Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Procurate di leggere ogni giorno qualche buon libro che ammaestri e inviti a praticare le virtù. (San Francesco di Sales)

CAPO VI. EFFETTO MERAVIGLIOSO DELLE CROSTE DELLE STIMATE DELLE MANI E DEI PIEDI CADUTE NEL 28 DICEMBRE 1818 ( 1).


1. Nella sera del 15 dicembre, mentre la inferma trova vasi immersa in estatica orazione, il Pellegrino depose sul di lei seno una reliquia da lei precedentemente riconosciuta per essere di S. Ludgario, e di più le croste cadute dalle di lei ferite e ravvolte in tenue carta. Essa risentì istantaneamente l'effetto di tutto ciò, e disse senza punto uscire dallo stato di visione: « Oh ! che buon pastore ! Egli è venuto valicando per sopra le grandi e vaste acque. Il di lui corpo riposa nel mio paese entro l'antica chiesa. È quel medesimo, a cui ieri hanno ritolto un dito. Ma oltre di lui ecco qui anche un'altra persona ! Costei non l'ho vista da gran tempo. Cosa curiosa ! Vi è in ciò qualche cosa di oscuro per me. Ha le stimate; è un'agostiniana. È vestita come io lo era in passato. Presso a poco come una monachina. Cosa curiosa ! Deve essere ancora vivente. Deve essere incantucciata in qualche casuccia. In tutto ciò vi è qualche cosa di oscuro per me. Ah ! quanti mai patimenti soffre cotesta povera persona ! Davvero che ne posso prendere esempio; tutti i miei patimenti sono un nulla in faccia ai suoi ! E in verità la è curiosa ! In apparenza ed all'esterno essa è così serena ed allegra che niuno può accorgersi dei suoi guai. Pare come se non li conoscesse nemmeno ella medesima.

(1 ) Il Pellegrino ha dato cotesto titolo alle sue note del 15, 16 e 17 Dicembre 1819. L'autore lo conserva, perchè non può in ciò riconoscere come semplice caso che sia stato concesso all'inferma, al fine di questo periodo dei suoi spaventevoli patimenti, una simile notabibilissima visione di sè medesima.

« Vedo tanti e tanti poveri e fanciulli presso di lei. Mi sembra come se conoscessi tutta cotesta gente. Cotesta persona deve essere stata tenuta occulta per l'innanzi. I miei amici e conoscenti la devono al certo conoscere. Ah ! come il suo povero cuore è ferito ! È proprio circondato da una corona di spine e pieno zeppo di punte ! Ha una curiosa riunione di circostanti, e quante mai persone stanno di nascosto a spiarla e ad insidiarla ! e quanto mai deve sopportare! anche cose che succedon lontane ! eppure come in tutto questo mostrasi serena e gioiosa ! Salta come un cervo ! Davvero che ne posso prendere esempio; da ciò vedo quanto io mi sia debole e miserabile. »

Dopo queste parole il Pellegrino si allontanò da lei; le lasciò per altro sul petto nell'andarsene le croste delle stimate inviluppate nella carta. Quando nel mattino seguente ritornò presso la inferma, essa gli narrò quanto segue: Ho avuto durante la notte una visione veramente meragliosa, nè posso ancora rendermene ben conto. Qui in questo paese deve vivere occulta una persona, la quale trovasi in circostanze in gran parte simili alle mie. Essa pure ha avuto le Stimate e poi le ha perdute. L'ho veduta durante tutta la notte immersa nei suoi patimenti. Deve pure esser stata nel nostro monistero. Ho veduto intorno a lei tutte le monache, fuor di me sola. Provava uno spaventevole segreto patimento e niuno lo sapeva, e ciò nondimeno mostravasi sempre tanto allegra ! Non posso rendermi conto come ciò succedesse. Io non ho mai avuto nè tanti patimenti, nè tante grazie. Mi debbo davvero vergognare della mia pusillanimità. Forse siffatta persona ha vissuto nel nostro convento prima del mio tempo; ma le sue circostanze eran talmente consimili alle mie, che ciò tutto mi riesce estremamente curioso, e mi logoro il cervello a indovinare chi mai si fosse. »

Il Pellegrino le rispose: « Che doveva essere stata una visione ed un quadro di lei medesima, e del come essa avrebbe potuto sopportare i suoi patimenti, se fosse stata perfetta; e che nel medesimo tempo le era stato mostrato quante e quali grazie Iddio le avesse accordate, grazie di cui non aveva tenuto assai conto e che aveva obliate. »

Essa opinò che ciò era possibile, e sulla di lui preghiera continuò finalmente a raccontare cotesta visione di sè medesima.

