Sotto il Tuo Manto

Mercoledi, 23 luglio 2025 - Santa Brigida (Letture di oggi)

Durante la tempesta sul lago, i discepoli vivono una situazione di grande debolezza. Il vento è forte e la barca è agitata dalle onde. Sono agitati soprattutto i discepoli. Sono impauriti e sfiduciati. Anche se, poche ore prima, hanno visto miracoli operati da Gesù. Ma non avendo elaborato né compreso quanto accaduto, alla prima difficoltà  vanno nel pallone. Accade così anche per noi: abbiamo la memoria corta. Si può aver vissuto la più intensa delle esperienze spirituali col Signore ed essere subito ricacciati nella paura di sempre e nella propria debolezza. Senza la memoria delle esperienze vissute col Signore - e fissando unicamente la tempesta - ci si perde facilmente e si annega in un bicchiere d'acqua. Quante volte, in mezzo alla tempesta, sei rimasto impaurito e scandalizzato dal silenzio di Dio? Però, solo accettando il rischio di credere, si può diventare un uomo nuovo. Devi sapere che Gesù è sempre con te: Lui è per te rifugio e forza, l'aiuto sempre presente nelle tempeste. (Don Nikola Vucic)

DISCORSO 293/C NEL NATALE DI SAN GIOVANNI BATTISTA



Giovanni prima di Cristo, la voce prima della Parola.

1. In tutta la Chiesa di Cristo, diffusa in ogni dove, oggi si celebra la nascita di Giovanni Battista, l'amico dello Sposo e il precursore del Signore. Io devo un discorso a questa solennità e voi l'attenzione, tutti noi siamo tenuti alla pietà religiosa. Infatti: Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista 1; il solo che gli venne anteposto è Colui per il quale egli venne creato. In realtà avvenne il fatto mirabile che, con la nascita, dovesse precedere Colui senza l'opera del quale non poteva assolutamente venire al mondo. A ragione questi è "voce", quello è Parola; infatti costui disse: Io sono voce di uno che grida nel deserto 2; ma di quello fu detto: In principio era il Verbo 3. Qualcosa di simile è trattato a lungo in diversi nostri discorsi: prima nasce la parola nella mente, quindi si fa voce di chi parla; la voce viene espressa dalla bocca, per cui la parola può rendersi nota a chi ascolta. In tal modo Cristo, per il quale Giovanni, come tutte le cose, doveva essere creato, rimase nel Padre; Giovanni, per il quale Cristo doveva essere conosciuto da tutti, derivò l'esistenza dalla madre. Egli il Verbo in principio, prima del mondo; costui in ultimo, voce prima del Verbo. La parola si esterna dopo l'intelligenza, la voce dopo il silenzio: così Maria credette generando il Cristo; Zaccaria, che avrebbe generato Giovanni, ammutolì. Insomma, Cristo nacque da una vergine nel fiore dell'età, Giovanni da una vecchiaia in declino: nella mente di chi pensa la parola è feconda, la voce si spegne nell'orecchio di chi ascolta. Forse rimanda anche a questo l'espressione: Bisogna che egli cresca ed io, invece, diminuisca 4. Infatti ogni annunzio autentico e profetico, espresso prima della venuta di Cristo, è stato come "voce" che precede la Parola, fino a Giovanni, con il quale cessarono le ultime "figure". Di qui la grazia della buona novella e la predicazione esplicita del Regno dei cieli, il quale non avrà fine, fruttifica e si diffonde nel mondo intero.

Come crebbe Cristo, come diminuì Giovanni. L'uomo, senza Dio, è capace solo di peccare.

2. Questo indicarono la nascita e la passione di Giovanni e di Cristo. In realtà, Giovanni nacque quando la luce del giorno entra in declino; Cristo quando la luce del giorno comincia a crescere. Il diminuire di quello fu un alludere alla decapitazione; la crescita di Cristo all'esaltazione della croce. Vi è parimenti un altro significato, alquanto più riposto, che il Signore schiude a chi bussa; che cosa bisogna intendere riguardo a ciò che Giovanni disse del Cristo: Bisogna che egli cresca e che io, invece, diminuisca. Tutto ciò che è proprio della giustizia umana, fin dove può giungere lo sforzo progressivo dell'uomo, aveva trovato il suo compimento in Giovanni; certo, di lui la Verità affermò: Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista 5. Ne segue che nessun uomo può essere più grande di lui: ma egli è soltanto uomo, Cristo, invece, Dio-uomo. Peraltro, poiché nella grazia di Cristo questo soprattutto si raccomanda, questo si apprende: che nessuno si vanti nell'uomo, ma chi si vanta, si vanti nel Signore 6, l'uomo di Dio, il servo del Signore: Bisogna che egli cresca - dice - e che io, invece, diminuisca 7. Dio, certamente, né diminuisce, né si accresce in se stesso, ma negli uomini; per quanto avanziamo progredendo nella vera pietà, la grazia divina si accresce, diminuisce il predominio umano, finché sia portato a quella perfezione il tempio di Dio, che è in tutte le membra di Cristo, in modo che, soppresso ogni dominio e potere e forza, Dio sia tutto in tutti 8. Giovanni, l'Evangelista, dice: Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo 9; Giovanni, il Battista, dice: Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto 10. Perciò quando la luce - che di per sé è immutabile nella sua integrità - è tuttavia in crescita in colui che ne viene illuminato, questi, quanto a sé, immancabilmente tende a venir meno, poiché viene eliminato ciò che era stato al di fuori di Dio. Infatti, senza Dio, l'uomo è capace solo di peccare: allora diminuisce il predominio umano, quando prevale la distruttrice dei peccati, la grazia divina. La debolezza della creatura si arrende alla potenza del Creatore, l'autosufficienza dell'amore privato finisce in amore sociale, proclamando Giovanni, nella nostra miseria, riferendosi alla misericordia di Cristo: Bisogna che egli cresca e io, invece, diminuisca.

 


1 - Mt 11, 11.

2 - Gv 1, 23.

3 - Gv 1, 1.

4 - Gv 3, 30.

5 - Mt 11, 11.

6 - 2 Cor 10, 17.

7 - Gv 3, 30.

8 - 1 Cor 15, 28.

9 - Gv 1, 9.

10 - Gv 1, 16.