Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

In quanto poi a ciò che mi dite di sentire quando fate la meditazione, sappiate che l'artificio è diabolico. Perciò state attenta e siate vigilante. Non tralasciate la meditazione giammai per questo, altrimenti persuadetevi che rimarrete sconfitta in seguito su tutta la linea. (San Pio da Pietrelcina)

Devozione alle Lacrime della Madonna



La Madonna è legata indissolubilmente a Gesù anche nell'opera redentiva. Pertanto il dolore e le lacrime della Madre sono quanto di più prezioso e puro vi possa essere per il Figlio. La pietà popolare si e fatta interprete di tale sentimento, tributando - tra le varie devozioni - una specifica anche alle lacrime della Madonna, quale espressione visiva del suo dolore.
Numerosi santuari sono sorti nel corso dei secoli proprio per esternare in modo palese tale devozione: da Novgorod, in Russia - per riandare al più lontano passato - dove nel XII secolo fu eretta la chiesa della Santissima Madre di Dio proprio per custodire la preziosa effigie mariana che nel 1169 lacrimò, sino al santuario della Beata Vergine delle Lacrime di Treviglio eretto agli inizi del Seicento per ospitare degnamente l'affresco che nel 1522 aveva lacrimato. O quello di Rho, costruito per espresso volere di san Carlo Borromeo in seguito al prodigioso versamento di lacrime di sangue emesse nel 1583 dall'Addolorata ritratta in un dipinto del 1522 venerato in una cappella. Per giungere - in epoche più recenti - a Siracusa dove e stato edificato il grandioso santuario della Madonna delle Lacrime proprio per ospitare il piccolo bassorilievo che nel 1953 versò lacrime in un'abitazione privata. Senza tralasciare Civitavecchia dove, alle lacrime di sangue versate nel 1995 dalla statuetta della Madonna di Medjugorje, hanno fatto seguito altri fenomeni prodigiosi, e segnatamente numerose apparizioni mariane, durante una delle quali la Vergine ha spiegato alla veggente Jessica Gregori che lei piange «per le famiglie che si disgregano. Per i giovani lontani dalla chiesa, che non conoscono l'amore di Dio».

È però a Campinas, nello stato di San Paolo, in Brasile, che la specifica devozione alle Lacrime della Madonna e stata ufficializzata anche formalmente proprio su richiesta di Gesù. Infatti, fu nella cappella dell'Istituto delle Sorelle Missionarie di Gesù Flagellato di questa prosperosa città che una suora, Amalia Aguirre, l'8 novembre 1929 udi la voce di Cristo che le diceva: «Figlia mia, quello che gli uomini mi chiedono per le lacrime di mia Madre, io amorosamente lo concedo. Più avanti, mia Madre consegnerà questo tesoro per il nostro amato Istituto, come segno della sua misericordia». La suora, inginocchiata davanti all'altare, con le braccia stese verso il tabernacolo stava chiedendo una grazia a Gesù in favore della moglie - gravemente ammalata - di un suo parente. Costui si era presentato in convento, confidando angosciato alla congiunta la sua pena perché secondo la diagnosi dei dottori sua moglie appariva oramai incurabile. L'uomo, disperato, alla fine del colloquio le disse piangendo: «Cosa mai accadrà ai miei bambini?».

Suor Amalia, profondamente addolorata, senti repentinamente un impulso interno che la esortava a visitare Gesù in chiesa. Vi si recò subito dopo che il suo parente si fu congedato da lei. Davanti al tabernacolo la religiosa, dopo aver pregato con umiltà e devozione, disse a Gesù: «Se non c'è speranza per la moglie di T., io sono pronta a offrire la mia vita per la madre della famiglia. Cosa vuoi che io faccia»? Per mezzo di una locuzione interiore Gesù le rispose, dicendole: «Se desideri ottenere questa grazia, chiedila a me per intercessione delle lacrime di mia Madre». La suora chiese quindi a Gesù con quale formula doveva fare la richiesta. E Gesù, per risposta, le insegnò quest'orazione:

«Oh Gesù, ascolta le nostre suppliche e le nostre domande per le lacrime della tua santa Madre. Oh Gesù, ricordati delle lacrime di colei che ti ha amato più di tutti sulla terra». Soggiungendo poi «Figlia mia, tutte le persone che mi chiederanno grazie pregando per le lacrime di mia Madre, io gliele accorderò amorevolmente. Mia Madre darà questo tesoro al nostro amato Istituto per attirare la mia grazia».

