Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

Noi siamo troppo attaccati alle nostre abitudini e ai nostri esercizi, e condanniamo facilmente il modo di fare degli altri, che non ci piace. (San Francesco di Sales)

Novena a Santa Gertrude di Nivelles

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Primo giorno

I. Chi non ammirerà, o gran vergine santa Geltrude, la copia delle benedizioni con cui vi prevenne il Signore nel darvi a genitori i due più santi coniugi del vostro secolo (anno 626) il beato Pipino da Landen maestro del palazzo dei Re d’Austrasia e la Beata Itta sorella del Trevirense vescovo s. Modoaldo? Ma, chi non resterà sommamente edificato nei considerare la prontezza, la fedeltà, la costanza con cui fin dai principio corrispondeste a tanti divini favori mostrando nella età la più tenera il più infuocato trasporto per lo più belle virtù! Deh! per tanti vostri meriti, ottenete anche a noi tutti la grazia di approfittare così bene o delle istruzioni e degli esempi dei veri amanti di Dio, da fare continuamente nostra delizia il sempre più crescere di giorno in giorno della evangelica perfezione.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

II. Che bell’esempio di cristiana generosità non desto al mondo, o gran vergine santa Geltrude, allora quando invitata a migliorare la vostra temporal condizione con il più onorifico collocamento, rispondeste alla presenza del Re Dagoberto che niente avria potuto giammai indurvi a rompere la fede da voi giurata al Re dei Vergini il divin Redentore: e lasciata in pace nei vostri propositi, vi chiedeste per sempre nel monastero di Nivelle, in Brabante, fondato dalla vostra piissima madre, che finì a mettersi spontaneamente sotto la vostra disciplina quando per la singolarità dei vostri neniti, creata voi Abbadessa in età di soli 20 anni, vi mostraste vero modello di carità, dì prudenza e di zelo nel procurare la santificazione di tutte le vostre religiose. Deh, per tanta vostra virtù impetrate a noi tutti la grazia di non venire mai meno ai nostri santi propositi, e di regolarci sì bene con tutti quelli con cui la provvidenza ci vuole uniti, da renderli tutti con il nostro esempio veri modelli di santità così nel servizio di Dio, come nella convivenza con il prossimo.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

III. Di quale confusione non veniamo noi a coprirci, o gran vergine santa Geltrude, quando consideriamo, che, non ostante la continua edificazione da voi data con il vostro costantissimo amore alla povertà, alla penitenza, all’orazione, poi perfezionamento di voi medesima, e con la vostra cotantissima pratica della Carità, della compassione, dell’elemosina per la santificazione degli altri, codeste nell’età di trent’anni alla santa vostra nipote Wilfetruda l’onore e il Carico di Superiora per meglio prepararvi con l' esercizio dell’umiltà più profonda a quel beatissimo transito che dopo soli tre anni vi tolse alle miserie di questa terra per unirvi ai beati del cielo! (17 Marzo 659). Deh, per quelle tante virtù e per quei tanti prodigi, onde si compiacque il Signore di onorare la vostra memoria non solo in Lovanio e nel Brabante ove si celebra come festivo il giorno del vostro trapasso, ma in tutto il mondo che non ha mai cessato d’onorarvi col massimo impegno e d’invocarvi con somma fiducia; impetrate a noi tutti la grazia d’incominciare da questo momento a prepararci al gran rendiconto, onde all’arrivar della morte ci troviamo a somiglianza di voi nel fortunatissimo novero di quelle vergini che il divin sposo introduce nella sala dell’eterno convito, dacché non cessarono mai di vegliare in aspettazione di lui, tenendo sempre la lampada della propria anima ben provveduta del mistico olio di ogni maniera d’opere buone.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Figlia di Pipino di Landen, signore nel Brabante e antenato di Carlo Magno, alla morte del padre (639) si fa monaca con la madre Itta e la sorella Begga. La madre fonda un monastero "doppio", di uomini e donne, governati tutti dalla badessa. E badessa è Itta, fino alla morte (652). Le succede Gertrude, che accetta il titolo, ma lascia a un frate il potere effettivo e riserva a sé il compito di istruire monaci e monache. Chiama dall'Irlanda monaci dotti nelle Scritture e manda gente a Roma per rifornire la comunità di libri liturgici. Fu presto circondata dall'aureola di santa. Ma il suo vero prodigio fu la pace portata tra le famiglie signorili locali, divise da eterni scontri che per la gente portavano solo saccheggi, razzie di ostaggi e anni di miseria. Quando muore, a 33 anni nel 659, la venerazione è immediata. Il suo corpo viene deposto in una cappella che poi ingrandita, abbattuta e ricostruita diventerà basilica. (Avvenire)
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