Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Se l'anima mia non fosse colma di abbandono alla volontà  di Dio, se fosse necessario lasciarsi sommergere dai sentimenti di gioia o di tristezza che si susseguono così rapidi sulla terra, sarebbe un'onda di dolore tanto amaro! Ma queste alternative toccano soltanto la superficie dell'anima mia. Eppure, sono prove grandi! (Santa Teresina di Lisieux)

Prefazione


È nuova prova della grande venerazioneed affetto di cui gode il nome di Anna Caterina Emmerich presso i fedeli delle differenti contrade, che poco dopo la pubblicazione del primo volume della storia della vita di questa serva di Dio, sieno con le rispettive approvazioni vescovili venute in luce due traduzioni della medesima, una francese (1 ) ed una italiana ; e che anche adesso questo secondo volume quasi contemporaneamente comparisca in tre lingue. Questo soddisfacente fatto impose all'autore sempre maggior dovere di non risparmiare alcuna fatica nel rappresentare con la maggior coscienza ed accuratezza possibile, tutto il modo di essere e la natura delle azioni di quell'anima piena di grazie e benedetta. Ei può senza peccato d'orgoglio confessare che nell'epoca nostra si feconda di scritti d'ogni genere, può dirsi che in proporzione ben pochi libri sien venuti alla luce, la di cui redazione sia stata collegata con si gravi difficoltà come l'opera presente. Anche allo stesso Pellegrino parve troppo amara e grave fatica il mettere alla luce quei suoi Diarii, che sono stati la principale sorgente da cui abbiamo attinto per compilare questo volume ; ed oltre di ciò anche i tentativi di altri sono venuti meno, considerando le molte difficoltà che presentava l'esaminare e trascegliere fra la gran quantità di materie in quei Diarii racchiuse. Anche all'autore venne spesso a mancare il coraggio, più non sapendo talora ritrovare la strada per uscir dal labirinto ; e solo la ferma convinzione che con questa opera veniva a dare chiara testimonianza delle meravigliose vie di Dio, il consiglio e gli incoraggiamenti del padre Capistrano da Caldaro, e più specialmente poi l'aiuto non interrotto dell'orazione, con cui Maria di Mörl dall'anno 1858 sino al giorno della sua santa morte accompagnò questo lavoro, lo rese capace di condurlo sino alla fine. Anna Caterina medesima avea qualifi cato la collezione delle note del Pellegrino, siccome « un giardino riccamente piantato, ma senza strade per praticarvi. » Già sindal marzo 1820 ella avea narrato questa visione ben notabile a causa del suo meraviglioso adempimento :  « Mi trovava in un giardino piantato dal Pellegrino.  Eravi nata una quantità di fiori, di piante, e di erbe folte e freschissime ; ma il Pellegrino l'avea piantato in modo sì spesso, che non eravi alcuna via per aggirarvisi dentro. Il Pellegrino mi condusse entro il piccolo casino di quell'orto, intorno al quale avea piantato foltissimi crescioni amari ( 1) »In seguito ripetè ancora a molte riprese : « Ho veduto il giardino del Pellegrino ; moltissime cose vi son nate e cresciute ; ma non vi è dentro alcuna strada ; è piantato in modo troppo folto, ora per altrodeve seguitare a raccogliere» Ovvero : « Vidi il giardino si foltamente piantato dal Pellegrino, che egli soltanto conosceva una via per penetrarvi ; gli altri si lamentavano che non vi si potea nè entrare, nè girare. Quel giardino stavasi presso uno sterile paese. All'ingresso eravi un cespo di rose guarnito di spine. Il Pellegrino e gli altri avrebbero voluto cogliere quelle rose, ma si pungevano alle spine. Ne vidi uno che anch'egli arditamente volle rompere un ramoscello di rose, ma costui si punse talmente che cominciò a urlare. » Cotesti quadri non potevano esser più precisi, nè più straordinarii. La via per la quale solo il Pellegrino potea entrare nel giardino si foltamente piantato, rappresenta i  sette giorni della settimana, durante i quali egli raccoglieva e collegava senza divario e distinzione ciò che osservava in Anna Caterina, ciò che ella gli raccontava delle sue visioni, le varie sensazioni che in lui destavano coteste partecipazioni, ed inoltre il racconto del come ei si trovava disturbato, leso, o trattato dalle persone che più da vicino la circondavano e da varii visitanti con cui si scontrava al letto della inferma, e finalmente le sue proprie circostanze, e quelle degli amici suoi più intimi. Cotesta materia di tanti elementi commista, forma la sostanza ed il contenuto delle sue note, da cui l'autore di questa vita dovea trascegliere quanto poteva giovare al suo scopo. Il Pellegrino d'altronde non poteva anticipatamente formare altro disegno, fuor quello di riferire il tutto nel modo il più fedele e completo possibile ; e siccome la vita intima e l'attività spirituale di Anna Caterina era per lui un mistero, del quale potea conoscere soltanto ciò che ella, coll'approvazione dei suoi direttori spirituali l'Overberg ed il Limberg,gli partecipava ; così ei notava tutto ciòper quanto meglio le circostanze glielo permettevano, e riserbava tutto quello che sembravagli oscuro e non intelligibile per futuroe più profondo esame. L'autore si è quindi tenuto in tutto ciò che ha trascelto dallacollezione dei Diarii, il più fedelmente possibile alla lettera delle note scritte di primo getto. Per altro era soltanto il minor numero delle visioni quello che a prima vista e di un tratto poteva da Anna Caterina venir raccontato al Pellegrino e da lui in un primo getto raccolto e disteso per iscritto. Seguivano poi i complementi, le aggiunte, e i cambiamenti in gran numero, ma ciò avveniva bene spesso in giorni assai remoti da quelli della prima trascrizione ; e non di rado l'autore di questa vita ha potuto dopo lunghe e penose ricerche soltanto, trovare la chiave di un quadro o visione, in una posteriore manifestazione della Veggente appena osservata e solo a caso notata dal Pellegrino, ovvero col mezzo della più scrupolosa ed accurata comparazione con altre visioni anteriormente e posteriormente raccontate. Ciò più specialmente avvenne a proposito dell'importantissima visione della così detta Magion delle nozze, che sembra essere il punto medio o centro di tutta l'attività soprannaturalmente visiva di Anna Caterina. Il Pellegrino non potè mai giungere a venire in chiaro circa cotesto quadro, ma fortunatamente aveva conservato tante manifestazioni ed espressioni di Anna Caterina circa il medesimo, che dopo indicibil fatica riuscì finalmente all'autore di penetrare  nella profonda intelligenza di cotesta visione. Solo allora trovossi in grado di poter concepire e vedere l'ordine interno, la distribuzione e la significazione di della smisurata attività delle operequell'anima eletta in pro dell'intera Chiesa e dei singoli suoi membri, ed in misura di potere con ciò sviluppare e raccontare la storia della di lei vita.

