Via Crucis del 1800 - Giorno 1
STAZIONE I
Atto di Contrizione.
Amorosissimo Gesù mio, prostrato umilmente ai vostri piedi santissimi,
vi domando con tutto il cuore perdono de’ miei peccati che io piango e
detesto, specialmente per essere offesa della vostra infinita bontà.
Propongo di voler piuttosto morire Che offendervi un’altra volta; anzi
protesto di voler amarvi sopra ogni cosa fino alla morte. In compenso
dei tanti debiti da me contratti colla vostra divina giustizia, vi
offerisco questo breve esercizio della Via Crucis in unione di quel
viaggio doloroso che Voi faceste al Calvario per me indegnissimo
peccatore. Aggradite, o Signore, questa piccola offerta, e fatemi grazia
di guadagnare tutte le sante Indulgenze concedute dai vostri Vicari i
Sommi Pontefici, secondo l’intenzione dei quali ora intendo di pregare,
anche per suffragare con esse le povere Anime del Purgatorio, dopo
averne applicata una Plenaria per me.
V. Adoramus, te, Christe, et benedicimus tibi.
i. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum
Atto di Domanda
A GESU’ CRISTO.
Teco vorrei Signore,
Oggi portar la croce;
Nella tua doglia atroce
Io ti vorrei seguir.
Ma sono infermo e lasso;
Donami tu coraggio,
Acciò nel gran viaggio
Non abbiami a smarrir.
Tu col divino tuo sangue
Vammi segnando i passi
Ch’io laverò quei sassi
Col mesto lagrimar.
Nè temerò smarrirmi
Pel monte del dolore,
Quando il tuo santo amore
M’insegni a camminar.
A MARIA.
Santa Madre, deh! voi fate
Che le piaghe del Signore
Siano impresse nel mio cuore.
Gesù condannato a morte
Se il mio Signor diletto,
A morte hai condannato,
Spiegami almen, Pilato,
Qual fosse il suo fallir.
Che se poi l’innocenza
Colpa da te s’appella
Per colpa cosi bella
Potessi anch’io morir
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.
Si considera in questa prima Stazione l'ammirabile sommissione
dell’innocente Gesù nel ricevere dall’iniquo Pilato la ingiusta sentenza
di morte, affinché i peccatori ricevessero la vita, e così fossero
liberati dalla eterna dannazione.
Adoro, Gesù mio, quella divina pazienza con cui dall’iniquo tribunale di
Pilato riceveste l’ingiustissima sentenza di morte: e, per i meriti di
così bella virtù, vi prego a cancellare quella giustissima sentenza di
eterna morte che tante volte mi meritarono i miei peccati, ed a
chiamarmi nel dì finale tra i vostri Eletti nel cielo. Pater, Ave,
Gloria.
Miserere nostri, Domine; miserere nostri
A MARIA.
Santa Madre, deh! voi fate
Che le piaghe del Signore
Siano impresse nel mio cuore.