Ho veduto, diss'ella, quella persona come monaca; e poi ho veduto come dovesse abbandonare il convento, come giacesse inferma nel letto; e l'ho veduta anche prima del suo ingresso in monistero. In cotesto monistero l'ho veduta subito, prima del principio del suo noviziato, già fatta preda di indescrivibili segreti patimenti. Ho veduto una volta il suo cuore ricinto puramente di rose, e poi ho veduto che coteste rose divenivano pure spine; e l'ho veduto tutto trafitto da quelle spine, ed oltre di ciò vi ho veduto dentro gran quantità di altre punte e di dardi; e non solo nel cuore, ma in tutto il suo petto.Ho veduto tutte le altre monache, tanto quando le erano da presso, quanto allorchè le eran lontane, nutrire verso di lei un sospetto costante, pieno di odio e di calunnie; e tutti cotesti rei pensieri delle monache contro di lei, quando anche non si palesavano nei fatti, non ostante arrivavano come acute freccie a ferirla nel cuore. Non vi era in lei tutta un sol punto di sano. Vidi effettivamente tutte le azioni é gli erramenti i più remoti penetrare in lei siccome freccie. Una volta ho veduto il di lei cuore come affatto ridotto in brani, ed intanto l'ho veduta essere sempre allegra e amichevole verso d'ognuno come se nulla sapesse di tutto ciò; e realmente sembrava non saperlo. Provai per lei una tal compassione che soffrii nel mio proprio seno tutte le di lei pene. Mi apparve come trasparente tutta la di lei anima, ed ogni qualvolta le sopravveniva un nuovo patimento, vedeva in lei nuovi raggi e macchie rosse ed infuocate, specialmente sul petto e nel cuore. Intorno al di lei capo ho sempre veduto una corona intessuta con tre specie differenti di spine; l'una portante piccoli fiorellini bianchi, nei quali vedevansi stami di color giallo; la seconda con foglie più larghe ed anche con bianchi fiori; la terza come di bottoni di rose. É più d'una volta ella si comprimeva cotesta corona sul capo, ed io allora vedeva le acute punte delle spine penetrare addentro profondamente.

« La vidi andar qua e là pel monistero e lavorare, e vidi come gli augellini si posassero sopra di lei e fossero con lei familiari. La vidi qua e là starsi e giacersi affatto irrigidita, e spesso vidi un uomo venire a lei, sollevarla e trasportarla entro la cella, che non vidi mai distintamente. Sembravami come se egli la nascondesse entro un muro.

