Le Glorie di Maria (S.Alfonso de Liguori) - Giorno 31
Le virtù di Maria Santissima: La preghiera di Maria

Non vi è mai stata su questa terra alcun'anima che come la beata Vergine
abbia con tanta perfezione messo in pratica il grande insegnamento del
nostro Salvatore: « Bisogna pregare sempre, senza stancarsi mai » (Lc
18,1). Da nessun altro, dice san Bonaventura, possiamo meglio prendere
esempio ed imparare la necessità che abbiamo di perseverare nella
preghiera, quanto da Maria. Il beato Alberto Magno afferma che, dopo
Gesù, la divina Madre fu nella virtù d'orazione la più perfetta di
quanti vi sono mai stati e vi saranno. In primo luogo la sua orazione fu
continua e perseverante. Sin dal primo istante in cui ebbe la vita e
con la vita il perfetto uso della ragione, Maria cominciò a fare
orazione. Perciò, per meglio attendere alla preghiera, a tre anni volle
rinchiudersi nel ritiro del tempio. Ella stessa disse alla vergine santa
Elisabetta: « Mi alzavo sempre a mezzanotte e andavo davanti all'altare
del tempio a presentare le mie preghiere al Signore ». Inoltre, per
meditare sulle sofferenze di Gesù, dice Odilone, « visitava
frequentemente i luoghi della nascita, della passione e della sepoltura
del Signore ». San Dionisio Cartusiano scrive: « Nessun affetto
disordinato, nessuna distrazione, nessuna occupazione esteriore
distoglieva mai la mente della Vergine dalla sua contemplazione ». Per
l'amore che portava all'orazione, la beata Vergine amò tanto la
solitudine che, come disse a santa Brigida, nel tempio si astenne dal
frequentare anche i suoi santi genitori. Riflettendo sulle parole di
Isaia: « Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio, e lo chiamerà
col nome di Emmanuele » (Is 7,14), san Girolamo osserva che in ebraico
la parola Virgo significa propriamente « Vergine ritirata » e dunque già
dal profeta fu predetto l'amore che Maria avrebbe portato alla
solitudine. Riccardo di san Lorenzo afferma che l'angelo le disse: « Il
Signore ècon te, a causa del suo grande amore per la solitudine ».
San
Vincenzo Ferreri asserisce che la divina Madre « non usciva mai di casa
se non per andare al tempio e vi andava tutta raccolta, tenendo sempre
gli occhi bassi ». Perciò andando a visitare santa Elisabetta, « partì
in fretta ». Da questo, dice sant'Ambrogio, le giovani devono imparare a
schivare il pubblico. San Bernardo afferma che per amore della
preghiera e della solitudine Maria « era attenta a fuggire la compagnia e
la conversazione degli uomini ». Lo Spirito Santo chiama Maria «
tortorella »: « Le tue guance sono belle come le guance della tortora »
(Ct 1,9 Volg.). Vergello spiega: « La tortorella è amica della
solitudine ed è simbolo della forza unitiva della mente ». La Vergine
visse sempre solitaria in questo mondo, come in un deserto. Perciò di
lei fu detto: « Chi è costei che sale dal deserto, come colonna di fumo?
» (Ct 3,6). A proposito di queste parole l'abate Ruperto scrive: « Così
salisti dal deserto, avendo un'anima solitaria ». Filone diceva che Dio
non parla alle anime se non nella solitudine Dio stesso dichiarò per
bocca di Osea: «La condurrò nella solitudine e parlerò al suo cuore» (Os
2,14 Volg.). E san Girolamo esclamava: « O solitudine, in cui Dio parla
e conversa familiarmente con i suoi! ». Si, dice san Bernardo, perché «
la solitudine e il silenzio che nella solitudine si gode, costringono
l'anima ad uscire con il pensiero dalla terra e a meditare i beni del
cielo ». Vergine santa, ottienici tu l'amore per la preghiera e la
solitudine affinché, distaccandoci dall'amore delle creature, possiamo
aspirare soltanto a Dio e al paradiso, in cui speriamo di vederti un
giorno, per lodare sempre e amare insieme con te il figlio tuo « Venite a
me, o voi tutti che mi desiderate, saziatevi dei miei frutti » (Eccli
[= Sir] 24,26 Volg.). I frutti di Maria sono le sue virtù. « Non hai chi
ti precede o chi ti segue. Tu sola, donna senza pari, piacesti a
Cristo». (Sedulio).