Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

« Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose...» (Mi. 13, 45). Sì, abbia­mo promesso grandi cose ma cose ben più grandi ci sono state promesse. Siate fedeli a Cristo e pregate per ottenere la perseveranza. Ricordate di dire a voi stessi: « Sono stato creato per cose più grandi ». Non scendete mai al di sotto dell'ideale propostovi. Fate in modo che nulla vi soddisfi all'infuori di Dio. (Madre Teresa di Calcutta)

Novena a San Geminiano di Modena

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Primo giorno

I. Ammirabile S. Geminiano, che poi vostro straordinario amore alla povertà, vi spogliaste ancor giovinetto del vostro patrimonio per darlo ai poveri, ed entrato nella clericale milizia, foste sempre così fedele imitatore del santo modenese vescovo Antonio, da essere dopo la sua morte proclamato a voce unanime suo successore; e sollevato, nonostante la vostra ripugnanza, al trono episcopale, con la vostra dottrina e col vostro esempio giungeste a guadagnare tutte le anime a Dio, convertendo alla fede che ne era ancor lontano, e confermando nella medesima chi già aveva la sorte di professarla, impetrate a noi tutti la grazia che a vostra imitazione facciamo nostra delizia l’amore alla povertà, all’obbedienza, alla carità onde, nell’atto di operare la nostra individuale santificazione, procuriamo ancor quella di tutti i nostri fratelli, dacchè per guadagnare l’altrui animo alla virtù non vi ha mezzo più sicuro di duello di mostrarne in noi stessi fedele e costante la pratica.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Ammirabile s. Geminiano, che per l’eminenza della vostra santità, foste così favorito del dono dei miracoli da poter con un segno di croce, o con una breve preghiera, ora fugare i demonii dalle persone o dai luoghi che da gran tempo infestavano, ora sedare le procelle più spaventose che minacciavano naufragio alla nave che vi trasferiva in Oriente, e di là vi restituiva alla vostra residenza, ora ridonare a perfetta salute gl’infermi più disperati, e specialmente la figlia dell’imperatore Gioviniano, che a questo intento vi supplicò di recarvi nella stessa sua corte in Bisanzio; indi zelando più ancora della salute dei corpi la preservazione delle animo dal veleno mortifero dell’eresia, vi uniste in Aquileja al gran vescovo s. Ambrogio per difendere insieme con lui così la verginità di Maria, come il pregio della verginità o della astinenza sfacciatamente combattute dal falso monaco Gioviniano già condannato come eretico dal santo Papa Siricio(397),impetrate a noi tutti la grazia di avanzarci così anche nella via della santità da meritarci sempre speciale la divina assistenza in tutti i nostri bisogni e specialmente di sempre aborrire qualunque errore contrario alla cattolica fede, la quale alla fine è nientemeno che quella mistica arca nella quale solo ci è dato di poter sperare salute.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Ammirabile s. Geminiano, che, avendo da servo fedele costantemente vegliato alla difesa e al prosperamento del vostro gregge, vedeste con trasporto di gioia approssimarsi il momento di comparire al cospetto dell’eterno padrone, che vi confortò col pane degli Angeli nell’atto di chiamarvi a godere del lor consorzio; per quello specialissimo onore con che egli stesso volle distinguere gli esequiali offici prestati al vostro corpo, facendo che ad essi si rendesse presente nella metropoli dell’estense Ducato il santo vescovo Severo, senza punto dilungarsi dalla sua residenza in Ravenna, e per quell’impegno che spiegarono per il vostro culto e il vostro successore Teodoro, che intitolò al vostro nome la basilica che raccoglieva la vostra santissima salma, e il celebre vescovo Dodone che dopo sette secoli (30 Aprile 1206) la trasferì con distintissima pompa nella sua Cattedrale, e i Modenesi tutti che sempre vi venerano come il loro più valido difensore, il loro più caro patrono, impetrate a noi tutti la grazia che, vivendo sempre a somiglianza di voi, da veri giusti, in tutta la vita presente, ci meritiamo con sicurezza e le vostre consolazioni alla morte, e la partecipazione alla vostra gloria per tutta quanta l’eternità. Così sia.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

San Geminiano di Modena

Dopo oltre sedici secoli ancora oggi Pontremoli ricorda solennemente il primo evangelizzatore della zona, San Geminiano: lo spirito missionario che lo spinse a valicare l’Appennino tosco-emiliano gli ha meritato nei secoli di essere eletto quale celeste patrono della città. Studi recenti collocano il suo episcopato a Modena tra il 342-44 e il 396 ca., dove successe al vescovo Antonio per unanime designazione da parte dei suoi concittadini. In preda a timore fuggì per sottrarsi al gravissimo compito, ma ben presto fu raggiunto e dovette piegarsi al volere divino. Il suo governo fu particolarmente fecondo: l’intera città si convertì al cristianesimo ed i templi pagani vennero consacrati al nuovo culto, conformemente al clima del IV secolo che vide l’imperatore Teodosio I proclamare il cristianesimo religione ufficiale e bandire il paganesimo. Geminiano fu uomo di preghiera e di grande pietà, ricordato inoltre per il suo potere sui demoni. La tradizione vuole perciò che la sua fama fosse giunta sino alla corte di Costantinopoli, ove si recò per ridonare la salute alla figlia dell'imperatore Gioviano. Con ogni probabilità il santo vescovo modenese è proprio quel Geminiano che nel 390 presenziò al concilio dei vescovi dell'Italia settentrionale, presieduto da Sant’Ambrogio onde condannare l'eretico Gioviniano. Nella lettera sinodale del grande pastore milanese al papa Siricio tra le sottoscrizioni dei vescovi si legge infatti: "ex jussu Domini Episcopi Geminiani, ipso praesente, Aper presbiter subscripsi". La ricognizione delle sue reliquie, risalente al 1955, ha permesso di constatare che il sarcofago, che tutt’oggi le contiene, è indubbiamente quello in cui originariamente venne deposto il corpo del santo dopo la sua nascita al Cielo.

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