Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Il papà  le chiede se sia sempre disposta a donare le cornee, gli unici organi ancora trapiantabili, perché non intaccati dal cancro o dalla chemioterapia. Gli risponde con un sorriso luminosissimo. Scrive a fatica una specie di testamento ai gen: «Sono uscita dalla vostra vita in un attimo. Oh, come avrei voluto fermare quel treno in corsa che m'allontanava sempre più! Ma ancora non capivo. Ero ancora troppo assorbita da tante ambizioni, progetti e chissà  cosa (che ora mi sembrano così insignificanti, futili e passeggeri). Un altro mondo m'attendeva, e non mi restava altro che abbandonarmi. Ma ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela». «Io devo tutto a Dio e a Chiara», è una delle sue ultimissime frasi. (Beata Chiara "Luce" Badano)

XXXIX - De la terza reprensione, la quale si farà nel di del giudicio.


— Ora ti resto a dire della terza riprensione, cioè de l’ultimo di del giudicio. Già t’ho detto delle due: ora, acciò che tu vegga bene quanto l’uomo s’inganna, ti dirò della terza, cioè del giudicio generale, nel quale a l’anima tapinella sarà rinfrescata e cresciuta la pena, per l’unione che l’anima farà col corpo, con una riprensione intollerabile, la quale le genererà confusione e vergogna.

Sappi che ne l’ultimo di del giudicio, quando verrà il Verbo mio Figliuolo con la divina mia Maiestà a riprendere il mondo con la potenzia divina, egli non verrà come povarello, si come quando egli nacque venendo nel ventre della Vergine e nascendo nella stalla fra gli animali, e poi morendo in mezzo fra due ladroni. Alora lo nascosi la potenzia mia in lui, lassandolo sostenere pene e tormenti come uomo: non che la natura mia divina fusse però separata da la natura umana; ma lassa’ lo patire come uomo per satisfare a le colpe vostre.

Non verrà cosí ora in questo ultimo punto; ma verrà con potenzia a riprendere egli con la propria persona. E non sarà alcuna creatura che non riceva tremore, e renderà a ogniuno il debito suo.

A’ dannati miserabili lo’ darà tanto tormento l’àspecto suo e tanto terrore che la lingua non sarebbe sufficiente a narrarlo; a’ giusti darà timore di reverenzia con grande giocondità. Non che egli si muti la faccia sua, però che egli è immutabile, perché è una cosa con meco, secondo la natura divina. E secondo la natura umana, la faccia sua anco è immutabile, poi che prese la gloria della resurrexione. Ma a l’occhio del dannato se gli mostrarrà cotale, però che, con quello occhio terribile e obscuro che egli ha in se medesimo, con quello el vedrà. Si come l’occhio infermo che del sole, che è cosí lucido, non vede altro che tenebre; e l’occhio sano vede la luce. E questo non è per difecto della luce che si muti piú al cieco che a l’alluminato, ma è per difecto de l’occhio che è infermo. Cosí e’ dannati el veggono in tenebre, in confusione e in odio, non per difecto della divina mia Maiestà con la quale egli verrà a giudicare il mondo, ma per difecto loro.