Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

La magnificenza di questo mondo, la giovinezza, le ricchezze, tutto questo passa come il fiore del fieno e quello del frumento. (Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney))

Novena a San Filippo Neri

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Primo giorno

La preghiera di Filippo

Fin da giovane, Filippo si diede all’esercizio della preghiera. Amava ritirarsi spesso in solitudine e starsene in meditazione. Una volta diventato adulto, si dice passasse a volte anche quarant’ore continuate in preghiera, rammaricandosi di dover interrompere per prendere cibo e riposo. Era tanto l’affetto che aveva verso l’orazione che volle che la Congregazione istituita si chiamasse proprio Congregazione dell’Oratorio (“Oratorium ab oratione dicitur”, cfr. Costit. I).
L’unione a Dio nella preghiera è l’esempio più fulgido che il santo Padre Filippo lascia di sé. Noi spesso, tra tante ore del giorno, non sappiamo più ricavare un quarto d’ora per staccarci dalle cose del mondo e pensare a Dio, ai beni dell’altra vita, all’eternità.
Filippo riponeva nella preghiera tutta le sua fiducia. Non intraprendeva mai nessuna cosa importante senza prima avervi premesso l’orazione. Ed era solito dire: Se trovo il tempo per stare in preghiera, ho sicura speranza di ottenere dal Signore qualsiasi grazia Gli domandi. Ed infatti, tutto otteneva da Dio. La preghiera di Filippo era talmente fervente che era sempre accompagnata da lacrime di commozione. Piangeva al pensiero delle offese che con tanta leggerezza si fanno a Dio, ma specialmente arrivava alle lacrime quando contemplava la Passione di Cristo.
“Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36,26). E’ la promessa di Dio.
Quanto abbiamo bisogno di un cuore nuovo! Il nostro cuore indurito non è più capace di penetrare nell’abisso dell’amore di Dio. Abbiamo bisogno di un cuore che sappia amare davvero Dio, voler rimanere attaccato a Lui e, per amor suo, decidersi di voler estirpare da noi tante abitudini, peccati, vizi che infestano la nostra vita e ci distolgono da Lui e dal nostro vero bene.

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria

Preghiera

San Filippo, tu che amasti così tanto la preghiera e fosti in essa così favorito da Dio, ottienimi uno stabile affetto verso questo santo esercizio, perché non mi stanchi mai di rimanere unito al Signore.
Fa’ ch’io possa esserne così amante che nelle mie occupazioni, nei miei affari mai perda di vista il mio Dio. Ottienimi quello spirito fervoroso che per tanti tuoi devoti hai impetrato e fa’ che, sul tuo esempio, io possa amare di stare unito a Dio con la preghiera, così che dopo essere vissuto quaggiù in un’intima comunione con Lui, io possa meritare di goderLo insieme a te per l’eternità. Amen. 

Preghiera che si suole recitare in Roma davanti alla corpo di San Filippo Neri

O Dio onnipotente e misericordioso, che a beneficio e conforto dei tuoi figli hai suscitato nella Chiesa, in tempi difficili, l’amabile santo Filippo Neri, e nei hai fatto l’Apostolo di Roma, il modello dei sacerdoti, il patrono e maestro della gioventù, accogli la preghiera che Ti rivolgiamo, spiritualmente uniti a lui (qui dinanzi alle sue spoglie mortali), e dacci la grazia, per intercessione sua e per i meriti di Gesù, nostro Signore, di imitare la sua purezza, la sua carità, il suo santo ardore in ogni opera buona, la sua filiale devozione verso la SS. Vergine, affinché meritiamo noi pure di glorificarTi e di goderTi insieme con lui e con tutti i santi, nella beata patria del Paradiso. Amen.  

Preghiera a san Filippo

Padre nostro Filippo trafitto nella carne dal vero fuoco dello Spirito di Cristo
e a tal punto consumato dal Suo Amore da chiedere “Basta...!” ,
prega per noi, fa che diventiamo tuoi veri figli,
intercedi perchè anche noi possiamo essere consumati
dall’Amore di Gesù per il Padre.
Prega per noi perchè siamo liberati
dalle sicurezze umane, dalle durezze, dall’orgoglio, dalle mancanze di misericordia.
Ottienici un desiderio imperioso e radicale di compiere in tutto la Volontà del Padre.
Intercedi per noi perchè ogni palpito del nostro cuore possa ridire
la voce mite, umile, pacifica e gioiosa dello Spirito Santo.

