Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Oggi, 5.10.1936, ricevetti una lettera, del prof. Sopocko, dalla quale appresi che farà  stampare una immaginetta con la figura del Cristo misericordioso. Il mio cuore scoppia di gioia, perché Dio mi permette finalmente di vedere l'inizio di quest'opera della sua misericordia. È un'opera grande e io, misera, ne sono solo lo strumento. Bramo vedere anche la festa della divina misericordia. Se, però, fosse volontà  di Dio che essa venga celebrata nella Chiesa soltanto dopo la mia morte, me ne rallegro già  fin d'ora e comincio a celebrarla interiormente con il permesso del mio confessore. (Santa Faustina Kowalska)

Novena ai Santi Giacomo e Filippo apostoli

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Primo giorno

I. s. Giacomo, che fino dai più teneri anni menaste una vita sì austera e sì santa da essere comunemente qualificato per Giusto, e faceste dell’orazione la vostra delizia per modo che lo vostre ginocchia si incallirono come quelle di un cammello, impetrate a noi tutti la grazia di mortificare continuamente la nostra carne con gli esercizii della penitenza; rinvigorendo sempre il nostro spirito con la continua pratica dell’orazione.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Glorioso s. Giacomo, che, chiamato da Gesù Cristo all’apostolato, insieme al fratello Taddeo, vi corrispondeste così fedelmente da venir da lui stesso distinto con l’apparirvi particolarmente dopo la sua risurrezione; quindi destinato a vescovo di Gerusalemme, formaste per ventinove anni l’edificazione e la delizia di tutti quanti i fedeli, a cui, non solo con l’esempio e con la predicazione, ma ancora con le lettere le più eloquenti, inculcaste la necessità indispensabile di vivificare con le opere la propria fede, nè mai cessaste di guadagnare nuove anime alla Religione, anche allora che, precipitato dall’alto di una loggia, e spietatamente percosso coi più pesanti bastoni per avere predicata pubblicamente la divinità di Gesù Cristo, tutto nuotante nel vostro sangue, imploraste da Dio il perdono a tutti i vostri nemici, ottenete a noi tutti la grazia di corrisponder sempre fedelmente a tutti i divini favori, adempiendo con ogni esattezza tutti nostri doveri procurando sempre il miglior bene a tutti i nostri fratelli, e tenendoci sempre disposti a tollerar qualunque male piuttosto che tradire menomamente la causa santissima di nostra fede.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Glorioso s. Filippo, che, elevato da Gesù Cristo all’ordine di suo apostolo, foste da lui stesso in modo speciale istruito della sua unione e consostanzialità con l’eterno suo Padre, voi, che, destinato a predicare il Vangelo ai popoli barbari della Scizia, adempiste con tanta perfezione l’affidatovi incarico, da sbandire interamente la idolatria da tutte le terre da voi evangelizzate; per quella generosità con cui affrontaste il martirio allorquando venuto a Gerapoli nella Frigia, e appeso ad una Croce in odio della fede, anzichè sottrarvi alla morte, come da voi si poteva, domandaste di consumare il vostro sacrifizio, e trovaste quindi in una tempesta di sassi la morte da voi tanto desiderata, impetrate a noi tutti la grazia di non rifiutare giammai la mistica croce dei patimenti, e di portarla con allegrezza quando ci viene indossata, per così partecipare un qualche giorno alla vostra gloria nel cielo, dopo di avere imitata la santità vostra sopra la terra.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Sono tante le cose che accomunano questi due Santi, conosciutisi in vita poiché entrambi tra i Dodici che Gesù chiamava apostoli, cioè i discepoli a Lui più vicini. Insieme hanno vissuto con Cristo e lo hanno seguito, entrambi intraprenderanno l’attività di evangelizzazione e moriranno per questo da martiri. Ancora insieme, sono sepolti nella Basilica dei SS. XII Apostoli a Roma, inizialmente dedicata solo a loro due.

Così dice Gesù a Filippo quando lo incontra, e tanto basta a questi per cambiare vita. Originario di Betsaida e già discepolo di Giovanni il Battista, Filippo da tempo aspetta il Messia. Così quando inizia la sua predicazione, Gesù lo premia: è tra i primi a ricevere la chiamata. E con Gesù è nel deserto poco prima del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, a chiedergli dove avrebbero trovato il pane necessario a sfamare tutta la gente che era intervenuta. E con Gesù è anche alla fine, nell’Ultima Cena, quando chiede a Cristo di mostrare loro il Padre dei cieli. Dopo la Pentecoste attraversa l’Asia Minore per evangelizzare i popoli degli Sciti e dei Parti, dai quali ottiene molte conversioni. Giunto, alla fine, in Frigia, a Ierapoli, viene inchiodato a testa in giù su una croce a X sulla quale muore da martire.

San Paolo lo chiama “fratello” di Gesù, epiteto che designava i parenti più prossimi della famiglia. Secondo alcune fonti, infatti, Giacomo sarebbe stato il cugino di Cristo, figlio di Alfeo che era fratello di San Giuseppe. Anche Giacomo ha un fratello, anche lui discepolo di Gesù: San Giuda Taddeo. Detto il Minore per distinguerlo da Giacomo il Maggiore, a questi succede alla guida della Chiesa di Gerusalemme, dove nel 50 presiede un importante Concilio in cui si parla di questioni assai importanti per l’epoca, come la circoncisione. Prima di questi fatti però lo ritroviamo accanto a Cristo che gli appare dopo la Resurrezione. Giacomo segue sempre una condotta esemplare: non mangia carne, non beve vino e osserva i voti, perciò non stupisce che sia soprannominato “il Giusto”. Autore delle prime Lettere “cattoliche” del Nuovo Testamento, si ricorda in particolare quella in cui osserva che “la fede è morta senza le opere”. Muore da martire, probabilmente per lapidazione, tra il 62 e il 66.

Fonte: https://www.vaticannews.va/
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