LA DEVOZIONE ALLE LACRIME DELLA MADONNA

Quattro mesi più tardi, e cioè l'8 marzo 1930, Gesù ottemperò alla promessa fatta a suor Amalia. Quel giorno la religiosa era inginocchiata in preghiera davanti all'altare della cappella dell'istituto quando all'improvviso, si sentì sospinta ad alzare 1o sguardo. Vide allora una bellissima donna sospesa in aria che si stava lentamente appressando. Indossava una tunica viola e sopra le spalle portava un manto blu. Un velo bianco le copriva la testa, scendendo fino sulle spalle e sul petto, mentre fra le mani stringeva un rosario bianco come la neve e luccicante come il sole; rimanendo sollevata dal suolo si rivolse sorridendo ad Amalia dicendole: «Ecco la corona delle mie lacrime. Mio Figlio la affida al tuo Istituto COME una porzione di eredità. Egli ti ha già rivelato le invocazioni. Egli vuole che mi si onori in modo speciale con questa preghiera e accorderà grandi grazie a tutti quelli che reciteranno questa corona e lo pregheranno in nome delle mie lacrime. Questa corona servirà a ottenere la conversione di molti peccatori, specialmente di quelli posseduti dal demonio. Al vostro Istituto sarà riservata la speciale grazia di convertire voi membri di una parte diffidente della Chiesa. Il demonio sarà vinto con questa corona e il suo potere infernale distrutto».

Non appena ebbe finito di parlare, la Madonna scomparve.

La Vergine riapparve nuovamente a suor Amalia l'8 aprile 1930 per chiederle di far stampare e distribuire a più gente possibile una medaglia di Nostra amata Signora delle Lacrime, nella forma e con la figura che le era stata rivelata durante l'apparizione.

La recita della Corona alle Lacrime della Vergine fu approvata dal vescovo di Campinas, il quale autorizzò anche la celebrazione nell'Istituto della festa di Nostra Signora delle Lacrime il 20 febbraio di ogni anno. Monsignor Francesco de Campos Barreto, inoltre, si fece un fervente sostenitore e propagatore della devozione alla Signora delle Lacrime e alla diffusione della medaglia coniata per celebrarla. La sua opera travalicò i confini del Brasile per diffondersi in tutta l'America e giungere anche in Europa.

Innumerevoli sono state le conversioni che si sono verificate per mezzo di questa nuova devozione. In particolare, attraverso la recita della Corona delle Lacrime della Madonna sono state ottenute moltissime grazie - fisiche e spirituali - proprio come Gesù aveva promesso a suor Amalia, quando le aveva anticipato che non avrebbe potuto negare alcun favore a tutti coloro che glielo avessero chiesto in nome delle lacrime di sua madre.

Suor Amalia ricevette altri messaggi dalla Madonna. In uno di questi le fu spiegato il significato dei colori degli abiti che indossava durante le apparizioni. Le disse, infatti, che il mantello era blu per ricordarle «il cielo, quando sarai sfinita dal lavoro e appesantita dalla croce delle tribolazioni. Il mio mantello ti ricorda che il cielo ti darà felicità eterna e gioia indicibile [...]». Le confidò che lei si copriva la testa e il torace con un velo bianco perché «bianco significa purezza», come il candore del fiore che la Santissima Trinità le aveva donato. «La purezza trasforma l'uomo in un angelo» perché è una virtù molto cara a Dio. Gesù, infatti, la incluse nel novero delle beatitudini. Il velo le copriva non solo la testa ma anche il torace perché questo racchíude íl cuore, «da cui nascono le passioni disordinate. Pertanto, il tuo cuore dovrà essere sempre preservato col candore celeste». Infine, le spiegò perché si era presentata con gli occhi abbassati e il sorriso sulle labbra: gli occhi abbassati sono segno di «compassione per l'umanità perché sono discesa dal cielo per portare sollievo alle sue malattie [...] Col sorriso, perché trabocca gioia e pace [...] balsamo per le ferite della povera umanità».

