Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 19 giugno 2025 - San Romualdo (Letture di oggi)

Non si ha il coraggio di portare la propria croce! Si ha ben torto, poiché, checché facciamo, la croce ci tiene, non possiamo sfuggirle. (Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney))

Novena a San Giuseppe Lavoratore

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Primo giorno

I. Gloriosissimo s. Giuseppe, per quell’alto pregio che aveste di essere sposo della gran Madre di Dio, o d’avere sopra del Figlio di lei e Salvator nostro autorità, Onore e provvidenza di padre, intercedeteci, vi preghiamo, di niente più apprezzare al mondo che la grazia di Gesù e la protezione di Maria, onde ci rendiam degni della vostra e loro compagnia nel cielo.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Gloriosissimo s. Giuseppe, per quel carattere esimio che fu in voi riconosciuto dallo stesso oracolo divino di Uomo Giusto, e per quella estensione di potere che vi fece proclamare da Pio IX Patrono di tutta la Chiesa, ottenete ancora a noi di vivere sempre da veri giusti con Dio, col prossimo e con noi stessi; con Dio, non cercando che sua. gloria, col Prossimo amando tutti come fratelli, e con noi medesimi travagliando incessantemente per la nostra e la comune santificazione.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Gloriosissimo s. Giuseppe, per quell’inesplicabil contento che provaste al termine dei vostri giorni nell’esalare l’estremo spirito fra i casti amplessi di Gesù e di Maria, impetrato ancora a noi simil grazia affinché, confortati alla morte dai ss. Sacramenti, lo ultime nostro voci non facciano che ripetere, Gesù, Giuseppe e Maria, vi raccomando l’anima mia.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Fabbro, falegname, carpentiere. San Giuseppe era tutto questo – come insegnano i Vangeli – oltre a essere lo sposo di Maria e il padre terreno di Gesù. Con la sua vita di onesto lavoratore, San Giuseppe nobilita il lavoro manuale con il quale mantiene la sua Santa Famiglia e partecipa al progetto della salvezza.

Così viene chiamato nelle Scritture: con l’appellativo “il Giusto”, che nel linguaggio biblico definisce chi ama e rispetta la Legge in quanto espressione della volontà di Dio. Giuseppe lo fa. Discendente della Casa di Davide, non è assolutamente in età avanzata quando si fidanza con Maria. E, come la sua sposa, anche lui dice il suo “sì” a un angelo, quello che lo visita in sogno per rassicurarlo sulla gravidanza di Maria, in quanto frutto dello Spirito Santo. È il nascondimento la sua caratteristica, il suo farsi da parte. Quando Gesù inizia la sua vita pubblica, alle nozze di Cana, il Nuovo Testamento non lo cita più: probabilmente è morto, ma non sappiamo né dove né quando, né tantomeno sappiamo dove sia sepolto.

Come quei padri che insegnano il proprio lavoro ai figli, così fa anche Giuseppe con Gesù. Egli stesso, più volte, viene chiamato nei Vangeli “il figlio del carpentiere” oppure “del legnaiuolo”. Più di tutti, quindi, San Giuseppe rappresenta la dignità del lavoro umano che è dovere e perfezionamento dell’uomo che così esercita il suo dominio sul Creato, prolunga l’opera del Creatore, offre il suo servizio alla comunità e contribuisce al piano della salvezza. Giuseppe ama il suo lavoro. Non si lamenta mai della fatica, ma da uomo di fede la eleva a esercizio di virtù; sa essere sempre contento perché non ambisce alla ricchezza e non invidia i ricchi: per lui il lavoro non è un mezzo per soddisfare la propria cupidigia, ma solo strumento di sostentamento per la sua famiglia. Poi, come viene prescritto agli ebrei, il sabato osserva il riposo settimanale e prende parte alle celebrazioni. Non deve stupire questa concezione nobile del lavoro più umile, quello manuale: già nell’Antico Testamento, infatti, Dio viene simboleggiato di volta in volta come vignaiolo, seminatore, pastore.

Fu istituita ufficialmente da Pio XII il Primo Maggio del 1955 per aiutare i lavoratori a non perdere il senso cristiano del lavoro così espresso, ma già Pio IX aveva in qualche modo riconosciuto l’importanza di San Giuseppe come lavoratore quando proclamò il Santo patrono universale della Chiesa. Il principio del lavoro come mezzo per la salvezza eterna sarà ripreso anche da Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Laborem Exercens, in cui lo chiama “il Vangelo del lavoro”. Sembra, poi, che anche il cardinale Roncalli – futuro Giovanni XXIII - eletto al soglio di Pietro avesse pensato di farsi chiamare Giuseppe, tanto era devoto al Santo padre terreno di Gesù. Infine, devoti di San Giuseppe sono stati anche molti altri Santi, come Santa Teresa d’Avila.

Fonte: https://www.vaticannews.va
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