Ho veduto costantemente presso di lei uno spirito che la proteggeva. Ho veduto il demonio aggirarsi qua e là dappertutto, e starsi in aguato contro di lei, ed assaltarla anche personalmente e fare strepito nella di lei stanza. Essa però mantenevasi sempre in intimo raccoglimento, piuttosto che in altro stato. La vidi in modo affatto meraviglioso salire ed arrampicarsi in chiesa o sull'altare, o su pei muri, o sulle finestre, o per tutto dove aveva che fare, o dove voleva nettare e pulire. E laddove niun uomo al certo sarebbe mai giunto, o dove era impossibile di stare in qualsiasi modo, colà essa veniva trasportata e vi stava. Vidi che era sempre sorretta da spiriti. La vidi più d'una volta come raddoppiata starsi in chiesa dinanzi il santissimo Sacramento, e nel medesimo tempo o sopra nella sua stanza, o nella cucina, o in altri luoghi. Vidi una volta come se cattivi spiriti la percuotessero. La vidi spessissimo ed a lungo circondata dai santi. Vidi come Gesù Bambino le posasse a lungo tra le braccia. La vidi in mezzo alle altre monache, e come Gesù Bambino le andasse sempre a lato. La vidi una volta a tavola, ove tutti la pungevano coi motti come con freccie, e vidi numerosa schiera di beati intorno a lei. La vidi, quantunque gravemente inferma, fabbricar ostie, e vidi come uno spirito l'aiutasse. Vidi come giacesse inferma ed affatto abbandonata, e come due spiriti di monache le racconciassero il letto e la trasportassero qua e là. La vidi da spiriti trasportare fuor del letto, e la vidi giacente sul dorso sospesa in aria nel centro della stanza, ed al sopravvenire di un'altra persona, la vidi cadere per terra. La vidi sovente sull'orlo della morte come se dovesse spirare, e vidi sempre che erano i rimedii naturali dell'arte medica che la inducevano in quello stato, e vidi a lei venire apparizioni; spesso quella di bella e luminosa signora, o quella di un vago giovine come io soglio vedere il mio Sposo. Esse le portavano medicine racchiuse in caraffe, o erbe, o bocconi, e li deponevano a capo del di lei letto, ove stava una piccola tavoletta nascosta. Vidi una di coteste apparizioni darle, mentre irrigidita pregava dinanzi ad un tavolino, una immagine della santa Madre di Dio. Vidi come un giovine sospeso in aria a dritta di lei, le porgesse un cuore, in cui era racchiusa la immagine di Maria. Vidi lo Sposo celeste a lei venire e porle in dito un anello ricco di una gemma, in cui era scolpita la immagine di Maria, e poi lo vidi tornare dopo alcun tempo gliele ritoglierle quell'anello. Vidi pure come spessissimo a lei venissero spiriti durante la sua malattia, ed ogni sorta di doni e di immagini le deponessero sul petto e poi le ritogliessero, e con ciò ella guarisse. La vidi spesso miracolo samente protetta e salvata in perigli di morte. Una volta ella stavasi in alto ad un abbaino per tirar una cesta di umida biancheria. Sotto stava una monaca che tirava la corda per trar la cesta in alto. La cesta era giunta quasi in cima. Essa volle trarla a sè con una mano e con l'altra ritenere la corda. Ed ecco che, come io vidi, il diavolo fece gran strepito giù nella corte; dimodochè la monaca che era sotto, guardando attorno, lasciò mal guardinga andare la corda, Quella che era sopra veniva violente mente trascinata dal canapo, ma altri lo afferrò, e così avvenne per protezione speciale di Dio, che tanto essa quanto la cesta restassero sopra dov'erano; altrimenti la caduta sarebbe riuscita mortale. Essa ne aveva avuto solo il corpo alquanto offeso e ne patì gravi dolori. Così pure la vidi in molteplici modi e sempre i più meravigliosi, protetta dall'angelo suo custode in pericoli del corpo e dell'anima, giacchè la vidi spesso, a causa dei segreti dolori a lei cagionati dalla persecuzione, quasi ridotta a disperare. Più tardi la vidi trasportare mortalmente inferma fuori del chiostro da due persone, e non l'avrebbero al certo portata via vivente, ove esseri ben più possenti non avessero coadiuvato.

