Novena a Santa Chiara di Montefalco

Primo giorno
I. Ammirabile santa Chiara, che dai primi vostri anni vi mostraste così accesa d’ amor di Dio da faro vostra delizia l’invocare con lingua ancor balbettante il nome di Gesù, il pregare prostrata sul terreno nudo fra i più crudi rigori del verno, e il tormentare coi flagelli da voi medesima lavorati le innocenti vostre membra, ottenete a noi tutti la grazia di consacrarci almeno adesso interamente al Signore, e di non compiacerci mai d’altro che di quanto può renderci a lui più cari, qual è il continuo esercizio dell’orazione e della penitenza.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
II. Ammirabile santa Chiara, che, provata per ben undici anni dal vostro divino Sposo con la sottrazione d’ogni gusto nel suo più attento servizio e colla permissione accordata all’infernale nemico di molestarvi nel modo più desolante con illusioni e suggestioni d’ogni maniera, non rallentaste mai un istante il vostro abituale fervore, ottenete a noi tutti la grazia di tenerci sempre a Dio fedeli, per quante ardue e lunghe possono essere le prove a cui ci avvenga d’esser esposti, ritenendo sempre per certo che tutto è dal cielo ordinato al nostro maggior bene.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
III. Ammirabile santa Chiara, che quantunque avanzatissima nelle vie della santità, ve ne riputaste sempre la più lontana, sino a ritenervi per la più gran peccatrice che fosse al mondo, desiderando di esser per tale reputata da tutti, e specialmente dalle vostre religiose compagne, onde distorglierle dal disegno di proclamarvi lor superiora, ottenete a noi tutti la grazia di non invanirci giammai per qualunque pregio o distinzione si possa in noi ritrovare, e di amar sempre sinceramente la umiltà e l’umiliazione, non dimenticandoci mai che ogni bene viene da Dio, e che di nostro non abbiamo altro che miseria e peccato.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
IV. Ammirabile santa Chiara, che fra le calunnie con cui si tentò di oscurare il buon nome sempre goduto da voi e dalle vostre correligiose, fra le strettezze che desolarono il vostro monastero ridotto a essere mancante del necessario pel quotidiano sostentamento, fra le infermità le più dolorose che per lungo tempo travagliarono la vostra già infiacchita salute non permetteste mai nè un lamento alla vostra lingua, nè un movimento d’impazienza al vostro cuore, ottenete a noi tutti la grazia di essere sempre rassegnatissimi in mezzo a qualsiasi tribolazione, e di ringraziarlo anzi il Signore, perché ci porga noi travagli i mezzi più opportuni a convertirci se peccatori, a perfezionarci se giusti.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
V. Ammirabile santa Chiara, che vi accostaste con tanto ardore all’Eucaristica mensa da trovarvi rapita in santa estasi al primo entrare del sacramentato divino Sposo nel vostro petto, ottenete a noi tutti la grazia che, facendo sempre la debita stima del gran tesoro che ci è apprestato nell’augustissimo Sacramento, niente più ardentemente desideriamo che di parteciparvi con gran frequenza, e niente trascuriamo di quello ch’è necessario per raccoglierne quei frutti di vita ch’esso è ordinato a produrre.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
VI. Ammirabile santa Chiara, che, ardente dello zelo il più puro per la glorificazione della Fede, foste da Dio favorita di tanti lumi da ridurre al silenzio o coprir di vergogna il perfido eresiarca Bentivenga che della peste dei propri errori, già diffusi in Spoleto e in Bevagna, minacciava di ammorbare anche i buoni terrieri del vostro Montefalco, impetrate a noi tutti la grazia di zelar sempre con tal premura la integrità della Fede da assicurarne sempre il trionfo contro ogni genere di nemici e mostrarla in noi stessi sempre feconda di veri frutti di eternità.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
