Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Si trovavano ogni sera in via dei Banchi, oltre ponte Sant'Angelo, dei giovani che giocavano accanitamente all'innocente e bambinesco giuoco della piastrella. Avevano però il brutto vizio di condire il loro divertimento con le grida più chiassose e invereconde intercalandole con non poche orribili bestemmie. Filippo andava spesso in via dei Banchi, e appena quei giovinastri lo scorgevano gli gridavano dietro: €” Ehi, fra Filippo! Ehi, fratonzolo, vieni un po' qui a giocare con noi!... Lo chiamavano frate o fratonzolo perché da un po' di tempo Filippo aveva preso a portare una specie di tunica col cappuccio, come i mistici eremiti abruzzesi giunti a Roma col nome di Cappuccini; e come loro nel cappuccio aveva sempre un po' di pane e un libro di preghiere. Fate largo! Fate largo all'eremita! Date il passo all'uomo di Dio! Gridavano scherzosamente i giovani. Filippo sorridendo amorevolmente, e non risparmiandosi qualche volta di rispondere loro per le rime da vero e buon fiorentino qual era, si tirava su le maniche della tonaca e lanciava la sua brava piastrella diritta al segno, quasi senza fallire un colpo, come quando giocava in riva all'Arno da ragazzino. Allora tutti d'intorno l'acclamavano: €” Bene! Bravo! Viva! E la gente che passava si fermava a guardare, meravigliata che un eremita non si peritasse di far lega con degli scioperati, riconosciuti come i peggiori soggetti di Roma. Ma lo strambo e giocondo eremita, quando vedeva che i curiosi erano cresciuti abbastanza, gettava via la piastrella e, fermandosi sul più bello del giuoco, esclamava, fattosi d'un tratto serio e ispirato:€” Fratelli, cari fratelli, tutti qua! Vi voglio dire qualcosa di importante, di cui dovete rimanere contenti. Vi voglio dire che Iddio chiede del bene anche da voi. Morì in croce per tutti, il Signore; anche per voi che non vi vergognate di bestemmiarlo, di ingannarlo, di tradirlo, di crocifiggerlo ancora e sempre, il Signore! Le sue chiese sono deserte e abbandonate. La sua casa vi aspetta, cari fratelli. Andate nella Casa del Signore, sia pur soltanto alla festa, ma andatevi. E soprattutto siate buoni e puri. State allegri quanto o come vi pare: ridete, scherzate, giocate pure alla piastrella, ma non peccate, o fratelli!. Quei giovani scapestrati e tutti quanti si erano fermati a far circolo, se ne stavano quieti e tutto orecchie a sentirlo. E quando, venuta la notte se ne tornavano a casa, vi giungevano con quelle buone parole nelle orecchie e poco alla volta divenivano migliori. (San Filippo Neri)

DISCORSO 229/F TRATTATO NEL LUNEDÌ DI PASQUA



Non tutti credettero all'annuncio della risurrezione di Cristo.

1. La risurrezione del Signore alcuni la videro, altri, pur ricevendone l'annuncio, non ci credettero; e dal Signore stesso, ormai presente, vengono rimproverati appunto perché non credettero a coloro che avevano visto e portato l'annuncio. Quanta degnazione verso le genti e verso coloro che sarebbero venuti dopo! Qual è la grazia che Dio ha fatto a coloro che ora riempiono le chiese di Cristo? I santi Apostoli avevano camminato con il Signore, dalla sua bocca avevano ascoltato la parola della verità, lo avevano visto risuscitare i morti, e non credettero che lui stesso, il Signore, era risuscitato. Invece noi, nati tanto tempo dopo, pur non avendo mai visto la sua presenza corporale, pur non avendo udito nessuna parola dalla sua bocca di carne, pur non avendo visto coi nostri occhi nessun miracolo fatto da lui, noi, ascoltando ciò che scrissero quelli che allora non vollero credere, noi ci crediamo. A quell'evento recentissimo, che veniva loro annunciato, essi non vollero credere; più tardi ne scrissero perché noi potessimo leggere; noi abbiamo sentito e crediamo. Il fatto poi che il Signore Gesù non volle apparire ai Giudei, è perché non li giudicò degni di vedere il Cristo Signore dopo la sua risurrezione. Volle farsi vedere dai suoi e non da estranei. E mentre i suoi lo annunciano, gli estranei credono; e da estranei che erano, diventano suoi. Molti infatti, come si legge negli Atti degli Apostoli, molti di coloro che avevano crocifisso il Signore, che si erano macchiati dello spargimento del suo sangue, molti di quelli che avevano gridato: Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli 1, più tardi credettero all'annuncio degli Apostoli. Il suo sangue fu veramente sopra di loro, ma per lavarli, non per perderli. Su di alcuni, sì, lo fu per perderli, su altri per mondarli; sopra quelli che si perdettero egli fu giusto, sopra quelli che furono mondati fu misericordioso. E, anche adesso, forse che la fede è di tutti? Come allora tra i Giudei alcuni credettero altri non credettero, così è anche ora tra le genti: alcuni credono altri non credono. La fede non è di tutti 2. Ma coloro che hanno la fede è per grazia che credono; non se ne inorgogliscano, è dono di Dio. Il Signore ha forse scelto noi perché eravamo buoni? Egli non ha scelto i buoni, ma coloro che ha voluto rendere buoni. Tutti noi fummo nell'ombra della morte, tutti eravamo impigliati insieme in quella massa di peccato che proveniva da Adamo. Con una radice così viziata che frutto poteva nascere dall'albero del genere umano? Ma senza vizio venne colui che doveva sanare il vizio; e senza peccato venne colui che doveva mondare i peccati.