Suor Amalia, che nel corso della sua vita ricevette anche le stigmate, assieme al vescovo della diocesi di Campinas, Francesco de Campos Barreto, fu la fondatrice della nuova congregazione religiosa. La suora fu, infatti, una delle prime otto donne che decisero di dedicare la loro vita al servizio di Dio nel neonato Istituto delle Sorelle Missionarie di Gesù Crocifisso. Indossò l'abito religioso il 3 maggio 1928 e professò i voti perpetui l'8 dicembre 1931, consacrandosi perpetuamente alla chiesa e a Dio.

CORONA "DELLE LACRIME DELLA MADONNA"

Preghiera: - O Gesù mio Divino Crocifisso, prostrato ai vostri piedi vi offro le lacrime di Colei che vi ha accompagnato sulla via dolorosa del Calvario, con un amore cosi ardente e compassionevole. Esaudite o buon Maestro, le mie suppliche e le mie domande per l'amore delle lacrime della vostra S. Madre. Accordatemi la grazia di comprendere gli insegnamenti dolorosi che mi danno le lacrime di questa buona Madre, affinché io adempia sempre la vostra santa volontà sulla terra e sia giudicato degno di lodarvi e glorificarvi eternamente in Cielo. Cosi sia.

Sui grani grossi:
- O Gesù, in considerazione delle lacrime di Colei che vi ha amato sopra tutti sulla terra e che vi ama nel modo più ardente in Cielo.

Sui grani piccoli si ripete 7 volte:
- O Gesù esaudite le mie suppliche e le mie domande per amore delle lacrime della vostra S. Madre.

Si termina ripetendo tre volte:
- O Gesù, prendete in considerazione le lacrime di Colei che vi ha amato sopra tutti sulla terra e che vi ama nel modo più ardente in Cielo.

Preghiera: O Maria Madre del bell'amore, Madre di dolore e di misericordia, vi domando di unire le vostre preghiere alle mie, affinché il vostro divin Figlio, al quale mi rivolgo con confidenza, in virtù delle vostre lacrime, esaudisca le mie suppliche e mi conceda oltre le grazie che gli domando, la corona della gloria nell'eternità. Cosi sia. Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen.

La Madonna ha invitato suor Amalia alla meditazione su ciascuno dei suoi sette dolori affinché la commozione suscitata dagli stessi nel cuore di ciascuno possa accrescere le virtù e la pratica del bene.

Così la Vergine stessa ha proposto alla religiosa questi misteri di dolore:

«1° dolore - La presentazione di mio Figlio nel tempio
In questo primo dolore vediamo come il mio cuore fu trapassato da una spada quando Simeone profetizzò che mio Figlio sarebbe stato la salvezza per molti, ma anche la rovina per altri. La virtù che potrete apprendere attraverso questo dolore è quella della santa obbedienza ai vostri superiori, perché essi sono strumenti di Dio. Sin dall'istante in cui seppi che una spada mi avrebbe trafitto l'anima, sperimentai sempre un gran dolore. Rivolta al cielo dissi: "In voi confido". Chi confida in Dio non sarà mai confuso. Nelle vostre pene e nelle vostre angustie confidate in Dio e non vi pentirete mai di questa confidenza. Quando l'obbedienza impone che voi sopportiate qualche sacrificio, confidando in Dio, a lui dedicate i vostri dolori e le vostre apprensioni, soffrendo di buon grado in suo amore. Obbedite, non per motivi umani ma per amore di Colui che per vostro amore si fece obbediente sino alla morte in croce.

2° dolore - La fuga in Egitto
Amati figli, quando fuggimmo fino in Egitto, provai un gran dolore nel sapere che volevano uccidere il mio caro Figlio, colui che portava la salvezza. Non mi afflissero tanto le difficoltà in terra straniera, quanto sapere che mio Figlio, innocente, era perseguitato perché era il Redentore.

Care anime, quanto soffrii durante quest'esilio. Però tutto sopportai con amore e santa allegria perché Dio aveva fatto di me la cooperatrice per la salvezza delle anime. Se fui obbligata a quell'esilio fu per proteggere mio Figlio, soffrendo prove per Colui che un giorno sarebbe divenuto la chiave per la dimora della pace. Un giorno queste pene saranno convertite in sorrisi e in sostegno perle anime perché Egli aprirà le porte del cielo.