VII. Ammirabile santa Chiara, che, sentendovi al termine di vostra vita, non altro raccomandaste alle vostre religiose sorelle che di sempre fedelmente attenersi alla regola del gran padre s. Agostino; e pregatele a condurvi all’oratorio per ivi esalare il vostro spirito, dove il divin vostro Sposo vi aveva distinta coi più grandi favori, foste da Dio medesimo glorificata con il portentoso splendore che, disceso dall’alto sulla vostra fronte, accompagnò il volo della vostr’anima al beatificante suo seno, ottenete a noi tutti la grazia di attendere sempre con il massimo impegno all’adempimento dei nostri doveri, senza di cui è impossibile il far la morte dei giusti.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
VIII. Ammirabile santa Chiara, che professaste sempre divozione sì tenera e riconoscenza sì viva alla passione di Cristo e a tutte le persone della santissima Trinità da meritar che il Signore imprimesse nel vostro cuore, non solo tutti gli ordigni, onde fu tormentato qui interra il nostro divin Redentore,ma ancora una immagine viva dell’uguaglianza perfetta delle divine persone nei tre piccoli globi che trovaronsi nel vostro cuore, offerenti un prodigio affatto nuovo nell’eguaglianza del loro peso, sia che si esaminino ad uno ad uno, sia che si pesino tutti insieme, ottenete a noi tutti la grazia di professar sempre tal divozione ai principali misteri di nostra fede da tenere sempre vivissima nel nostro cuore la memoria, e di sempre vivere in conformità delle massime santissime che ne derivano, onde assidurarci quel premio che mai non manca ai sinceri glorificatori di Dio.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
IX. Ammirabile santa Chiara, che, anche dopo morte, vi mostraste vero modello di carità verso ogni genero di bisognosi, dacchè non vi fu quasi persona, o sorda, o cieca, o attratta, o paralitica, o ossessa, o invecchiata in altri mali così di spirito come di corpo, che invocando il vostro aiuto non no rimanesse del tutto sanata, non potendo alla vostra intercessione resistere nemmen la morte, che più d’una volta fu costretta a veder ridonata la vita a chi era già fatto sua preda, ottenete a noi tutti la grazia di viver sempre così santamente da poter essere esauditi in tutte le nostre preghiere, sia che esse si indirizzino al personal nostro bene, sia che esse abbiano in mira il sollievo dei nostrì fratelli nei loro speciali bisogni, e così fedelmente imitandovi su questa terra, possiamo sperar con certezza di godere insieme con voi i gaudii eterni del cielo.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Orazione
Deus, qui sanctam virginem tuam Claram clarillcans, in sius corpore Passionis tuai et trinitatis mysteria mirifìcis signis renovasti: priesta, quiesumus, Ojus precibus et imilatione sic nos tun Passionis amarituclinem recordari, ut Trinitatis beatitudine perfrui mereamur. Qui curo Patre et Spiritu Sancto in Trinitate vivis et regnas Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
Consacratasi interamente a Dio, Chiara volle seguire l'esempio della sorella Giovanna, chiedendo di entrare nel locale reclusorio, dove fu accolta nel 1275. La santità della piccola e le elette virtù di Giovanna fecero accorrere nel reclusorio di Montefalco sempre nuove aspiranti, per cui ben presto si dovette intraprendere la costruzione di uno più grande che, cominciata nel 1282, si protrasse per otto anni tra opposizioni, contrasti e difficoltà di varia natura. A causa delle ristrettezze finanziarie, per qualche tempo durante i lavori Chiara fu incaricata anche di andare alla questua. Nel 1290, allorchè il nuovo reclusorio fu terminato, si pensò che sarebbe stato più opportuno fosse eretto un monastero, affinché la comunità potesse entrare a far parte di qualche religione approvata. Giovanna ne interessò il vescovo Gerardo Artesino che, con decreto del 10 giugno 1290, riconobbe la nuova famiglia religiosa, dando ad essa la regola di s. Agostino e autorizzando in pari tempo l'accettazione di novizie. Il novello monastero fu chiamato "della Croce", su proposta della stessa Giovanna, che ne venne subito eletta badessa.