In quest'occasione deve l'autore far osservare che tanto nel I quanto nel Il volumeegli ha riferito ogni tratto ed azione della infanzia, della più matura gioventù e della successiva età di Anna Caterina, attingendo alle sorgenti indicate nel testo, cioè dalle note del Wesener e del Pellegrino, che conservavano e trascrivevano con ogni cura ogni notizia che riuscivano ad attingereda lei stessa, o dal confessore, o dalleantiche consorelle, o da altre persone a lei prossime, circa le più intime circostanze dell'intera sua vita. Oltre di ciò ei s'è trovato nella felice posizione di aver dinanzi agli occhi un numero ragguardevole di lettere del Pellegrino non mai pubblicate, e da lui scritte a cominciare dal tempo del suo soggiorno in Dülmen sino a pochi giorni innanzi la sua morte, e dirette a persone che quanto mai niune altre possedevano la sua confidenza,  la sua venerazione ed affetto. Siccome però l'autore si è impegnato sulla sua parola sacerdotale ad usare della maggior discrezione circa i segreti di questa corrispondenza a lui affidata, così qui soltanto può dire che il suo contenuto gli ha fornito la più chiara prova della felice, benedetta ed incancellabile azione esercitata dal commercio avuto con Anna Caterina sull'animo del Pellegrino. Di tutti quei contemporanei che hanno avuto con Anna Caterina un contatto più che transitorio, mentre sono stati da lei onorati in ragguardevole misura del di lei affetto e fiducia, ne sono ancora due viventi, cioè le signore Apollonia Dipenbrock e Luisa Hensel, ed ambedue hanno aiutato l'autore nel modo il più benevolo per mezzo di comunicazioni orali e scritte.

