Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

All'annunzio dell'angelo, Maria si turbò. Si turbò perché si sentiva attribuire delle qualità  che non le pareva minimamente di possedere. Rara virtù, che un'evidente santità  resti nascosta unicamente a chi ne è rivestito! (Sant'Antonio di Padova)

Novena a San Gerolamo

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Primo giorno

I. Per quell’amore specialissimo che voi aveste, o glrioso s. Gerolamo, fin dai primi anni, allo studio dei Libri Santi, al ritiro, alla mortificazione, ad ogni pratica di pietà, per cui nelle vostre pellegrinazioni da una solitudine all’altra non stringeste amicizia se non coi Prelati più dotti e più santi, non conduceste in vostra compagnia se non i sacerdoti più edificanti, non vi applicaste mai ad altro che ad arricchirvi delle cognizioni le più importanti e delle virtù le più sode per rendervi sempre più utile alla cattolica Chiesa: ottenete a noi tutti la grazia di travagliare continuamente per la glorificazione di Dio e la santificazione di noi, dacchè questo è l’ultimo fine per cui siamo stati da lui creati o posti nel giardino della sua Chiesa.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Per quell’eroica rassegnazione con cui voi, o glorioso s. Gerolamo, sosteneste la perdita dei vostri amici più cari, gli incomodi e gli spasimi delle più gravi infermità, non che le angustie interiori per le tentazioni più violente, e lo sfregio gravissimo arrecato alla vostra riputazione dalle più atroci calunnie; ottenete a noi tutti la grazia di essere sempre disposti a ricevere con pace e con allegrezza tutto quello che di afifittivo piacerà al Signore di permettere per nostro bene.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Per quella gelosa circospezione con cui voi, o glorioso s. Gerolamo, trattaste con le più virtuose dame romane, delle quali assumeste per comando del papa s. Damaso la direzione, per quei luminosi esempi di virtù con cui le precedeste nella difficile strada dell’evangelica perfezione; ottenete a noi tutti la grazia di custodir sempre golosamente i nostri sensi, perciò non si fermino mai in oggetti pericolosi, e di edificare con una vita veramente cristiana tutti quanti i nostri fratelli.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

IV. Per quell’ammirabile zelo che vi condusse, o glorioso s. Gerolamo, a sponder tutta la vostra vita nello studiare, tradurre e interpretare tutti i libri dell’antico e del nuovo Testamento, nel confutare coi più eruditi trattati tutti gli eretici dei vostri tempi, nell’animare con le lettere le più edificanti alla pratica d’ogni virtù tutti i vostri conoscenti, ottenete a noi tutti la grazia di crescere sempre nella professione e nell’amore delle cattoliche verità, e di essere sempre più esatti e fervorosi nell’osservanza degli evangelici insegnamenti, onde cooperare nel milior modo possibile alla conversione dei cattivi ed al miglioramento dei buoni.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

V. Per quel salutare spavento da cui foste sempre compreso alla considerazione del Giudizio, fino a tremarne da capo a piedi, per quell’umiltà profondissima che vi fece sempre fuggire le distinzioni e li onori, e per quell’innocente crudeltà con cui mortificaste la vostra carne, digiunando quasi ogni giorno, vegliando quasi tutta la notte, percotendovi spesso il petto con una ruvida pietra; ottenete a noi tutti, o glorioso s. Gerolamo, la grazia di meditare continuamento le verità della fede, di non cercar mai sulla terra che l’aggradimento di Dio, e di sempre più infervorarci negli esercizii della penitenza, onde, assicurando con continue buone opere la nostra eterna salvezza, possiamo un giorno con voi partecipare al gaudio dei Santi per tutta quanta l’eternità.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Il suo nome completo è Sofronio Eusebio Girolamo. La sua città natale è Stridone, nell’attuale Croazia. Non si conosce esattamente la sua data di nascita, ma viene collocata intorno al 347. Di famiglia cristiana e benestante, riceve una solida formazione e, sostenuto dai genitori, perfeziona gli studi a Roma. Nell’Urbe si dà alla vita mondana, lasciandosi andare ai piaceri; se ne ravvede però presto, riceve il battesimo e si orienta alla vita contemplativa. Si trasferisce per questo ad Aquileia ed entra a far parte di una comunità di asceti. Se ne allontana tempo dopo, deluso dalle inimicizie sorte in quell’ambiente. Parte per l’Oriente, si ferma a Treviri, torna a Stridone e riparte ancora. Resta per qualche anno ad Antiochia, dove perfeziona la sua conoscenza del greco, poi si ritira da eremita nel deserto di Calcide, a sud di Aleppo. Per quattro anni si dedica pienamente allo studio, impara l’ebraico e trascrive codici e scritti dei Padri della Chiesa. Sono anni di meditazione, solitudine e di intensa lettura della Parola di Dio, che lo portano anche a riflettere sul divario fra la mentalità pagana e la vita cristiana. Amareggiato dalle diatribe degli anacoreti provocate dalla dottrina ariana, torna ad Antiochia. Nel 379 viene ordinato sacerdote, poi si sposta a Costantinopoli dove continua a studiare il greco sotto la guida di Gregorio Nazianzeno.

