Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

Quando Gesù chiama un'anima a dirigere, a salvare una moltitudine di altre anime, è necessario che le faccia sperimentare le tentazioni e le prove della vita. (Santa Teresina di Lisieux)

Novena a San Giovanni apostolo

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Primo giorno

I. Per quell’ammirabile prontezza con cui voi, o glorioso s. Giovanni, abbandonaste la rete e la barca per seguitar Gesù Cristo che vi chiamò al suo apostolato, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di seguir sempre fedelmente la voce del Signore, così nelle interne inspirazioni, come nei consigli di coloro che ci dirigono nel suo nome.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Per quell’angelica purità che formò sempre il vostro carattere, e vi meritò i privilegi più singolari d’essere cioè il discepolo prediletto di Gesù Cristo, di riposar sul petto, di contemplare la sua gloria, di assistere da vicino ai prodigi i più stupendi, e finalmente di esser dalla bocca stessa del Redentore dichiarato figlio e custode della divina sua Madre otteneteci, vi preghiamo, o glorioso s. Giovanni,la grazia di custodir sempre golosamente la castità conveniente al nostro stato, e di evitare tutto quello che la potrebbe offendere menomamente, onde meritarci le grazie le più distinte, e specialmente la protezione della santa vergine Maria, che è la caparra la più sicura della perseveranza nel bene e della beatitudine eterna.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Per quell’abbondanza di lumi soprannaturali di cui foste arricchito, o glorioso S. Giovanni, per cui rivelaste alla terra i più sublimi arcani del cielo, e prenunziaste alla Chiesa così i combattimenti che doveva sostenere, come i trionfi che doveva riportare sopra ogni genere di nemici, otteneteci,vi preghiamo la grazia di vivere sempre nella fede di questa Madre universale dei veri figliuoli di Dio, e di tenere una tale condotta che serva ad accrescere la sua gloria.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

IV. Per quell’eroica intrepidezza con cui voi, o glorioso s. Giovanni, assisteste alla morte di Gesù Cristo sul monte dei dolori, e vi lasciaste per la confessione del suo nome immergere nell’olio bollente, rilegare in esilio, condannare ai lavori delle miniere, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di sopportare con inalterabile rassegnazione tutte le avversità di questa vita, e di essere sempre disposti ad ogni tormento, e anche alla morte, anzichè tradire la causa della verità o della giustizia.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

V. Per quella tenerissima carità che formò sempre il vostro carattere, o glorioso s. Giovanni, e che non cessaste mai d’inculcare con la voce e con gli scritti a tutti quanti i fedeli, per cui, sebbene decrepito, correste a spron battuto fra le selve più inospite e le balze più dirupate per ricondurre sul buon sentiero quel giovine infelice che, pervertito da rei compagni, s'era così dilungato dai vostri santi suggerimenti da diventare capo squadra d’assassini, otteneteci, vi preghiamo, la grazia d’attendere con ogni impegno all’imitazione delle vostre virtù, e specialmente della carità, onde assicurarci la vostra protezione in questa vita, e l’eterna partecipazione alla vostra gloria nell’altra.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

San Giovanni apostolo

“Il discepolo che Gesù amava”: semplicemente così, nel suo Vangelo, si autodefinisce Giovanni e ha ragione a vederla in questo modo, perché è lui a rivestire uno dei ruoli più importanti nella storia della salvezza, oltre, ovviamente, a Maria, che Gesù gli affida espressamente in punto di morte con quell’“ecco tuo figlio” ed “ecco tua madre”. Da allora in poi Giovanni prende Maria con sé come “la cosa più cara” e il punto di unione tra i due è proprio la purezza, la vita verginale che entrambi conducono.