Nel patriarca Giacobbe sono prefigurati sia i Giudei fedeli che quelli infedeli.

2. Non badate a quei Giudei che sono la pula in quell'aia che allora fu trebbiata. Perché, se ci facciamo caso, fratelli miei, dai Giudei vennero i Profeti, dai Giudei i Patriarchi, dai Giudei gli Apostoli, dai Giudei la Vergine Maria che partorì il Cristo; dai Giudei più tardi Paolo che accolse la fede, e tutte quelle migliaia di persone che furono battezzate in un sol giorno; dai Giudei innumerevoli comunità di cristiani. Ma quello è frumento già riposto nei granai; con la pula ci gioca il diavolo. Ci furono Giudei fedeli e Giudei infedeli. Quando furono essi condannati la prima volta? Nel primo, nel padre di tutti, in quel Giacobbe che fu detto anche Israele. Giacobbe vuol dire " Usurpatore _, Israele " Colui che ha visto Dio ". Quando fece ritorno dalla Mesopotamia insieme ai suoi figli, con lui fece lotta un angelo, che rappresentava la persona di Cristo; e nella lotta, per quanto assai più forte, questi fu come sopraffatto e prevalse Giacobbe. Così anche Cristo Signore fu sopraffatto dai Giudei. Quando l'uccisero prevalsero essi. Per quanto più forte, fu vinto; ma proprio in quanto fu vinto, vinse per noi. Che significa: In quanto fu vinto, vinse per noi? Che proprio nel patire sparse quel sangue col quale ci redense. Quindi così come era scritto, su lui prevalse Giacobbe. E tuttavia Giacobbe stesso, mentre lottava, riconosceva che questo era un segno misterioso. L'uomo, lottando, prevalse sull'angelo e, quando questi gli disse: Lasciami andare, colui che aveva prevalso rispose: Non ti lascerò andare, se prima non mi avrai benedetto 3. Oh! Grande mistero! Colui che, vinto, benedice è lo stesso che, ucciso, libera. Già allora quella benedizione fu totale. Come ti chiami? gli chiese. Egli rispose: Giacobbe. Riprese: Non ti chiamerai più Giacobbe, ma ti chiamerai Israele 4. L'imposizione di un nome così grande, questa è la grande benedizione. Israele, come ho detto, vuol dire "Colui che ha visto Dio"; il nome è per uno, il suo significato per tutti. Per tutti, purché fedeli e benedetti, Giudei o Greci che siano. L'Apostolo chiama Greci tutte le genti, per il fatto che tra le genti la lingua che si è affermata di più è quella greca. Egli dice: Gloria e onore (sono parole dell'Apostolo) gloria e onore e pace per chiunque opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco; ira e indignazione, tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco 5. Per i Giudei buoni il bene, per i cattivi il male; per i gentili buoni il bene, per i cattivi il male.

Lo zoppicare di Giacobbe è figura dei Giudei che non credono in Cristo.

3. Non s'inorgogliscano i Giudei dicendo: Però Giacobbe è il nostro padre; egli prevalse sull'angelo e dall'angelo fu benedetto. Noi diciamo: Popolo d'Israele, riconosciti attentamente: non sei tu Israele; ti ci chiami, ma non lo sei; in te il nome è un falso, il capo d'accusa ti rimane addosso. Egli mi dirà: Ma Giacobbe è il mio padre ma Israele è il mio padre; il nome è questo, qual è il capo d'accusa? Leggi lì, lì riconosciti. Lì infatti sta scritto: Quegli colpì Giacobbe nella slargatura del femore, che si slogò, ed egli cominciò a zoppicare 6. Ecco Giacobbe, la medesima persona, benedetto e zoppo. In chi è benedetto e in chi è zoppo? Se credi in Cristo, ti riconoscerai benedetto; se neghi il Cristo, ti devi riconoscere zoppo, perché sei di quelli di cui il Profeta dice: Hanno zoppicato fuori dei loro sentieri 7. Di dov'erano quelle sante donne alle quali prima che ad altri si fece vedere il Signore risorto? Non erano dei Giudei? Di dov'erano quegli Apostoli che, anche se non credettero subito all'annuncio delle donne, poi però sentirono il Signore stesso che li rimproverava e lo riconobbero e si strinsero attorno al maestro? Non erano dei Giudei? Ecco, questo è l'Israele benedetto. Però nei più è zoppo, in pochi benedetto; la stessa slargatura del femore indica la moltitudine del genere. Non dice in modo generico: lo colpì nel femore, ma nella slargatura del femore. La slargatura del femore indubbiamente indica la moltitudine della razza. E che cosa c'è da stupirsi? Debbo riconoscere che pochi sono i chicchi, mentre del mucchio della pula resto impressionato; ma so che cosa è destinato al granaio e che cosa al fuoco. E allora mi diano retta, sono ancora in tempo, si liberino dall'azzoppatura, vengano dalla parte della benedizione.

 


1 - Mt 27, 25.

2 - 2 Ts 3, 2.

3 - Gn 32, 25-27.

4 - Gn 32, 28-29.

5 - Rm 2, 8-10.

6 - Gn 32, 26.

7 - Sal 17, 46.