Nel 382 Girolamo torna a Roma per partecipare a un incontro indetto da Papa Damaso sullo scisma di Antiochia. Essendo nota la sua fama di asceta e di erudito, il Pontefice lo sceglie come proprio segretario e consigliere e lo invita a intraprendere una nuova traduzione in latino dei testi biblici. Nella capitale Girolamo dà vita anche a un circolo biblico e avvia allo studio della Scrittura donne della nobiltà romana che, volendo intraprendere la via della perfezione cristiana e desiderose di approfondire la conoscenza della Parola di Dio, lo designano come loro maestro e guida spirituale. Ma il suo rigore morale non è condiviso dal clero e le severe regole da lui suggerite alle sue discepole sono ritenute troppo dure. Scontroso e dal carattere difficile, condannando vizi e ipocrisie e polemizzando spesso anche con dotti e sapienti, Girolamo non è ben visto da molti. Sicché, morto Damaso, decide di tornare in Oriente e nell’agosto del 385 si imbarca a Ostia per raggiungere la Terra Santa, seguito poi da alcuni monaci suoi fedeli e da un gruppo di sue seguaci, fra cui la nobildonna Paola con la figlia Eustochio. Intraprende un pellegrinaggio, raggiunge l’Egitto poi si ferma a Betlemme, dove apre una scuola offrendo il suo insegnamento gratuitamente. Grazie alla generosità di Paola, vengono poi costruiti un monastero maschile, uno femminile e un ospizio per i viaggiatori in visita ai luoghi santi.

Girolamo trascorre a Betlemme tutto il resto della sua vita, dedicandosi sempre alla Parola di Dio, alla difesa della fede, all’insegnamento della cultura classica e cristiana e all’accoglienza dei pellegrini. Muore nella sua cella, nei pressi della grotta della Natività, il 30 settembre probabilmente del 420. Uomo irruento, spesso polemico e litigioso, era detestato ma anche amato. Non era facile dialogare con lui, eppure ha dato tanto alla cristianità con la sua testimonianza di vita e i suoi scritti. A lui si deve la prima traduzione in latino della Bibbia, la cosiddetta Vulgata - con i Vangeli tradotti dal greco e l’Antico Testamento dall’ebraico - che ancora oggi, pur se revisionata, è il testo ufficiale della Chiesa di lingua latina. Quella Parola, così tanto studiata e commentata, si è pure “impegnato a viverla concretamente”, ha detto Benedetto XVI, che a Girolamo ha dedicato due catechesi alle udienze generali del 7 e del 14 novembre 2007.

“Che cosa possiamo imparare noi da San Girolamo? Mi sembra soprattutto questo: amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura - ha suggerito Benedetto XVI - è importante che ogni cristiano viva in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura … è anche una Parola che costruisce comunità, che costruisce la Chiesa. Perciò dobbiamo leggerla in comunione con la Chiesa viva”. Girolamo è uno dei quattro Padri della Chiesa d’Occidente (insieme ad Ambrogio, Agostino e Gregorio Magno), proclamato dottore della Chiesa nel 1567 da Pio V. Di lui ci restano commentari, omelie, epistole, trattati, opere storiografiche e agiografiche; assai noto il suo De Viris Illustribus, con le biografie di 135 autori per lo più cristiani, ma anche ebrei e pagani, per dimostrare quanto la cultura cristiana fosse “una vera cultura ormai degna di essere messa a confronto con quella classica”. Da non dimenticare il suo Chronicon - la traduzione e rielaborazione in latino di quello in greco di Eusebio di Cesarea andato perduto – con la narrazione della storia universale, tra dati certi e miti, a partire dalla nascita di Abramo fino all’anno 325. Infine, ricche di insegnamenti e accorati consigli, molte epistole che lasciano trasparire la sua profonda spiritualità.

Fonte: https://www.vaticannews.va/
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