CAPITOLO XVI. - SI PARLA DI UN'ANIMA CHE VENNE SOLLEVATA PER I SUFFRAGI DELLA CHIESA E DALLE PREGHIERE DI GELTRUDE

Geltrude era presente quando venne comunicato a una consorella il
trapasso di un parente. La monaca ne provò tale angoscia, che Geltrude
ne fu commossa fino al più profondo del cuore. Pregò subito con fervore
per l'anima di quel parente, e comprese perchè mai il Signore avesse
permesso che tale annuncio fosse dato in sua presenza.
Nella sua grande mestizia disse al Signore: « Caro Gesù, avresti pur
potuto ispirarmi di pregare per quell'anima senza darmi una tale
emozione» ». Egli rispose: «
Mi compiaccio singolarmente quando l'uomo a me rivolge le sue emozioni
naturali insieme allo slancio della buona volontà; allora la sua
offerta è completa».
Dopo d'aver a lungo pregato per il defunto, la sua anima le apparve
sotto forma di un rospo nero come il carbone, che si torceva per lo
strazio dei tormenti. Nessuno esteriormente lo faceva patire: ma
quell'anima era torturata interiormente in ciascuno dei membri che le
erano serviti a commettere i peccati.
Geltrude suffragando quell'anima, non tralasciava però di prodigare al
suo Diletto, l'espressione di un'immensa tenerezza. Fra l'altro disse:
« O caro Signore, non vorresti per amor mio, sollevare quella povera
anima? ». Egli amabilmente rispose: « Per amor tuo avrò pietà, non solo
di quest'anima, ma di un milione di altre ancora». E
aggiunse: « In qual modo
vuoi tu ch'io faccia splendere su di lei la mia misericordia? Vuoi che
le rimetta ogni colpa e che la liberi dai suoi tormenti?
». Rispose Geltrude: « Una misericordia così ampia forse non s'addice
alle sovrane esigenze della tua giustizia ». « Essa conviene benissimo
anche alla mia giustizia - affermò Gesù - purchè tu sappia chiedermelo
con grande confidenza, tanto più che, conoscendo l'avvenire come Dio,
ho ispirato a quest'anima durante la sua agonia, certe brame ardenti
che dovevano prepararla a questo favore ».
Geltrude concluse: « O salvezza dell'anima mia, eseguisci quanto la tua
misericordia ha preparato! Per grazia tua attendo con fiducia gli
effetti della tua bontà ». Appena dette tali parole, l'anima del
defunto si levò e parve riprendere la forma umana: l'orribile nerezza
era scomparsa, la pelle era bianca, quantunque ancora un po' macchiata,
ed ella ringraziò come se fosse stata sollevata da ogni pena.
Geltrude però capì che quella pelle macchiata doveva diventare candida
come la neve, per godere la visione divina: tale purificazione si
sarebbe compiuta a colpi di martello, che l'avrebbero sbarazzata dalla
ruggine. Ma siccome era stata a lungo nel peccato, le tornava difficile
imbiancarsi, come una tela che bisognerebbe esporre per un anno intero
ai raggi del sole. Geltrude si meravigliava di vederla gioiosa fra
tanti tormenti, soprattutto quando le fu rivelato che un'anima carica
di peccati così enormi, non può essere aiutata dai suffragi della S.
Chiesa, perchè bisogna che la misericordia di Dio le accordi una prima
purificazione, che la renda atta a fruire dei suffragi che scendono
continuamente sulle anime purganti, come rugiada salutare, balsamo
prezioso, bevanda rinfrescante.
La Santa ringraziò il Signore e chiese: « Abbi la bontà di dirmi,
amorosissimo Gesù, con quali sacrifici e quali preghiere si può
ottenere che un'anima sia liberata, dal peso dei peccati, che pongono
ostacolo alle preghiere della Chiesa. Vedo quest'anima così felice
d'aver deposto tale fardello, come se fosse passata dal fondo
dell'inferno alla gloria del cielo; bramerei ora che usufruisse dei
suffragi della Chiesa, per vederla giungere alla beatitudine senza
fine». Rispose il Signore: « Nessuna
preghiera, nessun atto possono procurare tale soccorso a un'anima:
soltanto la forza dell'amore che qualche istante fa infiammava il tuo
cuore, ha potuto ottenere questo favore, ma siccome nessuna creatura
possiede tale amore se Io stesso non gliene faccio dono, così questo
soccorso non può essere accordato ad un'anima dopo la morte, se la
medesima non ha cooperato in vita ad ottenere grazia sì speciale. Sappi
però che si può, alla lunga, sollevare le anime così provate, con
preghiere e assidui suffragi. I fedeli libereranno un'anima più o meno
presto a seconda che pregheranno con più, o meno fervore, e anche a
seconda dei meriti che ciascuno avrà acquistato durante le vita
».
L'anima di cui parliamo fu alquanto sollevata dalle preghiere di
Geltrude: stese allora le mani a Dio, domandandoGli di gradire
l'offerta di tale beneficio, in nome dell'amore che l'aveva fatto
discendere dal cielo in terra, per subire, la morte, e chiese che
ricompensasse con lo stesso amore, tutti coloro che l'avevano
suffragato. Il Signore, per mostrare che esaudiva quella preghiera,
ricevette la dramma che quell'anima Gli presentava e la mise nei tesori
della medesima, perchè potesse darla in ricompensa a coloro che avevano
pregato per essa.