Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

Il sacerdote non è sacerdote per lui stesso. Egli non si dà  l'assoluzione, non si amministra i sacramenti. Egli non è per lui stesso, è per voi. (Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney))

Novena a San Giovanni XXIII (Papa)

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Primo giorno

Signore, sono qui davanti a te senza saperti dir nulla. Eppure ho tante cose da dirti, tante cose da chiederti. Ma sono troppe e non so da quali cominciare. Signore ho una pena che tu solo conosci. Tu ed io. Non oso dirla a nessuno. Mi vergogno di farla sapere ad altri. Signore, la dico a te. Vedi, mi costa di dirla anche a te. Perdonami. Tu che mi leggi nel cuore, tu aiutami, Signore. Esaudiscimi per la fede del tuo servo Papa Giovanni. Per il bene che ti ha voluto, rivolgi a me il tuo sguardo di padre buono. Signore, soccorrimi, dammi la grande grazia che ti chiedo.

Padre Nostro

Signore, so che tu hai sofferto nel veder soffrire. Non hai pianto sulla tomba di Lazzaro? Non hai pianto sulla tua città che ti rinnegava e fuggiva da te? Io sono tentato di fare lo stesso. Sono tentato di ribellarmi a te, di fuggire da te. Signore, non permetterlo, te ne scongiuro. Fa' che vinca me stesso, la mia riluttanza e che stia sempre con te. Ma tu, o Signore, per intercessione del tuo servo Papa Giovanni dammi la grazia che ti chiedo, che lui ti chiede per me. Io non son degno di levare la mia voce a te, ma lui sì. Per lui, ti prego, esaudiscimi, Signore.

Padre Nostro

Signore, se guardo l'anima mia mi spavento. Quanti peccati. Tutti i giorni ne commetto. Come pregarti così? Ma, o Signore, non sei tu Padre, un padre che non porge un sasso a un figlio che chiede pane? Ti confesso che a volte ho questa impressione. Anche ora, Signore, anche ora, mentre ti prego, mi domando se la tua bontà vincerà la mia miseria, se il tuo amore sorpasserà la mia cattiveria. Signore, liberami da quest'incubo, dissipa la mia diffidenza nella tua bontà. Tu che ci hai dato in Papa Giovanni un esempio vivo di semplicità affettuosa per te, di confidenza illimitata, di sereno abbandono, con la grazia che ti chiedo per i suoi meriti, dammi quella di non aver mai paura di te, ma solo del peccato e che ti ami come tu meriti di essere amato.

Padre Nostro

Quarto di 13 figli, Angelo Giuseppe Roncalli nasce a Sotto il Monte, Bergamo, il 25 novembre 1881. Nel 1892 entra nel Seminario di Bergamo e nel 1896 viene ammesso nell'Ordine Francescano Secolare. Dal 1901 al 1905 è alunno del Pontificio Seminario Romano, e il 1° agosto 1904 viene ordinato sacerdote. Immediatamente richiamato come suo segretario dal vescovo mons. Giacomo Maria Radini-Tedeschi, Roncalli torna nella “sua” Bergamo.

La vita accanto al vescovo, accompagnarlo nelle sue visite nei luoghi più reconditi della diocesi, certamente forma l’ispirazione pastorale da cui il futuro Papa sarà sempre guidato, ma tutto s’interrompe bruscamente nel 1914. In quell’anno muore mons. Radini-Tedeschi e scoppia la Prima guerra Mondiale. All'ingresso dell'Italia nel conflitto, nel 1915, Roncalli viene richiamato come sergente di sanità, poi diventa cappellano militare in servizio negli ospedali militari di retrovia e coordinatore dell'assistenza spirituale e morale dei soldati.

L’ingresso ufficiale di Roncalli in Vaticano avviene nel 1921, e qui inizia la seconda parte della sua vita. Chiamato a Roma da Benedetto XV come Presidente per l'Italia del Consiglio centrale della Pontificia Opera per la Propagazione della Fede, quattro anni dopo, il nuovo Papa, Pio XI lo nomina Visitatore Apostolico per la Bulgaria. Ordinato vescovo il 19 marzo 1925 a Roma, raggiunge Sofia il 25 aprile. Nominato successivamente primo Delegato Apostolico, rimane in Bulgaria fino al 1934, visitando le comunità cattoliche e intessendo rispettosi rapporti con le altre comunità cristiane.

