Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Se dovessi pensare a quale sia la figura più autentica dell'essere cristiano, questa sicuramente è San Giuseppe: l'uomo buono, silenzioso e concreto; umile, riservato, discreto, che passa quasi inosservato. Non compare mai nei titoli dei giornali, tuttavia ha scritto gli avvenimenti decisivi della storia di salvezza. Giuseppe è l'uomo come te, non preservato dal peccato, non immune dalle prove; è l'uomo di grande fede. Non che non avesse paure e dubbi, ma si è fidato più di Dio che dei propri timori. Giuseppe è il Custode di Gesù e di Maria, ma non ama con possesso bensì con dono di sé. Chiedi a San Giuseppe di custodire anche te, di farti sentire la stessa paternità  che Gesù ha sentito su di Sé, affidandoti alla sua intercessione e alla sua protezione. SAN GIUSEPPE, prega per noi. (Don Nikola Vucic)

LXXXII - Come l’anima, poi che è passata di questa vita, vede pienamente la gloria e loda del nome di Dio in ogni creatura. E come in essa è finita la pena del desiderio, ma non el desiderio.


— Questo chi el vede e gusta: che in ogni cosa creata, e nelle creature che hanno in loro ragione, e nelle dimonia si vega la gloria e loda del nome mio? L’anima che è denudata dal corpo e gionta a me, fine suo, vede schiectamente, e nel suo vedere cognosce la veritá. Vedendo me, Padre etterno, ama; amando, è saziato; saziato, cognosce la veritá; cognoscendo la veritá, è fermatà la volontà sua nella volontà mia e legata e stabilita per modo che in veruna cosa può sostenere pena, perché egli ha quello che desiderava d’avere prima di vedere me, e di vedere la gloria e loda del nome mio.

Egli la vede a pieno in veritá ne’ sancti miei e negli spiriti beati e in tucte l’altre creature e nelle dimonia, come decto t’ho. E poniamo che anco vega l’offesa che è facta a me, della quale in prima aveva dolore: ora non ne può avere dolore, ma compassione senza pena, amandoli e sempre pregando me con affecto di caritá ch’ Io facci misericordia al mondo.

È terminata in loro la pena ma non la carità: si come al Verbo del mio Figliuolo in su la croce, nella penosa morte, terminò la pena del crociato desiderio che egli aveva portato dal principio che Io el mandai nel mondo infino a l’ultimo della morte per la salute vostra; ma non terminò l’affecto della vostra salute, ma si la pena. Ché se l’affecto della mia carità, la quale per mezzo di lui vi mostrai, fusse alora terminata e finita in voi, voi non sareste, perché sète facti per amore: se l’amore fusse ritracto a me, che Io non amasse l’essere vostro, voi non sareste. Ma l’amore mio vi creò, e l’amore mio vi conserva. E perché Io so’ una cosa con la mia Verità, ed egli, Verbo incarnato, con meco, fini la pena del desiderio e non l’amore del desiderio.

Vedi dunque che i santi e ogni anima che è ad vita ecterna hanno desiderio della salute dell’anime senza pena, però che la pena terminò nella morte loro, ma none l’affecto della caritá. Anche, come ebbri nel sangue dello inmaculato Agnello, vestiti della caritá del proximo, passarono per la porta strecta, bagnati nel sangue di Cristo crucifixo, e trovaronsi in me, mare pacifico, levati dalla imperfeczione, cioè dalla insazietà, e giunti alla perfeczione saziati d’ogni bene.