« Fuori del chiostro la vidi rivestita con abiti quali io li portava per lo innanzi. Anche così espulsa la vidi patir sempre intimi patimenti, e sempre ricca di simili grazie. La vidi spesso senza scampo apparente inferma sino a morte. La vidi anche cadere svenuta presso il Romitorio, e la vidi portare a casa, e la croce impressa sul di lei petto venire scoperta da un amico. La vidi pure anche qui una volta raddoppiarsi, e nel medesimo tempo giacere in letto nella sua stanza, ed in quella medesima stanza aggirarsi, mentre molte persone la spiavano dalla porta. La vidi giacere in letto estremamente ammalata ed irrigidita a braccia aperte. Il di lei volto ardeva rosseggiando come una rosa, ed allora dal lato dritto del suo giaciglio apparve in alto una luminosa croce, e su quella croce il Salvatore, e dalle sacre piaghe delle sue mani e dei suoi piedi sgorgarono luminosi e rossi strali, diretti alle di lei mani e piedi; e scoccò dalla sacra piaga del costato un altro strale, che andò a ferirla da lato. Da ognuna di quelle piaghe scoccaron tre raggi come fila sottili, che nel punto in cui toccavano il di lei corpo, riunivansi in un'acuta punta. I tre strali che derivavano dalla ferita del costato, apparivano più distanti l'uno dall'altro e più larghi, e finivano a foggia di lancia. Nel momento del contatto vidi stillare gocciole di sangue dalle di lei mani e piedi, ed al disotto del di lei seno diritto. Vidi come ciò divenisse cognito e ne vidi nascere gran rumore nella città, e quindi tutto di bel nuovo taciuto ed occultato. Vidi il confessore di lei, affatto devoto e fedele, ma sempre timido, e pauroso e diffidente, mettere alla prova senza tregua nè posa cotesta donna. Vidi a lei venire una commissione ecclesiastica severa e rigorosa, ed ebbi gran gioia, poichè vidi come tutti bentosto divenner convinti della verità. La vidi sorvegliata anche da cittadini, ed in questo caso pure, come sempre, andò sostenuta e protetta da esseri soprannaturali. Vidi sempre presso di lei l'angelo suo custode. Vidi più tardi presso di lei un uomo che privatamente scriveva, ma peraltro non era ecclesiastico.

«La vidi di bel nuovo sottoposta ad una inquisizione, e vidi cotesta faccenda principiare in modo dolce e cortese; ma nell'interno di tutto ciò non vidi altro che il diavolo. La vidi ancora in frequenti perigli di morte, guarita e nutrita per mezzo di apparizioni. Vidi che era deciso di non farla più uscire in libertà, poichè volevasi averla altrove, e vidi che in ogni guisa usavasi ingannarla e maltrattarla; e vidi il povero di lei cuore anco allora dilaniato affatto dalla altrui perversità, e nondimeno talvolta esteriormente allegro e tranquillo, talmentechè una donna che stavale vicina non s'accorgeva punto del suo interno stato. Anche allora la vidi riportare a casa con aiuti soprannaturali. La vidi dipoi in più grave periglio. Vidi i di lei nemici raccolti in conciliabolo che tramavano di sorprenderla, e vidi sorger fra loro una contesa, dimodochè di scordi si separarono. Vidi il principale persecutore accostarsi a lei con grand'ardire, come se volesse insultarla od anche batterla, e lo vidi ad un tratto arrestarsi subitaneamente per interno impulso e partirsene. Durante tutto ciò la vidi incessantemente conturbata per opera della di lei sorella, in cui riconobbi una inconcepibile segreta perversità e malizia. Vidi cotesta povera donna essere in contatto e relazione spirituale con molte persone. »

« Io provava gran compassione verso cotesta donna, e mi meravigliava come tutto potesse così tranquillamente e pacatamente sopportare. Risentiva peraltro tutti i di lei patimenti nello stesso mio cuore. Le avrei volentieri domandato come ella facesse, ed interrogai la mia guida per conoscere se avrei potuto dirigerle quella dimanda, e per sapere se potessi osare darle del tu. Mi rispose che poteva farlo. Allora domandai a costei come facesse a tanto sopportare segretamente, ed a reggere a tanti patimenti, ed essa non mi rispose che queste sole parole: Come fai tu !

Il che altamente mi meravigliò. Mi fu svelato una volta che anche la Madre di Dio tanto aveva sofferto intimamente ed in occulto.