Per diversi anni Roncalli sarà inviato all’estero dalla Santa Sede. Il 27 novembre 1935 viene nominato Delegato Apostolico in Turchia e Grecia e amministratore apostolico dei latini a Costantinopoli. Non era un compito facile. Nella “nuova” Turchia, proclamatasi Stato aconfessionale, c’è da lavorare affinché i cattolici non si sentano esclusi dalla società; in Grecia, invece, vanno migliorate le relazioni con il Patriarca e i metropoliti della Chiesa ortodossa. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Roncalli si trova nuovamente a cambiare scenario: il 20 dicembre 1944 Pio XII lo nomina Nunzio Apostolico a Parigi. Ancora una volta un compito delicato: la Francia appena uscita dalla liberazione sta avviando un profondo processo di laicizzazione dello Stato. A ispirare Roncalli, in ogni nuovo incarico, è sempre la ricerca della semplicità del Vangelo, anche dentro le più complesse questioni diplomatiche; a sostenerlo, il desiderio pastorale di essere sacerdote in ogni situazione; ad animarlo, la sincera pietà che si trasforma ogni giorno in prolungato tempo di preghiera e di meditazione.

Come a volte accade, la vita cambia rapidamente. Così anche per Roncalli, che nel 1953 viene creato cardinale e subito dopo viene richiamato in Italia. È diventato Patriarca a Venezia. Crede, quindi, di dedicare gli ultimi anni della sua vita al ministero diretto della cura d'anime nel capoluogo veneto, e invece alla morte di Pio XII viene eletto Papa il 28 ottobre 1958. Sceglie il nome di Giovanni XXIII. Nel suo quinquennio papale, appare al mondo come l'immagine autentica del Buon Pastore, guadagnandosi, infatti, il soprannome di “Papa buono” o “Papa della bontà”.

Giovanni XXIII dimostra subito di essere un innovatore. Convoca il Sinodo Romano, istituisce la Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico, ma soprattutto, a sorpresa, dalla Basilica di San Paolo fuori le Mura, il 25 gennaio 1959, convoca il Concilio Ecumenico Vaticano II. L’obiettivo non è variare la dottrina cattolica né definire nuove verità di fede, ma ripresentare i contenuti della fede all’uomo contemporaneo, trovare risposte ai nuovi problemi e alle sfide poste dalla società in evoluzione. Coerente con un atteggiamento che doveva essere di dialogo e comprensione, non di contrapposizione e condanna, chiama tra gli osservatori del Concilio anche esponenti delle varie confessioni cristiane. Il messaggio di Giovanni XXIII viene lanciato con forza anche dalle otto encicliche che scrive, tra cui ricordiamo la “Mater et magistra” del 1961 in cui ripresenta il magistero sociale della Chiesa 70 anni dopo la “Rerum novarum”, e la “Pacem in terris” del 1963 – la prima nella storia a essere indirizzata a tutti gli uomini di buona volontà – in cui esprime i concetti di pace e di giusto ordine sociale. Già da tempo malato, muore il 3 giugno 1963, all'indomani della Pentecoste. Beatificato da Giovanni Paolo II durante il Grande Giubileo del 2000, è stato canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014.

Questa è una preghiera che Giovanni XXIII recitava abitualmente durante la Messa:

Padre celeste. Padre di misericordia, accogli la preghiera del tuo servo:

1) in soddisfazione e remissione di tutti i miei peccati;
2) a salute e forza della mia anima, della mia casa
e di quelli ai quali mi legano le obbligazioni del mio servizio;
3) in soddisfazione e remissione dei peccati dei governanti,
dei prelati, delle anime consacrate e di tutti,
affinché ti degni di concedere a tutti la grazia dello Spirito Santo;
4) per tutti i peccatori del mondo, perché tu li converta
e li riconduca sulla strada della salvezza;
5) a conforto dei tribolati, affinché tu dia ad essi
il sostegno e la vera pazienza;
6) a refrigerio e liberazione delle anime del purgatorio,
principalmente di quelle che hanno diritto alla mia preghiera;
e infine a illuminazione di tutte le genti che non hanno ricevuto la luce del Vangelo
e dei nostri fratelli separati, perché tutti conoscano e amino Te,
Padre Onnipotente, che col Figlio e lo Spirito Santo sei benedetto nei secoli dei secoli.
Così sia.

Fonte: https://www.vaticannews.va
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