Madre dell’Oratorio, Madre nostra amatissima portaci al Cristo tuo Figlio
che vive e regna con Dio Padre nell’unità dello Spirito Santo.
Amen

San Filippo Neri

Quando Filippo Neri arriva a Roma nel 1534, è come se una luce venisse accesa nel buio della miseria che annida tra le glorie dell’Ara Pacis e i lustri travertini dei palazzi nobiliari. Il centro dell’Urbe ha la faccia sporca delle periferie e lì Filippo andrà a prendere una stanzetta, a San Girolamo a via Giulia. Di giorno, viso simpatico e cuore lieto che porta a chi incontra il calore di Dio, senza nemmeno essere un prete, accompagnandolo se può con un pezzo di pane. O una carezza sulla fronte, un conforto sussurrato, a chi si lamenta sui pagliericci dell’Ospedale degli Incurabili. Di notte, un’anima di fuoco, Filippo, perso in un dialogo talmente intimo con Dio che il suo letto può essere senza problemi il sagrato di una chiesa o la pietra di una catacomba.

Questo – ricorda il Papa nel suo messaggio per il 500.mo – lo rese “appassionato annunciatore della Parola di Dio”. Questo è stato il segreto che fece di lui un “cesellatore di anime”. La sua paternità spirituale, osserva Francesco, “traspare da tutto il suo agire, caratterizzato dalla fiducia nelle persone, dal rifuggire dai toni foschi ed accigliati, dallo spirito di festosità e di gioia, dalla convinzione che la grazia non sopprime la natura ma la sana, la irrobustisce e la perfeziona”. “Si accostava alla spicciolata ora a questo, ora a quello e tutti divenivano presto suoi amici”, racconta il suo biografo e il Papa commenta: “Amava la spontaneità, rifuggiva dall’artificio, sceglieva i mezzi più divertenti per educare alle virtù cristiane, al tempo stesso proponeva una sana disciplina che implica l’esercizio della volontà per accogliere Cristo nel concreto della propria vita”.

Tutto questo affascina chi, conoscendo Filippo, vuole fare come lui. L’“Oratorio” nasce così, tra i tuguri fetidi profumati giorno per giorno da una carità fatta di carne e non per un progetto disegnato sulla carta e calato dall’alto come un’elemosina data a freddo. “Grazie anche all’apostolato di San Filippo – riconosce Papa Francesco – l’impegno per la salvezza delle anime tornava ad essere una priorità nell’azione della Chiesa; si comprese nuovamente che i Pastori dovevano stare con il popolo per guidarlo e sostenerne la fede”. E pastore lo diventa lui stesso, Filippo, che nel 1551 approda al sacerdozio senza per questo cambiare vita e stile. Col tempo, attorno a lui prende corpo la prima comunità, la cellula della futura Congregazione che nel 1575 riceve il placet di Gregorio XIII.

“Figliuoli, siate umili, state bassi: siate umili, state bassi”, ripete ai suoi padre Filippo, che ricorda che per essere figli di Dio “non basta solamente onorare i superiori, ma ancora si devono onorare gli eguali e gli inferiori, e cercare di essere il primo ad onorare”. E colpisce, da un’anima tanto contemplativa come Maria ai piedi di Gesù, il piglio di Marta che convive nel suo cuore quando afferma: “È meglio obbedire al sagrestano e al portinaio quando chiamano, che starsene in camera a fare orazione”. Filippo Neri, il terzo Apostolo di Roma, chiude gli occhi alle prime ore del 26 maggio 1595. Mai spento è il dinamismo del suo amore e a Roma che si prepara al Giubileo della misericordia sembra che ripeta: “Non è tempo di dormire, perché il Paradiso non è fatto pei poltroni”.

Fonte: https://www.vaticannews.va/

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