« Vidi dipoi come cotesta persona avesse abitato presso di una cucitrice, che era pia donna e severa. Vidi come una volta nella strada si spogliasse di uno dei suoi vestimenti e lo donasse ad una povera donna. Vidi pure come il demonio la insidiasse. Non veniva da sè in persona, ma le inviava mali uomini. Tra costoro eravi pure un uomo ammogliato che la insidiava, ma essa nemmeno capiva che volesser costoro. Tre volte vidi l'infernale nemico insidiarle la vita.Due volte tentò precipitarla da un palco, sul quale essa in alto dormiva, ed ove dovea giungere col mezzo della scala. Essa sovente sorgeva per orare, ed allora vidi come una nera e brutta figuraccia per due volte la sospingesse all'orlo estremo di quel palco, onde precipitarla capovolta in giù; e come il di lei angelo custode la salvasse. Un'altra volta, mentre ella percorreva la Via Crucis, e sempre tenevasi vicina a un certo fosso, lungo il quale poche persone suolevano andare, vidi come il maligno volesse precipitarla giù in una profonda cavità, che vien chiamata la Cittadella, ed anco allora la trattenne e salvò l'Angelo suo Custode. Vidi pure come, durante cotesto tempo, ella spesso e dolcemente si trattenesse col suo ben amato Sposo celeste, e come anche una volta a lui si fidanzasse. Non so se in cotesta apparizione avvenisse uno scambio di anelli. Cotesti trattenimenti erano simili a quelli di semplici e puri fanciulli. Vidi come sul meriggio orasse nella chiesa dei gesuiti, e come anche la Söntgen si trovasse in quella chiesa. Era affatto abbattuta. Sentivasi languida ed accaldata. Un risplendente giovanetto, ed era il di lei sposo, uscendo dal Santissimo Sacramento, scese dall'altare. Ei portava una corona di fiori ed una di spine, ed io la vidi afferrare quest'ultima. Ei gliela impose sul capo, ed ella fortemente la compresse, per lo che provò sensibil dolore. Un sagrestano già da lungo tempo facea romore col mazzo delle sue chiavi. Sembrava che la Söntgen si fosse in parte avveduta del di lei stato; ma se ella conosceva simili cose in sè stessa, la loro intima significazione però le era affatto incognita. Delle effusioni sanguigne non ne seppe nulla, sinchè le di lei compagne le dissero che aveva macchie come di ruggine nelle bende del capo ( 1). Era peraltro riuscita ad ascondere cotesto suo sanguinare, finchè non giunse ad essere in convento, ed anche là dentro nol seppe che una sola persona. La vidi pure nella casa del Söntgen, e vidi come desse quanto possedeva, e come stabilisse la pace in casa; il che le cagionava molta gioia.

La vidi anche mentre lavorava nei campi, e vidi crescere a dismisura il di lei desiderio della vita monastica, e come divenisse molto ammalata, e fermamente si decidesse ad essere monaca. Se ne andò a casa e sempre era costretta a vomitare ed era sì afflitta, che la di lei madre le dimandò che mai avesse. Allora le disse di volere entrare in convento, ma la madre si mostrò di contraria voglia, e le dimandò come mai sperasse riuscirvi, giacchè non avea danari ed era infermiccia. Essa poi raccontollo al marito, ed ambedue la sgridarono. Allora disse loro: Se io non ho nulla, Iddio però ha assai. Si ammalò e la vidi giacente in letto. Era circa l'ora del mezzogiorno. La madre sola era in casa; il sole splendeva attraverso la piccola finestra. Allora la vidi dormente e vidi un uomo con due monache, tutti e tre splendenti di luce, entrare in quella stanzuccia ed approssimarsi al di lei letto. Portavan con loro un grosso libro scritto in pergamena con lettere rosse e dorate. Era in quel libro sul frontespizio di pinto un uomo, ed eranvene pure molti altri similmente dipinti nell'interno del volume. Era legato in giallo e non aveva fermagli. Portarono a lei quel libro e dissero che quando avrebbe percorso e studiato tutto quel volume, allora avrebbe saputo ciò che si spetta ad una monaca.

(1) Bindse significa nell'idioma della Wesfalia quella benda del capo guarnita di merletti che usano le contadine.

Rispose che desiderava leggervi subito e prese il volume sulle sue ginocchia. Era scritto in latino, ma tutto comprese, e vi lesse dentro con molta diligenza. Vidi che portò pure cotesto libro in convento, ed anche costà vi leggeva diligentemente. Tostochè ne aveva letto una parte, quella le veniva ritolta. Vidi pure che una volta quel volume posava sopra una tavola, e che le monache che eran presenti vollero segretamente portarlo via, ma non poterono rimuoverlo dal suo posto. Poi la vidi di bel nuovo in un altro luogo, e vidi come il padre spirituale ve la trovasse giacente in orazione e come irrigidita.