Miei amati, nelle maggiori prove si può essere allegri quando si soffre per fare piacere a Dio e per suo amore. In terra straniera io gioivo di poter soffrire con Gesù, il mio adorato figlio. Nella santa amicizia di Gesù e soffrendo tutto per suo amore, non si può patire senza santificarsi. Immersi nel dolore soffrono gli infelici, quelli che vivono lontani da Dio, quelli che non gli sono amici. Poveri infelici, si consegnano alla disperazione perché non hanno il conforto dell'amicizia divina che dona all'anima tanta pace e tanta fiducia. Anime che accettate le vostre pene per amore di Dio, esultate in allegria perché grande e la vostra ricompensa nell'assomigliare a Gesù crocifisso che tanto soffri per amore delle vostre anime. Si rallegrino tutti quelli che, come me, sono chiamati lontani dalla loro patria per difendere Gesù. Grande sarà la loro ricompensa per il si pronunciato per assecondare la volontà di Dio. Care anime, avanti! Imparate da me a non misurare i sacrifici quando si tratta della gloria e degli interessi di Gesù, che pure non misurò i suoi sacrifici per aprirvi le porte della dimora della pace.

3° dolore - Perdita del Bambino Gesù
Amati figli, cercate di capire questo mio immenso dolore, quando persi per tre giorni il mio adorato Figlio.
Sapevo che mio figlio era il Messia promesso, come pensavo allora di dare a Dio il tesoro che mi era stato consegnato? Tanto dolore e tanta agonia, senza la speranza di incontrarlo! Quando lo incontrai nel tempio, in mezzo ai dottori, io gli dissi che mi aveva lasciato tre giorni in afflizione, ed ecco quello che mi rispose: "Io venni al mondo per badare agli interessi di mio Padre, che è in cielo".

A questa risposta del tenero Gesù, ammutolii, e io, sua madre, da quell'istante capii, lo dovevo restituire alla sua missione redentrice, soffrendo per la redenzione del genere umano. Anime che soffrite, imparate da questo mio dolore a sottomettervi alla volontà di Dio, come molte volte ci è chiesto a beneficio di uno dei nostri cari.

Gesù mi lasciò per tre giorni in grande angoscia a vostro beneficio. Imparate con me a soffrire e a preferire la volontà di Dio alla vostra. Madri che piangerete quando vedrete i vostri generosi figli ascoltare il lamento divino, imparate con me a sacrificare il vostro amore naturale. Se i vostri figli saranno chiamati per lavorare nella vigna del Signore, non soffocate una cosi nobile aspirazione, come è la vocazione religiosa. Madri e padri dei consacrati, anche se il vostro cuore sanguina di dolore, lasciateli partire, lasciateli corrispondere ai disegni di Dio che usa con essi tanta predilezione. Padri che soffrite, offrite a Dio il dolore della separazione, affinché i vostri figli che furono chiamati possano essere proprio dei buoni figli di Colui che ci chiamò. Ricordatevi che i vostri figli appartengono a Dio, non a voi. Dovete elevarvi per servire e amare Dio in questo mondo, cosi un giorno in cielo lo loderete per tutta l'eternità. Poveri quelli che vogliono legare i loro figli, soffocandone le vocazioni! I padri che cosi si comporteranno, potrebbero condurre i loro figli alla perdizione eterna, nel qual caso dovranno renderne conto a Dio nell'ultimo giorno. Invece, proteggendo le loro vocazioni, seguendo un fine cosi nobile, che bella ricompensa riceveranno questi padri fortunati! E voi, figli prediletti che siete chiamati da Dio, procedete come Gesù fece con me. In primo luogo obbedendo alla volontà di Dio, che vi chiamò per abitare nella sua casa, dicendo: "Chi ama suo padre e sua madre più di me non mi è degno". Vigilate, affinché un amore naturale non impedisca di corrispondere alla chiamata divina! Anime elette che foste chiamate e sacrificaste i vostri affetti più cari e la vostra stessa volontà per servire Dio, grande sarà la vostra ricompensa. Avanti! Siate generosi in tutto e vantatevi di Dio per essere stati scelti per un fine cosi nobile. Voi che piangete, padri, fratelli, rallegratevi perché le vostre lacrime un giorno si convertiranno in perle, come si convertirono le mie a favore dell'umanità.

