Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

L'uomo, se potesse dominare il mondo intero, lo farebbe. Sente una insaziabile sete di potere, è sempre in guerra di concorrenza per accaparrarsi i primi posti. Tutto ciò che minaccia di eclissare la sua immagine è qualificato come nemico. Vive pieno di deliri e allucinazioni: crede di amare, ma in realtà  ama se stesso; più ha, più desidera di avere e la sua avidità  aumenta. A causa del suo pazzo desiderio di mettersi al di sopra di tutti, l'uomo castiga sé stesso con rancori, invidie, ansie ed inutili preoccupazioni. Solo quando il cuore dell'uomo sarà  liberato da egoismo, da cupidigia ed avidità , Dio potrà  farsi strada in lui senza difficoltà . La liberazione interiore passa sempre attraverso il sentiero regale dell'umiltà . (Don Nikola Vucic)

Novena a Santa Teresa di Calcutta

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Primo Giorno: Conosci il Gesù Vita

"Conoscete davvero il Gesù vivo, non dai libri, ma dallo stare con Lui nel vostro cuore?"

"Sono convinto dell'amore di Cristo per me e del mio per Lui? Questa convinzione è la roccia su cui si costruisce la santità. Cosa dobbiamo fare per ottenere questa convinzione? Dobbiamo conoscere Gesù, amare Gesù, servire Gesù. La conoscenza vi renderà forti come la morte. Noi conosciamo Gesù attraverso la fede: meditando la Sua Parola nelle Scritture, ascoltandoLo parlare tramite la Sua Chiesa, e attraverso un'intima unione nella preghiera".

"CercateLo nel tabernacolo. Fissate i vostri occhi su di Lui che è la Luce. Ponete il vostro cuore vicino al Suo Cuore Divino e domandateGli la grazia di conoscerLo".

Pensiero del giorno: "Non cercate Gesù in terre lontane; non è lì. È vicino a voi, è dentro di voi".

Chiedi la grazia di conoscere intimamente Gesù.

Preghiera a Santa Teresa di Calcutta

Santa Teresa di Calcutta, tu hai permesso all’amore assetato di Gesù sulla Croce di diventare dentro di te una fiamma viva, così da essere per tutti luce del Suo Amore.

Ottieni dal cuore di Gesù… (si chieda la grazia…) insegnami a lasciare che Gesù penetri in me e si impossessi di tutto il mio essere, in modo così totale, che anche la mia vita sia un’irradiazione della sua luce e del Suo amore per gli altri.

Cuore Immacolato di Maria, Causa della nostra gioia, prega per me. Santa Teresa di Calcutta, prega per me.

Conclusione

Ogni volta che a Madre Teresa veniva chiesto di parlare, ripeteva sempre con ferma convinzione: "La santità non è un lusso per pochi, ma un semplice dovere per te e per me". Questa santità è unione intima con Cristo:" Credete che Gesù, e Gesù soltanto, è la vita, - e la santità non è altro che lo stesso Gesù che vive intimamente in voi".

Vivendo in quest'unione intima con Gesù nell'Eucaristia e nei poveri "ventiquattro ore su 24", come era solita dire, Madre Teresa è divenuta un'autentica contemplativa nel cuore del mondo. "Perciò, facendo il lavoro con Lui, noi preghiamo il lavoro: poiché facendolo con Lui, facendolo per Lui, facendolo a Lui, lo amiamo. E, amandolo, diveniamo sempre più una sola cosa con Lui, e Gli consentiamo di vivere in noi la Sua Vita. E questo vivere di Cristo in noi è la santità".

Minuta nel corpo, gigante nella fede, Madre Teresa nasce in una famiglia albanese, a Skopje, il 26 agosto 1910 e viene battezzata con il nome Gonxha Agnes. Fin da piccola, è abituata dai suoi genitori a vivere lodando il Signore e aiutando i più bisognosi. Non sorprende dunque la scelta, avvenuta quando ha 18 anni, di voler diventare missionaria. E’ il settembre del 1928: Agnes lascia la sua casa per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria a Dublino dove riceve il nome di Maria Teresa. L’anno dopo è in India: qui per quasi 20 anni vive felicemente in una scuola della sua congregazione, insegnando ai giovani benestanti della zona. Il 10 settembre del 1946 avviene però quella che Madre Teresa definisce la sua “chiamata nella chiamata”. Quel giorno, Gesù le rivela il suo dolore nel vedere l’indifferenza e il disprezzo per i poveri e chiede alla religiosa di essere volto della Sua misericordia: “Vieni, sii la mia luce. Non posso andare da solo”.

Dopo aver lasciato casa 20 anni prima, questa volta lascia il suo Istituto. Madre Teresa fonda le Missionarie della Carità, indossa il sari indiano e inizia la sua nuova missione tra gli ultimi di Calcutta, gli scartati, quelli che “sono non voluti, non amati, non curati”. Presto si uniscono a lei delle sue ex allieve. In pochi anni, la Congregazione – riconosciuta nel 1950 dall’arcivescovo di Calcutta e nel 1965 da Paolo VI – si diffonde in tutte le parti del mondo laddove i poveri hanno bisogno di aiuto e soprattutto di amore: vengono aperte case in Africa e America Latina, ma anche nei Paesi comunisti e perfino in Unione Sovietica. La sua figura diviene sempre più popolare a livello mondiale, ma quando le chiedono il segreto del suo successo, lei risponde con semplicità disarmante: “Prego”. Stimata profondamente da Papa Montini che ai “suoi” poveri regalò l’automobile papale al termine del suo viaggio in India, Madre Teresa ha con Giovanni Paolo II un rapporto fraterno. Memorabile la visita del Santo Papa polacco nella casa di Calcutta dove Madre Teresa accoglieva i moribondi. Ed è proprio Karol Wojtyla a volere per le Missionarie della Carità una struttura in Vaticano, il “Dono di Maria”.

Sempre pronta a chinarsi sui poveri e bisognosi, Madre Teresa è fortemente impegnata anche nella difesa della vita nascente. Indimenticabile il suo discorso tenuto alla consegna del Premio Nobel per la Pace, il 17 ottobre 1979. “Il più grande distruttore della pace – afferma in quell’occasione – è l’aborto” e sottolinea che “la vita dei bambini e degli adulti è sempre la stessa vita. Ogni esistenza è la vita di Dio in noi”. Anche negli ultimi anni, nonostante la malattia e la “notte oscura dello spirito”, non si risparmia e continua a rispondere instancabilmente alle necessità dei bisognosi. Muore il 5 settembre del 1997 nella sua Calcutta. In quel momento nel mondo sono 4 mila le sue suore, presenti in 610 case di missione sparse in 123 Paesi del mondo. Segno che la misericordia non ha confini e arriva a tutti, senza distinzione alcuna perché, come amava dire Madre Teresa: “Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere”.

Fonte: https://www.vaticannews.va/
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