Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

Nella vita spirituale succede che la preghiera scorre forte e serena finché un giorno non arriva la prova. È allora che scopri la tua vera statura; è allora che diventa evidente la tua piccolezza. Ridotto a brandelli dalla tentazione, diviso in due nel tuo intimo, subisci tutti i rovesci che la tua incommensurabile presunzione aveva bisogno di subire, facendo marcire le tue nobili virtù di cui andavi fiero credendoti migliore degli altri. Scoprire di essere come tutti gli altri, scoprire a qual punto è ridotta la tua religiosità , è una delle esperienze più dure nel cammino di fede. E se Dio non intervenisse, il vento della tentazione ti porterebbe via come foglia secca. (Don Nikola Vucic)

Novena a Santa Monica

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Primo giorno

I. Gloriosa santa Monica, che fino dall’età la più tenera, accogliendo con santa allegrezza le sante correzioni delle vostre istitutrici, vi emendaste con somma premura d’ogni più leggera imperfezione, e faceste vostra delizia la modestia la più edificante, otteneteci la grazia di vegliare continuamente alla correzione dei nostri difetti, onde modellarci sempre sopra le norme della evangelica perfezione.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Gloriosa santa Monica, che, sposata per paterna disposizione, ad un marito quanto nobile e ricco, altrettanto brutale di costume, e tenace nell’idolatria in cui era nato, sapeste opporre così bene la vostra virtù ai suoi vizii da far regnare costantemente in vostra casa la più inviolabile pace, da allevare nel santo timor di Dio tutta la vostra figliuolanza, e da convertir finalmente alla fede e render modello d’ogni virtù il vostro dissoluto consorte, impetrate a noi tutti la grazia di tollerar sempre con santa rassegnazione i difetti di tutti coloro coi quali il nostro stato ci obbligasse a convivere, e di regolarci sempre così cristianamente da condurre col nostro esempio e coi nostri consigli sulla strada della salute tutti coloro che ne fossero in qualche modo sviati.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Gloriosa Santa Monica, che provata nella vostra vedovanza coi traviamenti del primo e più illuminato dei vostri figli, Agostino, metteste tutta la vostra fiducia nelle lacrime o nell’orazione, e dopo averlo seguito in Cartagine ed in Italia, ove andava a portare con la dispensazione delle sue letterarie cognizioni anche lo scandalo de’ suoi costumi, aveste finalmente la massima di tutte le consolazioni, vedendolo come un altro s. Paolo, divenuto tutto di Dio, emulare le più belle virtù di s. Simpliciano e di s. Ambrogio che avevano cooperato al suo ravvedimento, e percorrere a gran passi quella carriera che lo sollevò ai primi onori dell’ecclesiastica Gerarchia e ai primi seggi del Paradiso, ottenete a noi tutti la grazia di non sconfortarci giammai per il ritardato esaudimento delle nostre preghiere, e di adoperarci con ogni impegno per la santificazione dei nostri fratelli, onde assicurarci quella gloria particolare che è promessa a tutti coloro che erudiscono gli altri nella giustizia.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Di etnia berbera, Monica nasce nel 331, a Tagaste, nel nord Africa, da una famiglia benestante e di salde tradizioni cristiane. Apprende con dedizione gli insegnamenti della Sacra Scrittura; a forgiare la sua forte interiorità sono la preghiera e l’assidua pratica dei sacramenti, cui Monica affianca il servizio nella comunità ecclesiale. Sposa Patrizio, pagano, uomo ambizioso, irascibile e dal carattere difficile che le è anche infedele. Monica, dolce, benevola, e capace di trovare il dialogo nei momenti opportuni, con il suo “metodo” fatto di attesa, pazienza e preghiera - come suggerisce alle amiche che le confidano problemi e incomprensioni con i coniugi -, riesce a vincere le asprezze del marito e a condurlo alla fede.

All’età di 22 anni dà alla luce il primogenito Agostino, cui seguiranno Navigio e una figlia, della quale non si conosce il nome. Monica li educa ai valori cristiani. Rimasta vedova a 39 anni, è lei a provvedere all’amministrazione dei beni di famiglia, dedicandosi anche con amore smisurato alla prole. Madre premurosa e solerte, a destargli più preoccupazioni è Agostino, il “figlio di tante lacrime” dal cuore inquieto; ambizioso retore che, alla ricerca della verità, si allontana dalla fede cattolica e vaga da una filosofia all’altra. Monica non smette di pregare per lui e segue tutte le vicende della sua vita cercando di restargli accanto. Per questo si trasferisce a Cartagine e poi in Italia, quando il figlio, docente di retorica, all’apice della carriera, va a vivere a Milano. Il suo affetto materno e le sue preghiere accompagnano la conversione di Agostino, che, ricevuto il battesimo dal vescovo Ambrogio, decide di tornare a Tagaste per dar vita ad una comunità di servi di Dio. Monica è con lui. Bisognerà imbarcarsi a Ostia, per fare ritorno in Africa. Ma qui l’attesa della nave costringe ad una sosta.

Scorrono giorni di intensi dialoghi spirituali fra Monica e Agostino. A uno di questi è riconducibile la cosiddetta “estasi di Ostia” narrata nelle Confessioni (9,10, 23-27). “Accadde … che ci trovassimo lei ed io soli, appoggiati a una finestra prospiciente il giardino della casa che ci ospitava, là, presso Ostia Tiberina, lontani dai rumori della folla, intenti a ristorarci dalla fatica di un lungo viaggio in vista della traversata del mare. Conversavamo, dunque, soli con grande dolcezza. Dimentichi delle cose passate e protesi verso quelle che stanno innanzi, cercavamo fra noi alla presenza della verità, che sei Tu, quale sarebbe stata la vita eterna dei santi … percorremmo su su tutte le cose corporee e il cielo medesimo … E ancora ascendendo in noi stessi con la considerazione, l’esaltazione, l’ammirazione delle tue opere, giungemmo alle nostre anime e anch’esse superammo per attingere la plaga dell’abbondanza inesauribile … ove la vita è la Sapienza … E mentre ne parlavamo e anelavamo verso di lei, la cogliemmo un poco con lo slancio totale della mente”. Monica sente di aver raggiunto l’apice della sua vita e confessa al figlio: “Per quanto mi riguarda, questa vita ormai non ha più nessuna attrattiva per me. Cosa faccio ancora qui e perché sono qui, lo ignoro. Le mie speranze sulla terra sono ormai esaurite. Una sola cosa c’era, che mi faceva desiderare di rimanere quaggiù …: il vederti cristiano cattolico prima di morire. Il mio Dio mi ha soddisfatta ampiamente, poiché ti vedo addirittura disprezzare la felicità terrena per servire lui. Cosa faccio qui?”. Qualche giorno dopo Monica si ammala. Muore all’età di 56 anni e il suo corpo viene tumulato dove oggi sorge, ad Ostia Antica, la chiesa di Sant’Aurea, un tempo probabilmente basilica paleocristiana con a fianco una necropoli.

Le spoglie di Santa Monica sono state custodite per diversi secoli a Sant’Aurea. Oggi vi è conservata solo una lapide, poiché nel XV secolo Papa Martino V volle le reliquie a Roma, nella chiesa di San Trifone - officiata dai frati agostiniani - poi inglobata nella più grande Basilica di Sant’Agostino. E qui si trovano ancora, riposte, in un sarcofago di marmo verde, nella cappella decorata da Pietro Gagliardi, con affreschi, nel 1885.

Fonte: https://www.vaticannews.va/
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