Vidi nel dì della festa di S. Agostino, come le apparisse il Signore. Egli le fece il segno della croce sullo stomaco, ed essa ricevette pure dalle sue mani una croce, la compresse sul petto, e gliela rese di bel nuovo. Quella croce era bianca e molle come la cera. Dopo si ammalò e rimase inferma sino quasi al Natale. Vidi che le furono amministrati tutti i Sacramenti. Si addormì e sognò che vedeva Maria sedere sotto alcuni alberi in Betlem. Parlo con Maria e le disse che tanto desidererebbe di morire e di rimanersi con lei. Maria le rispose aver pure tanto desiderato di morire quando morì Gesù, e non averlo potuto ottenere e che essa pure vivrebbe ancor lungo tempo e dovrebbe molto patire. Dipoi si risvegliò e vidi una croce che a lei si approssimava, e la vidi ricevere le Stimate. Quindi la rividi di nuovo durante tutta la faccenda dell'esame inquisitorio, e vidi che molto aveva progredito nella lettura del suo volume. Poi la vidi e qui in questa casa, ed in quella del Mersmann; e vidi i di lei frequenti mortali perigli ed i celesti soccorsi che la salvavano. Anche costà aveva seco il suo volume. Vidi per ultimo anche il futuro e l'inquisizione ecclesiastica, e mi sembrava come quegli ecclesiastici facessero alcuna cosa con delle carte, che poi deponevano sopra di lei (1).

(1) II Pellegrino fu sì potentemente impressionato di cotesta partecipazione in niun modo da lui sperata, che ne notò così nel suo diario: Ah se non sopravvenissero tanto spesso sì miserabili disturbi ed interruzioni ! E potessimo aver per lo intero coteste visioni di sè medesima, possederemmo così straordinariamente molto, anzi possede remmo un quadro fedele della intera vita spirituale di quest'anima meravigliosa!

Quando ai 15 di giugno 1821 Anna Caterina ebbe una visione della vita di santa Ludgarda, vide pur di bel nuovo una serie d'immagini della propria sua vita.

Ho veduto pure in quell'occasione ( così essa narrò ) anche immagini della vita di una persona; ed ho scoperto ultimamente ch'io stessa era quella persona. Sovente mi si presentavano celesti quadri simultaneamente contrapposti a quelli di santa Ludgarda, e così poteva contemplare la somiglianza delle grazie divine ed il modo di riceverle nei diversi individui. Vidi quella persona perseguitata sempre dall'infernale nemico sin da bambina. Vidi pur la bambina orare qua e là in certi soliti luoghi della campagna, perchè appunto in quei luoghi essa sentiva con senso morale la presenza di una maledizione, o di una cattiva potenza. Vidi come allora il diavolo romoreggiasse furioso intorno alla bambina, e la rovesciasse e la battesse; e come essa allora si allontanasse e poi di nuovo riprendesse animo, e piena di semplice fiducia e di ferma fede ritornasse dicendo al maligno: tu non puoi scacciarmi di qui, miserabile ! Tu non hai sopra di me alcun potere e non ne devi aver più nemmeno su questo luogo ! Ed allora si inginocchiava di nuovo su quel medesimo punto e proseguiva coraggiosamente ad orare, e Satana si allontanava.

« Vidi come Satana non potendo indurre alla mollezza quella bambina, le inspirasse di indebolirsi a forza di smisurate mortificazioni, onde con ciò rovinarle affatto la salute; ma la bambina a suo dispetto raddoppiò sempre i suoi sforzi. La vidi una volta starsene sola in casa. La madre ne aveva a lei affidato la custodia. Vidi come il diavolo le inviasse una vecchia vicina, che probabilmente col disegno di fare alcuna nequizia in quella casa, le disse: Vattene laggiù nell'orto mio e cogliti delle pere gialle e mature: va presto, prima che torni tna madre !

La bambina partì in fretta e correndo urtò col petto contro un aratro che, nascosto dalla paglia, giaceva in prossimità dell'orto, e vi urtò sì potentemente, che ne cadde priva dei sensi sul suolo. Vidi la madre ritornando trovar la bambina in quello stato, e farla rientrar in sè amministrandole potenti percosse. La bambina risentì quell'urto dolorosamente per lungo tempo.