4° dolore - Doloroso incontro sul cammino del Calvario
Amati figli, cercate di vedere se c'e un dolore paragonabile al mio quando, sulla via del Calvario, incontrai il mio divino Figlio caricato di una pesante croce e insultato quasi fosse un criminale. 'E’ stabilito che il Figlio di Dio sia torturato per aprire le porte della dimora della pace". Mi ricordai di queste sue parole e accettai la volontà dell'Altissimo, che sempre fu la mia forza, specie in ore cosi crudeli come questa.

Nell'incontrarlo, i suoi occhi mi guardarono fissamente e mi fecero comprendere il dolore della sua anima. Non poterono dirmi alcuna parola, ma mi fecero ugualmente comprendere che era necessario che mi unissi al suo grande dolore. Amati miei, l'unione del nostro grande dolore in quell'incontro è stata la forza di tanti martiri e di tante madri afflitte!

Anime che temete il sacrificio, imparate da questo incontro a sottomettervi alla volontà di Dio come io e mio Figlio abbiamo fatto. Imparate a tacere nelle vostre sofferenze. In silenzio, depositammo in noi il nostro dolore immenso per donarvi una ricchezza immensurabile! Le vostre anime sentano l'efficacia di questa ricchezza nell'ora in cui, abbattute dal dolore, ricorreranno a me, facendo la meditazione di questo dolorosissimo incontro. Il valore del nostro silenzio si convertirà in forza per le anime afflitte, quando nelle ore difficili sapranno ricorrere alla meditazione di questo dolore.

Amati figli, com'è prezioso il silenzio nei momenti di sofferenza! Ci sono anime che non sopportano un dolore fisico, una tortura dell'anima in silenzio; lo vogliono esternare affinché tutti lo possano testimoniare. Mio Figlio e io tutto sopportammo in silenzio per amore di Dio!

Anime care, il dolore umilia ed e nella santa umiltà che Dio edifica. Senza umiltà lavorerete invano, giacché il vostro dolore p necessario per la vostra santificazione. Imparate a soffrire in silenzio, cosi come io e Gesù soffrimmo in questo doloroso incontro sulla via del Calvario.

5° dolore - Ai piedi della croce
Amati figli, nella meditazione di questo mio dolore le vostre anime troveranno consolazione e forza contro le mille tentazioni e difficoltà incontrate, imparando a essere forti in tutte le battaglie della vostra vita.

Come me ai piedi della croce, assistendo alla morte di Gesù con la mia anima e il mio cuore trapassati dai più crudeli dolori. Non scandalizzatevi come fecero i giudei. Essi dicevano: "Se egli è Dio, perché non scende dalla croce e si libera da se?" Poveri giudei, ignoranti gli uni, in malafede gli altri, non volevano credere che egli era il Messia. Non potevano comprendere che un Dio si umiliasse tanto e che la sua divina dottrina inchiodava l'umiltà. Gesù doveva dare l'esempio, affinché i suoi figli trovassero la forza di praticare una virtù che costa loro tanto in questo mondo, nelle cui vene scorre l'eredità dell'orgoglio. Infelici coloro che, a imitazione di quelli che crocifissero Gesù, non sanno oggi umiliarsi.

Dopo tre ore di tormentata agonia il mio adorabile Figlio morì, gettando la mia anima nella più totale oscurità. Senza dubitare un solo istante, accettai la volontà di Dio e nel mio doloroso silenzio consegnai al Padre il mio immenso dolore, chiedendo, come Gesù, perdono per i criminali.

Frattanto, cosa mi confortò in quell'ora angosciosa? Fare la volontà di Dio fu il mio conforto. Sapere che il cielo era stato aperto per tutti i figli fu la mia consolazione. Perché pure io, sul calvario, ero stata provata con l'assenza di ogni consolazione.