Il Pellegrino medesimo avea nell'anno 1831 sottoposto ad un certo grado di preparazione e coordinazione scritta i casi e le osservazioni del primo mese del suo soggiorno in Dülmen, lavoro che per altro l'autore non ha potuto in verun modo impiegare, pel solo motivo che esso non corrisponde pienamente ed alla lettera colla prima trascrizione dei Diarii. Il Pellegrino non avea voluto ricopiare sè stesso, e quindi rimaneggiò il suo Diario a seconda di ulteriori vedute ed esperienze, talmente chè alla fine si sentì egli stesso malcontento del lavoro ed abbandonò ogni ulteriore tentativo. Ei si era però resa anche più difficile cotest'opera trascrivendo e notando ogni sorta di cose estranee, delle quali qui non si può interamente passando oltre tacere. Ogniqualvolta cioè Anna Caterina veniva impedita da esterni disturbi dal partecipargli le sue visioni, ei tosto riempiva il suo Diario con lagnanze contro il confessore e quei che le stavano attorno, e che ai suoi occhi apparivano la vera e propria cagione di quelle interruzioni per lui insopportabili. Siccome egli ha ripetuto quei suoi lamenti anche in lettere confidenziali, che sono state pubblicate dopo la sua morte, così l'autore non ha potuto passare oltre senza farne alcuna menzione. Coloro cui eran dirette quelle lettere conoscevano l'irritabilità del Pellegrino, come pure le precise circostanze e relazioni dalle quali avevano avuto origine, e quindi agli occhi loro perdevano quella durezza che debbono avere agli occhi di qualsiasi altro estraneo lettore. Quindi l'imparziale giustizia esigeva dall'autore di porre in luce chiaramente e coscienziosamente il vero stato delle cose, onde ogni  lettore fosse in grado di pronunziare una vera e ben fondata sentenza circa la reità od innocenza di alcuni individui spesso si severamente giudicati dal Pellegrino, e circa tutta la situazione esterna in cui viveva Anna Caterina. L'autore ha sentito esser ciò tanto più necessario e vi è stato tanto più sospinto, in quanto ei medesimo ha  potuto soltanto con difficoltà sottrarsi alla impressione prodotta dalle si frequenti la gnanze del Pellegrino, e solo dopo lungo ed accurato esame ha potuto pervenire a conoscere la pura verità senza alcun turbamento. Egli ha la ferma convinzione di aver con ciò perfettamente corrisposto alle intenzioni del Pellegrino medesimo, che dieci anni prima della sua morte rivolgeva nella sua mente il pensiero di confidare ad altri la compilazione e l'ordinamento delle sue note e scritti, e di lasciarne ogni pagina in piena balia della fedeltà e coscienza di costui, onde con libertà e indipendenza scevra di spirito di partito potesse apprezzarne la sostanza.

Quanto più crebbe pel Pellegrino lo spazio del tempo che lo separava dagli ultimi momenti di Anna Caterina, con sguardo tanto più tranquillo ei si rivolse a meditare sugli anni del suo soggiorno in Dülmen, e tanto meno si senti disposto a ferirsi di bel nuovo con quelle spine che egli nell'umana sua debolezza aveva piantate intorno alle rose del suo giardino. Ov'egli in una disposizione di spirito illuminata e più dolce non avesse sentito che sottrarrebbe alla piena ed esatta apprezza zione di Anna Caterina un contributo importantissimo, cancellando dai suoi Diarii tutte le testimonianze e prove dei suoi personali rapporti con lei e col confessore, egli al certo lo avrebbe fatto. Ma possedeva la rara sincerità e forza d'animo necessaria a conservar il tutto intatto e senza il minimo cambiamento e variazione, affinchè tanto i suoi rimproveri, quanto la sua lode servissero di testimonianza in pro della serva di Dio.

In fine l'autore di quest'opera dichiara in perfetta sommissione ai decreti di Urbano VIII, che ei non presta e non vuol che sia prestata altra fede a tutti i fatti ed avvenimenti straordinarii di cui trattasi in questi volumi, oltre quella che nasce puramente dall'umana credibilità.

Dal Convento di Gars nel giorno di S. Giovanni Battista 1870.

P. SCHMÖGER.