« Vidi Satana a traviar la mente della madre di quella bambina in modo tale, che per un certo tempo nutrì di lei cattiva opinione e bene spesso la percosse innocente e la respinse o in qua o in là, da sè lontana. Vidi che la bambina sopportava tutto ciò con semplicità e l'offriva a Dio, e che con ciò il nemico venne ad essere vinto e stancato. Vidi la bambina pregar di notte nei campi, ed il diavolo eccitare un giovinastro a disturbarla ed a trattarla sconvenevolmente; ma la bambina scacciollo e continuò ad orare.

« Vidi il diavolo precipitare a capo in giù da una scala quella bambina, e come l'angelo suo custode la salvasse. La vidi camminare sopra stretta viuzza in prossimità di una profonda fossa piena d'acqua per non treppicare il grano, e come il diavolo la precipitò giù nel fosso e non ne rimase offesa. Vidi pure il diavolo precipitarla in un luogo ove l'acqua era profonda dell'altezza di due uomini, e quindi per tre volte sbatterla contro la superficie di quel fondo; ma sempre ne fu ritratta fuori dall'Angelo suo custode !

« Vidi come il diavolo, una sera, mentre la bambina recitando le preci volea montare nel letto, uscisse di sotto a quello e con mani fredde come il ghiaccio afferrandola per le gambe la rovesciasse. Mi ricordo ancora benissimo di ciò. La bambina non si mise punto ad urlare, nè fece scene; tutto rimase quieto e tranquillo, e senza che alcuno gliel suggerisse raddoppiò da quel momento le sue preghiere e trionfò del nemico.

« Vidi sempre quella bambina circondata dalle povere anime del purgatorio che ella benissimo vedeva, e la vidi fedelmente orare in loro pro, ma il diavolo la disturbava nell'orazione. Nella trascorsa notte mi si appresentò in cotesto caso anche l'anima di un contadino di queste vicinanze, e mi ringraziò per la sua liberazione.

« Vidi come la bambina divenuta giovanetta, una volta sull'albeggiare venisse per impulso del diavolo assalita da un giovinastro, e come due angeli accorressero al di lei soccorso. La vidi nel cimitero di Höesfeld, ove ella stavasi orando, maltrattata dal diavolo che qua e là la gettava, e nel ritorno la precipitò nella fossa ove si pongono a macerare le pelli.

«Vidi tutti gli assalti e tutte le persecuzioni in convento, e come Satana la precipitasse da un abbaino, e come mirabilmente rimanesse sospesa tenendosi all'orlo con le due mani. Non ho mai veduto che Satana avesse poter di muoverle alcun assalto carnale, anzi che nemmeno lo tentasse.

Vidi tutto l'andamento dell'inquisizione ordinata circa di lei, ed in tutte coteste faccende vidi mescolarsi Satana.

Non avrei potuto comprendere come ella vi reggesse, se non avessi costantemente veduto starle d'attorno angeli e santi. Vidi anche le intenzioni ed il modo di pensare della gente, udii i loro discorsi, i loro continui maneggi e prove, e la lor rabbia quando nulla trovarono; e vidi come nè giorno nè notte le lasciassero quiete alcuna, aggirandosi continuamente intorno a lei coi lumi anche nelle ore notturne. Vidi il Consigliere che destava proprio paura quando esclamò: Adesso ho il Lambert nelle mie mani; egli ha confessato tutto: anch'ella deve ora tutto confessare. — Lo vidi così rabbioso e ad un tempo lusinghiero ed insinuante, che quella povera persona doveva esserne indotta a pronunziare qualche parola, dalla quale essi speravano potere ad ogni costo cavaré qualche costrutto. Vidi, per altro, più volte come un'apparizione le imponesse la mano sopra la bocca. Vidi il Lambert quantunque mortalmente turbato, vincer sè stesso e dominar la paura, e vidi ciò aver molto giovato all'anima sua. Vidi il resto della sua carriera mortale esser ben corto. Vidi il libro del Pellegrino, dal quale molto verrà estratto per esser pubblicato. »