Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 4 agosto 2025 - San Giovanni Maria Vianney (Letture di oggi)

Il Signore preparerà  per tutti i popoli su questo monte (di Sion) un banchetto di carni grasse... e di vini prelibati (cf. Is 25,6). È ciò che fa oggi la chiesa, per la quale Cristo ha preparato un banchetto splendido e sontuoso, di una duplice e abbondante ricchezza: diede il suo vero corpo e il suo vero sangue, e comandò che fosse dato anche a tutti quelli che avrebbero creduto in lui. Perciò si deve credere fermamente e confessare con la bocca che quel corpo che la Vergine partorì, che fu inchiodato sulla croce, che giacque nel sepolcro, che risuscitò il terzo giorno, che salì alla destra del Padre, egli lo diede realmente agli apostoli, e la chiesa ogni giorno lo "prepara" e lo distribuisce ai suoi fedeli. (Sant'Antonio di Padova)

Novena a San Lorenzo

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Quarto giorno

I. O glorioso s. Lorenzo, che, fatto poi vostro disinteresse, poi vostro zelo, il primo dei sette diaconi della chiesa romana, quindi custode e amministratore di tutti i di lei beni per il sollievo dei poveri e poi decoro del culto divino, chiedeste ardentemente ed otteneste di seguire il sommo pontefice s. Sisto nella gloria del martirio, ottenete a noi tutti la grazia di vivere sempre staccati da tutte le cose del mondo, o di riguardare come guadagni i patimenti e i travagli di questa terra.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Glorioso s. Lorenzo, che prossimo a spargere il sangue per la fede dì Gesù Cristo, vi esercitaste in tutto le opere dell’umiltà e della carità evangelica, lavando i piedi ai ministri degli altari, dispensando ai poveri tutto le ricchezze, restituendo alla fede Ippolito custode del vostro carcere, ottenete a noi tutti la grazia di non consumare il sacrificio di nostra vita senza aver prima con la pratica delle cristiane virtù adunati grandi meriti per il Paradiso.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Glorioso s. Lorenzo, che dopo aver con eroica intrepidezza sostenuti gli slogamenti della tortura, i laceramenti degli scorpioni di ferro, con un eroismo non piu veduto, vi rideste dei carnefici e dei tiranni mentre eravate arrostito a fuoco lento su d’una ferrea graticola, per cui si estese la vostra fama a tutto il mondo, ottenete a noi tutti la grazia di mantenerci sempre immobili nella fede, malgrado tutte le tentazioni del demonio e le persecuzioni del mondo e di vivere in maniera da meritarci nell’altra vita la vostra beata immortalità.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

La testimonianza di questo santo martire, nato in Spagna nella prima metà del III secolo, è scandita dalla pietà e dalla carità. Subito dopo l’elezione, Papa Sisto II gli affida il compito di arcidiacono. Come responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, San Lorenzo amministra beni e offerte per provvedere ai bisogni di poveri, orfani e vedove.

Il suo cammino è scosso in gioventù dal dramma della persecuzione. Nel 258 d.C. viene emanato l’editto dell’imperatore Valeriano: tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi devono essere messi a morte. San Lorenzo, altri diaconi e Papa Sisto II vengono catturati. Il Pontefice viene ucciso il 6 agosto. In un primo momento, l’imperatore risparmia la vita a San Lorenzo chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”. Ma all’imperatore mostra malati, indigenti ed emarginati. Questi – afferma – sono i tesori della Chiesa. Quattro giorni dopo, il 10 agosto, anche San Lorenzo viene martirizzato.

Secondo un’antica “passione”, raccolta da sant’Ambrogio, San Lorenzo è stato bruciato su una graticola. Sant’Ambrogio nel “De Officiis” immagina un incontro tra Lorenzo e Papa Sisto II, lungo la via del martirio. Nell’incontro è Lorenzo che parla: “Dove vai, padre, senza il tuo figlio? Dove ti affretti, o santo vescovo, senza il tuo diacono? Tu non hai mai avuto l’abitudine di offrire il sacrificio senza il tuo ministro. Che ti è spiaciuto dunque in me, o padre? Forse mi hai trovato indegno? Provami, vedi se hai scelto un indegno ministro per la distribuzione del sangue del Signore. Forse rifiuterai a colui che hai ammesso ai divini misteri di essere il tuo compagno nel versare il sangue?”

Il suo martirio è una suprema prova di amore. San Leone Magno, in una omelia, commenta così il supplizio di San Lorenzo: “Le fiamme non poterono vincere la carità di Cristo; e il fuoco che lo bruciava fuori fu più debole di quello che gli ardeva dentro”. Ed aggiunge: “Il Signore ha voluto esaltare a tal punto il suo nome glorioso in tutto il mondo che dall’Oriente all’Occidente, nel fulgore vivissimo della luce irradiata dai più grandi diaconi, la stessa gloria che è venuta a Gerusalemme da Stefano è toccata anche a Roma per merito di Lorenzo”.

Dopo la morte, il corpo di San Lorenzo è stato deposto in una tomba sulla via Tiburtina. In questo luogo, l’imperatore Costantino ha fatto erigere una basilica, restaurata nel XX secolo dopo i danni provocati, durante la Seconda Guerra mondiale, dal bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943. Nel luogo del martirio è stata costruita la chiesa di San Lorenzo in Panisperna. Secondo alcune fonti il nome deriverebbe dalla consuetudine, da parte di frati e clarisse, di distribuire ai poveri, il 10 agosto, "panis et perna", pane e prosciutto.

Il supplizio di San Lorenzo ha ispirato anche opere d’arte, detti popolari e poesie. Così scrive Giovanni Pascoli nella poesia “X agosto”:

“San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla”…

Fonte: https://www.vaticannews.va/
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