Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 5 settembre 2025 - Santa Teresa di Calcutta (Agnes Gonxha Bojaxiu) (Letture di oggi)

Quando ti accingi a pregare la prima cosa da fare è quella di stabilire il contatto con Dio, di lasciarti ipnotizzare dallo sguardo affettuoso del Padre. Infatti la preghiera inizia nell'istante in cui prendi coscienza che Dio non cessa mai di guardarti. La frequente recita del rosario può aiutarti in questo. E ti capiterà  ben presto di immergerti nella preghiera come ci si immerge nel sonno, senza accorgertene. Come non hai la possibilità  di vedere il momento esatto in cui il sonno ti sorprende, così è per l'istante in cui la preghiera si accende dentro di te. Lo riconosci da una certa dolcezza che invade il corpo e l'anima. Lo Spirito Santo ha ingranato la marcia e la preghiera si è messa in movimento aumentando di velocità . (Don Nikola Vucic)

Novena a Sant' Elisabetta d'Ungheria

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Primo giorno

O gloriosa, e cara nostra protettrice s. Elisabetta, quanto ammirabili sono gli esempi che voi vivente sulla terra, lasciaste al mondo di rassegnazione al divin volere nelle più dure prove, a cui piacque a Dio di sottoporvi! In fresca età restaste priva dell’amato consorte; espulsa quindi villanamente dalla real casa, e da tutti i luoghi dei vostri dominii foste costretta ad andarvene raminga con quattro teneri figli, e mendicare qua e là o per voi e per essi l’alimento e l’alloggio; e per una brutale barbarie e l’uno o l’altro bene spesso negatovi vi trovaste estenuata e famelica colle piangenti creature. Eppure lungi dal menar lagni e disperazioni in mezzo a tante e sì penoso sventure, voi adoraste le superne disposizioni, rassegnata non solo, ma contenta e lieta così, che come di altrettanti favori ne ringraziavate esultante il Signore, pregandolo che si degnasse di ricolmare i vostri i amici e persecutori di tante grazio, quanto erano le ingiurie che vi facevano. Beh, fato che impariamo anche noi a sostenere pazienti e rassegnati ogni travaglio e traversia che mai piacesse al Cielo d’ inviarci, affinchè per tal guisa, scontando quaggiù lo nostre colpe, ed unendoci sempre meglio a Dio, ci sia dato di partecipare un giorno a quella somma felicità che voi godete nella celeste Patria. Così sia.

Pregare SEI Ave Maria

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.

Sant' Elisabetta d'Ungheria

Ecco l’esempio da seguire per quanti ricoprano un ruolo di guida nella società. Elisabetta, nata nel 1207 a Bratislava (allora in Ungheria), è una principessa, figlia del re d’Ungheria Andrea II. Promessa sposa all’età di quattro anni a Ludovico che di anni ne ha undici, erede al trono della Turingia (Germania), Elisabetta cresce alla corte reale del futuro suocero. È bella, affascinante, buona. Ludovico ed Elisabetta si innamorano, teneramente. A quattordici anni Elisabetta si sposa con Ludovico, diventato re, e a quindici anni ha il primo figlio, Ermanno. A diciassette anni arriva la seconda bambina, Sofia. La coppia vive felice nel castello di Wartburg. La principessa è sposa e madre, ma ha pure tanta fede. Spesso prega, pure di notte. È semplice, non ama il lusso. Dai servi si fa dare del tu e, non ostacolata dal marito, dal cuore buono come la consorte, aiuta i poveri che bussano alla porta del castello donando cibo oppure, se sani e in grado di rendersi utili, offrendo un lavoro.
Elisabetta con le sue ancelle si reca di persona nei tuguri dei poveri a portare farina, carne e vestiti. Avvengono anche alcuni miracoli. Un giorno, durante l’assenza del marito, Elisabetta accoglie nel proprio letto un lebbroso. Ludovico viene avvisato e tornato al castello, infuriato, quando alza le coperte del suo letto, invece del lebbroso vede Gesù sofferente. Un’altra volta chiede alla moglie cosa portasse nel grembiule. È pane per i poveri che, però, improvvisamente si trasforma in rose. Ludovico parte per partecipare alla sesta crociata. Elisabetta ha vent’anni e aspetta il terzo figlio. Purtroppo, durante il viaggio, il re muore di peste in Puglia, prima di arrivare in Terra Santa.
Elisabetta rimane vedova e avuta la terza bambina, Gertrude, inizia ad elargire aiuti alla popolazione affamata, colpita da una grave carestia. Cacciata dal castello dai cognati, bramosi di ricchezza e di potere, la giovane si rifugia da una zia suora e poi con le ricchezze rimaste fa costruire un ospedale a Marburgo (Germania), dove va a vivere. Fattasi povera tra i poveri, come San Francesco d’Assisi, suo contemporaneo e da cui rimane affascinata, Elisabetta trascorre le sue giornate accudendo i malati. Cuce vestiti per loro e chiede l’elemosina per procurare il cibo. Quando non ha nulla da dare da mangiare va a pescare. Elisabetta subisce tante critiche per il suo stile di vita, eppure quattro anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1231 a Marburgo, viene proclamata santa. È patrona di panettieri, panificatori, fornai, infermieri, mendicanti, Associazioni di Carità Cattoliche e dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) al quale la santa si era iscritta.

Fonte: https://www.santiebeati.it/dettaglio/25150

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