Le fonti storiche dalle quali attingere i dettagli della vita dell’apostolo evangelista, sono diverse, alcune apocrife come un altro Vangelo, secondo alcuni da attribuire proprio alla sua penna. Di lui sappiamo che è il più giovane e che sarà il più longevo dei Dodici. È originario della Galilea, in una zona sul lago di Tiberiade e infatti viene da una famiglia di pescatori. Suo padre è Zebedeo e sua madre Salomè; il fratello Giacomo, detto il Maggiore, sarà anche lui un apostolo. È sempre nominato da Gesù ed è nella cerchia dei ristrettissimi che lo accompagnano nelle occasioni più importanti, come quando viene resuscitata la figlia di Giairo, nella Trasfigurazione sul Monte Tabor e durante l’agonia nel Getsemani. Anche nel corso dell’Ultima Cena siede in un posto d’onore, alla sua destra, e gli poggia il capo sulla spalla con un gesto d’affetto: è proprio in quel momento che lo Spirito Santo gli infonde la sapienza del racconto evangelico che scriverà in vecchiaia. È l’unico a stare ai piedi della Croce assieme a Maria e con lei trascorre in attesa i tre giorni precedenti alla Resurrezione; è ancora il primo ad arrivare al sepolcro vuoto dopo l’annuncio di Maria Maddalena, ma lascerà entrare Pietro perché ha rispetto dell’anzianità. Poi si trasferirà con Maria a Efeso, da dove si occuperà dell’evangelizzazione dell’Asia Minore. Sembra anche che dovrà subire la persecuzione di Domiziano ed essere esiliato nell’isola di Patmos, dalla quale, con l’avvento di Nerva, tornerà a Efeso per finire qui i suoi giorni da ultracentenario, intorno al 104.

Così viene chiamato il Vangelo scritto da Giovanni, noto anche come “Vangelo spirituale” o Vangelo del Logos, grazie alla raffinatezza del linguaggio teologico e al conio del termine polisemico “logos” per indicare Gesù con i significati di “parola”, “dialogo”, “progetto”, “verbo”. Nel suo Vangelo, inoltre, ricorre 98 volte la parola “credere”, perché è così che si raggiunge il cuore di Gesù, credendo nella libertà e accogliendo la grazia come il discepolo prediletto di Cristo ci mostra. Il suo è anche un Vangelo altamente mariano, non tanto per la quantità dei riferimenti alla Vergine, quanto per la speciale grazia di Colei che più di tutti conosce il Figlio e che rende il Mistero di Cristo. Eppure Maria nel racconto di Giovanni appare solo due volte: alle nozze di Cana e sul Calvario. Di particolare importanza proprio il racconto delle nozze di Cana, che costituisce anche il primo incontro di Gesù con Giovanni. Ma la chiamata di Giovanni - che assieme ad Andrea era già seguace di Giovanni il Battista – avviene probabilmente a Betania, presso il fiume Giordano. Quando arriva Gesù, il Battista lo saluta come “l’Agnello di Dio”. Giovanni resta talmente colpito da questo incontro da ricordare perfino l’ora in cui è avvenuto (la decima, circa le 16) e pertanto non potrà, dopo allora, non seguire Gesù. Ma oltre all’alto valore teologico, il Vangelo di Giovanni differisce dai sinottici anche per le sottolineature sull’umanità di Cristo che emerge dai dettagli di alcuni racconti, come il sedersi stanco, le lacrime versate per Lazzaro o la sete manifestata sulla Croce.

Giovanni scrive anche tre lettere e l’Apocalisse, l’unico libro profetico del Nuovo Testamento. Esso conclude le Scritture e già dal suo nome – che significa “rivelazione” – indica il concreto messaggio di speranza che porta in sé, mettendo in un certo qual modo un punto fermo al dialogo di Dio con l’uomo: d’ora in poi sarà la Chiesa a parlare, a leggere l’azione di Dio all’interno della Storia, fino al suo ritorno sulla Terra alla fine dei tempi. In questo senso l’Apocalisse è anche una “profezia”. Quanto alle tre Lettere, o Epistole, di Giovanni, scritte probabilmente a Efeso, sono lettere sull’amore e sulla fede che mirano a difendere alcune fondamentali Verità spirituali contro l’attacco delle dottrine gnostiche.

Fonte: https://www.vaticannews.va

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