Amati figli. Soffrire in unione con le sofferenze di Gesù dona consolazione; soffrire per aver fatto il bene in questo mondo, ricevendo disprezzo e umiliazione, dona forza. Che gloria per le vostre anime se un giorno, per amare Dio con tutto il vostro cuore, sarete anche voi perseguitati! Imparate a meditare molte volte su questo mio dolore perché ciò vi darà la forza di essere umili: virtù amata da Dio e dagli uomini di buona volontà.

6° dolore - Una lancia trapassa il cuore di Gesù, e poi... ricevetti il Suo Corpo inanimato
Amati figli, con l'anima immersa nel più profondo dolore, vidi Longino trapassare il cuore di mio Figlio senza poter dire parola. Versai molte lacrime... Solo Dio può comprendere il martirio che quell'ora suscitò nel mio cuore e nella mia anima!

Poi depositarono Gesù fra le mie braccia. Non candido e bello come a Betlemme ... Morto e piagato, tanto che sembrava più un lebbroso che quell'adorabile e incantevole bambino che tante volte strinsi al mio cuore.

Amati figli, se io soffersi tanto, non sarete voi capaci di accettare le vostre sofferenze?

Perché, allora, non ricorrete alla mia confidenza, dimenticando che io davanti all'Altissimo ho tanto valore? Poiché molto soffrii ai piedi della croce, molto mi fu dato. Se non avessi sofferto tanto, non avrei ricevuto nelle mie mani i tesori del paradiso. Il dolore di vedere trafiggere con la lancia il cuore di Gesù mi conferi il potere di introdurre, in quell'amabile cuore, tutti coloro che a me ricorrono. Venite a me, perché io posso collocarvi nel cuore santissimo di Gesù crocifisso, dimora dell'amore e dell'eterna felicità!

La sofferenza è sempre un bene per l'anima. Anime che soffrite, gioite con me che fui la seconda martire del Calvario! La mia anima e il mio cuore furono, infatti, partecipi dei supplizi del Salvatore, in conformità alla volontà dell'Altissimo per riparare il peccato della prima donna. Gesù fu il nuovo Adamo e io la nuova Eva, liberando cosi l'umanità dalla cattiveria nella quale si era immersa.
Per corrispondere adesso a tanto amore, abbiate molta fiducia in me, non vi affliggete nelle avversità della vita, al contrario, affidate a me tutte le vostre perplessità e tutti i vostri dolori perché io vi posso dare in abbondanza i tesori del cuore di Gesù.
Non dimenticate, figli miei, di meditare questo mio immenso dolore quando su di voi peserà la vostra croce. Troverete la forza di soffrire per amore di Gesù che pati sulla croce la più infame delle morti.

7° dolore - Gesù e sepolto
Amati figli, quanto dolore quando dovetti seppellire mio Figlio! A quanta umiliazione si sottopose mio Figlio, facendosi seppellire, lui che era lo stesso Dio! Per umiltà Gesù si sottomise alla propria sepoltura, per poi, glorioso, risuscitare dai morti.

Lo sapeva bene Gesù quanto io dovevo soffrire vedendolo sepolto, non risparmiandomi voleva che anch'ìo fossi partecipe della sua infinita umiliazione. Anime che temete di essere umiliate, vedete come Dio amò l'umiliazione? Tanto che si lasciò seppellire nel santo tabernacolo, nascondendo la sua maestà e il suo splendore fino alla fine del mondo. In verità, cosa si vede nel tabernacolo? Appena un'ostia bianca e niente di più. Egli nasconde la sua magnificenza sotto la pasta bianca della specie del pane. L'umiltà non abbassa l'uomo, perché Dio si umiliò sino alla sepoltura, non cessando di essere Dio. Amati figli, se volete corrispondere all'amore di Gesù, mostrate di amarlo molto accettando le umiliazioni. Ciò vi purificherà da tutte le vostre imperfezioni, facendovi desiderare solo il paradiso.

Cari Figli, se vi ho presentato i miei sette dolori non e per vantarmi, ma solo per mostrarvi le virtù che si devono praticare per essere un giorno con me a fianco di Gesù. Riceverete la gloria immortale, che e la ricompensa per le anime che in questo mondo seppero morire a se, vivendo solo per Dio. Vostra madre vi benedice e vi invita a meditare ripetutamente su queste parole dettate perché vi amo molto».

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it