Alla morte della sorella (22 novembre 1291), Chiara fu chiamata immediatamente a succederle nella carica, contro la sua volontà e nonostante la giovane età. Durante il suo governo, che esercitò sempre con illuminata fermezza, seppe tenere sempre vivo nella comunità, con la parola e con l'esempio, un gran desiderio di perfezione. Ebbe da Dio singolari grazie mistiche, come visioni ed estasi, e doni soprannaturali che profuse dentro e fuori il monastero, venendo,- inoltre, favorita dal Signore col dono della scienza infusa, per cui poté offrire dotte soluzioni alle più ardue questioni propostele da teologi, filosofi e letterati. Alla sua pronta azione, si deve poi la scoperta e l'eliminazione, tra la fine del 1306 e gli inizi del 1307, di una setta eretica chiamata dello "Spirito di libertà", che andava diffondendo per tutta l'Umbria errori quietistici. Tanta era la fama di sé e delle sue virtù suscitata in vita da Chiara che subito dopo la morte, avvenuta nel suo monastero della Croce in Montefalco il 17 agosto 1308, fu venerata come santa.
Una tradizione leggendaria, fondata su una accesa pietà e su una ingenua nozione dell'anatomia, riferisce che nel cuore di Chiara, di eccezionali dimensioni, si credette di scorgere i simboli della Passione: il Crocifisso, il flagello, la colonna, la corona di spine, i tre chiodi e la lancia, la canna con la spugna. Inoltre nella cistifellea della santa si sarebbero riconosciuti tre globi di uguali dimensioni, peso e colore, disposti in forma di triangolo, come un simbolo della S.ma Trinità.
Erano trascorsi solo dieci mesi dalla morte di Chiara, quando il vescovo di Spoleto, Pietro Paolo Trinci, ordinò il 18 giugno 1309 di iniziare il processo informativo sulla sua vita e sulle virtù; poiché, però, avvenivano sempre nuovi miracoli e aumentava la devozione per la pia suora di Montefalco, molti fecero viva istanza presso la S. Sede per la canonizzazione di Chiara; procuratore della causa fu Berengario di S. Africano, che a tal fine si recò nel 1316 ad Avignone da Giovanni XXII, il quale deputò il cardinale Napoleone Orsini, legato a Perugia, a informarsi e riferire. Il nuovo processo, cominciato il 6 settembre 1318 e dal quale sarebbe dipesa certamente la canonizzazione di Chiara, per cause del tutto esterne non poté tuttavia aver seguito. Fu solo nel 1624 che Urbano VIII concesse, dapprima all'Ordine (14 agosto), poi alla diocesi di Spoleto (28 settembre), di recitare l'Ufficio e la Messa con preghiera propria in onore di Chiara, il cui nome Clemente X fece inserire, il 19 aprile 1673, nel Martirologio Romano. Nel 1736, Clemente XII ordinò la ripresa della causa e l'anno seguente la S. Congregazione dei Riti approvò il culto ab-immemorabili; nel 1738, fu istruito il nuovo processo apostolico sulle virtù e i miracoli, ratificato dalla S. Congregazione dei Riti il 17 settembre 1743. In tal modo si poteva procedere all'approvazione delle virtù eroiche, che si ebbe, tuttavia, solo un secolo più tardi, dopo un ulteriore processo apostolico, incominciato il 22 ottobre 1850, conclusosi il 21 novembre 1851 e approvato dalla S. Congregazione dei Riti il 25 settembre 1852; solo l'8 dicembre 1881, però, la beata Chiara da Montefalco fu solennemente canonizzata da Leone XIII.
Il 17 agosto si commemora la santa, mentre il 30 ottobre si celebra la festa "Impressio Crucifixi in corde s. Clarae".
Fonte: https://www.santiebeati.it/dettaglio/66350