Novena a Santa Chiara d'Assisi

Primo giorno
Per quello spirito di penitenza che vi indusse a far costantemente vostra particolare delizia il digiuno più severo, la povertà più rigorosa e le mortificazioni più penose e quindi la privazione di tutti i beni, la sofferenza di tutti i mali per consacrarvi interamente all'amore di Gesù Cristo nell'illustre Ordine da voi istituito, dietro la direzione del vostro Serafico Padre S. Francesco, di cui vestiste sì bene lo spirito nell'abbracciarne l'abito e la regola, impetrate a noi tuoi la grazia, o ammirabile Santa Chiara, di preferire mai sempre l'abbiezione alla gloria, la povertà alle ricchezze, la mortificazione ai piaceri, affine di essere non solo di nome, ma ancora di fatto, fedeli discepoli di Gesù Cristo.
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.
Per quella specialissima devozione che aveste a Gesù Cristo in Sacramento, onde il trovarvi alla sua presenza e l'esser tosto rapita in estasi era la medesima cosa, e sebbene amatissima dell'estrema povertà, pur voleste sempre, che fosse magnifico ciò che servir doveva al santo Altare, e per questo con breve preghiera fatta insieme alle vostre consorelle innanzi all'Ostia Sacrosanta, cacciaste in precipitosa fuga quei barbari Saraceni i quali già minacciavano dell'ultimo sterminio non solo il vostro monastero, ma distruggendo tutta la città di Assisi; deh! impetrate a noi la grazia, o ammirabile Santa Chiara, di far nostra delizia la visita dei sacri templi, la frequenza dei sacramenti, l'assistenza ai santi misteri e la devozione più affettuosa alla santissima Eucaristia, alfine di essere confortati da essa in tutto il tempo della vita e scortati con sicurezza alla beata eternità.
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.
PREGHIERA A SANTA CHIARA
O Chiara, che con la luce della tua vita evangelica rischiarasti l' orizzonte del tuo secolo, illumina anche noi che, oggi più che mai, siamo assetati di verità e di vero amore.
Con la testimonianza della tua vita, tu hai da dire anche a noi, dopo 7 secoli, una parola di speranza e di fiducia che attinge la sua forza dal Vangelo, verità eterna.
Guarda, o Chiara, alle tue figlie che sparse in tutto il mondo vogliono continuare silenziosamente la missione di Maria, Vergine e Madre, nel cenacolo dove sotto il soffio dello Spirito nasceva e si sviluppava la Chiesa.
Guarda a tutta la gioventù che cerca attraverso le vie più disparate di realizzare se stessa e guidala verso quella pienezza di vita che solo Cristo ci può dare.
Guarda, o Chiara, anche chi è verso il tramonto della vita e fagli sentire che nulla è perduto quando ancora rimane il desiderio di ricominciare da capo per fare meglio, per essere più buoni...
E fa' , o Chiara, che tutti, quando saremo giunti alla soglia dell' Eternità, possiamo come te benedire Dio che ci ha creato per il suo amore! Amen. Alleluja!
La luce di Chiara attira altre donne, tra cui la madre e le sorelle; presto saranno una cinquantina. Francesco le chiama “Povere dame” o “Povere recluse” e dispone per loro il piccolo monastero di San Damiano, che aveva appena restaurato e dove il giovane ricevette l’invito “Va e ripara la mia casa”. Tra il poverello e Chiara c’è piena comunione, lei si definisce la “sua pianticella” e accompagna la missione dei frati nel mondo con la preghiera incessante insieme alle consorelle.
Forte e determinata è la prima donna a scrivere una Regola e ad ottenere l’approvazione da parte di Gregorio IX, suggellata poi dalla bolla di Innocenzo IV nel 1253, del “privilegio della povertà” e dell’ardente desiderio di “osservare il Vangelo”.
La malattia segna i suoi ultimi 30 anni, ma mai recide il contatto gioioso con il Signore nella preghiera: “Niente è tanto grande – scrive – quanto il cuore dell’uomo, lì nell’intimo abita Dio”. Instancabile adoratrice dell’Eucaristia, con in mano la pisside, provoca la fuga dei saraceni da Assisi.
In una notte di Natale, assorta in preghiera, contempla sulle pareti della sua cella i riti che in quel momento si svolgevano nella Porziuncola, cuore pulsante della comunità dei frati. Per questo motivo è stata dichiarata da Pio XII protettrice della televisione.
Muore l’11 agosto 1253 sul nudo pavimento di San Damiano. Sulle labbra l’ultimo rendimento di grazie: “Tu Signore, che mi hai creata, sii benedetto”. Ai funerali partecipa una quantità di popolo mai vista e solo due anni dopo è proclamata santa da Alessandro IV.
Fonte: https://www.vaticannews.va/