Signore” (Atti 16, 10). Dunque Luca accompagnò Paolo nel 51 a Samotracia, Neapoli e Filippi. Poi c’è un nuovo passaggio alla terza persona, il che ci fa pensare che Luca non fosse stato arrestato con Paolo e che anzi fosse rimasto a Filippi dopo la partenza dell’amico. Sette anni dopo, Paolo tornò in quella regione e Luca, che al capitolo 20 riprende a narrare in prima persona plurale, si recò con lui a Mileto, Tiro, Cesarea e Gerusalemme. Quando Paolo venne imprigionato a Roma nel 61, Luca gli restò accanto, come dimostrano le lettere di Paolo a Filemone e a Timoteo: dopo che tutti l’avevano abbandonato, nella fase finale della prigionia, Paolo scrisse infatti a Timoteo: “Solo Luca è con me” (2 Timoteo 4, 11).
È possibile percepire la caratteristica più originale del Vangelo di Luca grazie ai sei miracoli e alle diciotto parabole che non troviamo negli altri Vangeli. C’è in lui un’attenzione particolare per i poveri e per le vittime dell’ingiustizia, per i peccatori pentiti accolti dal perdono e dalla misericordia di Dio: è lui a raccontare di Lazzaro e del ricco Epulone, è lui a parlare del Figlio prodigo e del Padre misericordioso che lo riaccoglie a braccia aperte, è lui a descrivere la peccatrice perdonata che lava i piedi di Gesù con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli, è lui a citare le parole di Maria nel Magnificat quando ella proclama che Dio “ha rovesciato i potenti dai troni ed ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1,52-53).
Il rapporto particolare con Maria è l’altra caratteristica principale del Vangelo di Luca. Grazie a lui e, possiamo immaginare, grazie al racconto diretto che gli fece Maria, conosciamo le parole dell’Annunciazione, della Visita ad Elisabetta e del Magnificat, grazie a lui conosciamo i particolari della Presentazione al Tempio e il fine ritratto dell’angoscia di Maria e Giuseppe che non riescono a trovare il dodicenne Gesù. È probabilmente a questa sensibilità narrativa e descrittiva che si deve la tradizione, anche iconografica, che Luca fosse un pittore. Le notizie riguardanti la sua morte sono incerte: alcune fonti parlano del suo martirio, altre dicono che visse fino a tarda età; la tradizione più antica narra che morì in Beozia ad 84 anni dopo essersi stabilito in Grecia per scrivere il suo Vangelo.
Fonte: https://www.vaticannews.va