Novena a San Cristoforo

Primo giorno
I. Glorioso s. Cristoforo, che, appena convertito alla fede, vi applicaste con uno zelo instancabile a spargere nei popoli della Licia la luce della verità, o carcerato per la causa di Gesù Cristo, convertiste quelle femmine sfrontate che ardirono di sollecitarvi al più abominevole delitto, impetrate a noi tutti la grazia di travagliare instancabilmente per la gloria della Religione, e di trionfare generosamente di tutti i nostri nemici, ma specialmente delle lusinghe e delle seduzioni della carne.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
II. Glorioso s. Cristoforo, che, consacrando al bene dei vostri prossimi la robustezza dello vostre membra e l’altezza della vostra statura, stabiliste alla sponda di un fiume la vostra abitazione per tragittare all’opposta riva gratuitamente i passeggeri; e in premio di tanta carità così nuova meritaste di portare sulle vostre spalle lo stesso Signor Gesù Cristo in figura di tenero fanciullo a voi apparso, ottenete a noi tutti la grazia di impiegar sempre a vantaggio dei bisognosi nostri fratelli le nostre sostanze, la nostra persona e tutte quante le nostre forze, onde meritarci dal cielo i più distinti favori.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
III. Glorioso s. Cristoforo, che, per le vostre virtù, per i vostri miracoli e pel martirio tormentosissimo con eroica intrepidezza da voi sofferto, diveniste famoso in tutti i popoli che sperimentarono sempre l’efficacia della vostra intercessione nei bisogni della campagna e nello desolazioni della pestilenza, deh, da quel seggio di gloria in cui sedete beato, volgete pietoso a noi lo sguardo, e liberatoci da ogni pericolo, e preservateci da ogni disgrazia, ma specialmente dal peccato che è l’unico vero male per cui si arma di flagelli il divin braccio.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
In Oriente San Cristoforo è in genere raffigurato con testa di cane, come è testimoniato da molte icone conservate a San Pietroburgo e Sofia. L’iconografia del santo cinocefalo secondo alcuni dimostrerebbe che si tratta di un culto nato in ambito ellenistico-egizio, con un chiaro riferimento al culto del dio Anubis; più plausibile e complessa sarebbe invece un’altra ipotesi: Reprobo si sarebbe arruolato nell’esercito romano e si sarebbe convertito al cristianesimo col nome di Cristoforo. Denunziato per la sua attività di apostolato tra i commilitoni, e condotto davanti al giudice, avrebbe resistito ad ogni tentativo di farlo abiurare e sarebbe stato infine decapitato. Cristoforo, dunque, avrebbe “portato Cristo” nel suo cuore fino al martirio, come l’asinello portò Cristo a Gerusalemme il giorno delle Palme. Per questa ragione in Oriente si sarebbe inizialmente diffusa l’abitudine di raffigurare Cristoforo con una testa d’asino, che si sarebbe poi mutata in una testa di cane. Si tratterebbe perciò di una iconografia interna al cristianesimo, senza alcun rapporto con culti pagani.
Secondo la Leggenda Aurea, il martirio di Cristoforo avvenne a Samo, in Licia. Il Santo resistette alle torture inflittegli con verghe di ferro e metallo rovente. Persino le frecce che gli furono scagliate contro rimasero sospese a mezz’aria, e una di esse tornò indietro e trafisse l’occhio del sovrano che aveva ordinato il supplizio. Il re diede allora ordine di decapitare Cristoforo, e il Santo, prima di morire, gli disse: “Bagnati l’occhio col mio sangue, e sarai risanato.” Il re riacquistò la vista e si convertì, e da allora San Cristoforo viene invocato per guarire dalle malattie della vista.
Fonte: https://www.vaticannews.va