Sotto il Tuo Manto

Domenica, 15 giugno 2025 - Santa Germana (Letture di oggi)

Quanto abbiamo da imparare dalla Madonna! Era così umile perché era tutta votata a Dio. Era pie­na di grazia e si servì di questo potere eccezionale che era dentro di lei: la grazia di Dio. (Madre Teresa di Calcutta)

Novena a Sant' Elisabetta d'Ungheria

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Primo giorno

O gloriosa, e cara nostra protettrice s. Elisabetta, quanto ammirabili sono gli esempi che voi vivente sulla terra, lasciaste al mondo di rassegnazione al divin volere nelle più dure prove, a cui piacque a Dio di sottoporvi! In fresca età restaste priva dell’amato consorte; espulsa quindi villanamente dalla real casa, e da tutti i luoghi dei vostri dominii foste costretta ad andarvene raminga con quattro teneri figli, e mendicare qua e là o per voi e per essi l’alimento e l’alloggio; e per una brutale barbarie e l’uno o l’altro bene spesso negatovi vi trovaste estenuata e famelica colle piangenti creature. Eppure lungi dal menar lagni e disperazioni in mezzo a tante e sì penoso sventure, voi adoraste le superne disposizioni, rassegnata non solo, ma contenta e lieta così, che come di altrettanti favori ne ringraziavate esultante il Signore, pregandolo che si degnasse di ricolmare i vostri i amici e persecutori di tante grazio, quanto erano le ingiurie che vi facevano. Beh, fato che impariamo anche noi a sostenere pazienti e rassegnati ogni travaglio e traversia che mai piacesse al Cielo d’ inviarci, affinchè per tal guisa, scontando quaggiù lo nostre colpe, ed unendoci sempre meglio a Dio, ci sia dato di partecipare un giorno a quella somma felicità che voi godete nella celeste Patria. Così sia.

Pregare SEI Ave Maria

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.

Sant' Elisabetta d'Ungheria

Ecco l’esempio da seguire per quanti ricoprano un ruolo di guida nella società. Elisabetta, nata nel 1207 a Bratislava (allora in Ungheria), è una principessa, figlia del re d’Ungheria Andrea II. Promessa sposa all’età di quattro anni a Ludovico che di anni ne ha undici, erede al trono della Turingia (Germania), Elisabetta cresce alla corte reale del futuro suocero. È bella, affascinante, buona. Ludovico ed Elisabetta si innamorano, teneramente. A quattordici anni Elisabetta si sposa con Ludovico, diventato re, e a quindici anni ha il primo figlio, Ermanno. A diciassette anni arriva la seconda bambina, Sofia. La coppia vive felice nel castello di Wartburg. La principessa è sposa e madre, ma ha pure tanta fede. Spesso prega, pure di notte. È semplice, non ama il lusso. Dai servi si fa dare del tu e, non ostacolata dal marito, dal cuore buono come la consorte, aiuta i poveri che bussano alla porta del castello donando cibo oppure, se sani e in grado di rendersi utili, offrendo un lavoro.
Elisabetta con le sue ancelle si reca di persona nei tuguri dei poveri a portare farina, carne e vestiti. Avvengono anche alcuni miracoli. Un giorno, durante l’assenza del marito, Elisabetta accoglie nel proprio letto un lebbroso. Ludovico viene avvisato e tornato al castello, infuriato, quando alza le coperte del suo letto, invece del lebbroso vede Gesù sofferente. Un’altra volta chiede alla moglie cosa portasse nel grembiule. È pane per i poveri che, però, improvvisamente si trasforma in rose. Ludovico parte per partecipare alla sesta crociata. Elisabetta ha vent’anni e aspetta il terzo figlio. Purtroppo, durante il viaggio, il re muore di peste in Puglia, prima di arrivare in Terra Santa.
Elisabetta rimane vedova e avuta la terza bambina, Gertrude, inizia ad elargire aiuti alla popolazione affamata, colpita da una grave carestia. Cacciata dal castello dai cognati, bramosi di ricchezza e di potere, la giovane si rifugia da una zia suora e poi con le ricchezze rimaste fa costruire un ospedale a Marburgo (Germania), dove va a vivere. Fattasi povera tra i poveri, come San Francesco d’Assisi, suo contemporaneo e da cui rimane affascinata, Elisabetta trascorre le sue giornate accudendo i malati. Cuce vestiti per loro e chiede l’elemosina per procurare il cibo. Quando non ha nulla da dare da mangiare va a pescare. Elisabetta subisce tante critiche per il suo stile di vita, eppure quattro anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1231 a Marburgo, viene proclamata santa. È patrona di panettieri, panificatori, fornai, infermieri, mendicanti, Associazioni di Carità Cattoliche e dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) al quale la santa si era iscritta.

Fonte: https://www.santiebeati.it/dettaglio/25150

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