Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 5 settembre 2025 - Santa Teresa di Calcutta (Agnes Gonxha Bojaxiu) (Letture di oggi)

Intorno a me c'è un mare di lacrime. Perché, Signore, tanto pianto e tanto dolore? Dio è buono o no? Sotto la mano pesante della sofferenza si può toccare il fondo dell'abisso e sperimentare l'oscurità  totale dove manca anche un minimo spiraglio di luce. Cosa avviene nell'esperienza del dolore? Intanto cosa saprei della gioia se non conoscessi la tristezza? Forse che la sete non mi insegna il valore della acqua? Cosa sarebbe un grande amore senza una lunga e dolorosa attesa? Sarebbe una pesante pietra tombale sopra una vita mai vissuta. Quando vedo trionfare il prepotente e soffrire l'innocente, torno a chiedere: "ma Dio è ancora buono?" Se è buono, perché permette il dolore? È terribile questa prova, cioè sapere che Egli è buono, che può tutto, e che proprio nel Suo disegno permette il dolore. Perché? C'è una risposta al dolore, c'è una via fatta apposta per chi ha il coraggio della fede: è la risurrezione. (Don Nikola Vucic)

Via Crucis del 1800 - Giorno 1

STAZIONE I

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Atto di Contrizione.
Amorosissimo Gesù mio, prostrato umilmente ai vostri piedi santissimi, vi domando con tutto il cuore perdono de’ miei peccati che io piango e detesto, specialmente per essere offesa della vostra infinita bontà. Propongo di voler piuttosto morire Che offendervi un’altra volta; anzi protesto di voler amarvi sopra ogni cosa fino alla morte. In compenso dei tanti debiti da me contratti colla vostra divina giustizia, vi offerisco questo breve esercizio della Via Crucis in unione di quel viaggio doloroso che Voi faceste al Calvario per me indegnissimo peccatore. Aggradite, o Signore, questa piccola offerta, e fatemi grazia di guadagnare tutte le sante Indulgenze concedute dai vostri Vicari i Sommi Pontefici, secondo l’intenzione dei quali ora intendo di pregare, anche per suffragare con esse le povere Anime del Purgatorio, dopo averne applicata una Plenaria per me. V. Adoramus, te, Christe, et benedicimus tibi.
i. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum

Atto di Domanda A GESU’ CRISTO.
Teco vorrei Signore,
Oggi portar la croce;
Nella tua doglia atroce
Io ti vorrei seguir.
Ma sono infermo e lasso;
Donami tu coraggio,
Acciò nel gran viaggio
Non abbiami a smarrir.
Tu col divino tuo sangue
Vammi segnando i passi
Ch’io laverò quei sassi
Col mesto lagrimar.
Nè temerò smarrirmi
Pel monte del dolore,
Quando il tuo santo amore
M’insegni a camminar.

A MARIA.
Santa Madre, deh! voi fate
Che le piaghe del Signore
Siano impresse nel mio cuore.



Gesù condannato a morte
Se il mio Signor diletto,
A morte hai condannato,
Spiegami almen, Pilato,
Qual fosse il suo fallir.
Che se poi l’innocenza
Colpa da te s’appella
Per colpa cosi bella
Potessi anch’io morir


V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.
Si considera in questa prima Stazione l'ammirabile sommissione dell’innocente Gesù nel ricevere dall’iniquo Pilato la ingiusta sentenza di morte, affinché i peccatori ricevessero la vita, e così fossero liberati dalla eterna dannazione. Adoro, Gesù mio, quella divina pazienza con cui dall’iniquo tribunale di Pilato riceveste l’ingiustissima sentenza di morte: e, per i meriti di così bella virtù, vi prego a cancellare quella giustissima sentenza di eterna morte che tante volte mi meritarono i miei peccati, ed a chiamarmi nel dì finale tra i vostri Eletti nel cielo. Pater, Ave, Gloria.

Miserere nostri, Domine; miserere nostri



A MARIA.
Santa Madre, deh! voi fate
Che le piaghe del Signore
Siano impresse nel mio cuore.