Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Quando qualcosa delude le tue aspettative pensi che sia la colpa degli altri. Rincorrere ostinatamente le presunte responsabilità  degli altri serve solo per aumentare il tuo malessere interiore. Invece smettere di dare la colpa agli altri significa che ritieni te stesso responsabile della tua felicità . Quando vedi che la casa è in disordine, non chiedere di chi è la colpa. Puliscila e basta, senza fare tante storie. Incolpare sempre gli altri è un sistema di scaricabarile che crea stress e malessere. Se ti preoccupi di quello che pensano gli altri, sarai sempre il loro prigioniero. (Don Nikola Vucic)

CAPITOLO XVI. - SI PARLA DI UN'ANIMA CHE VENNE SOLLEVATA PER I SUFFRAGI DELLA CHIESA E DALLE PREGHIERE DI GELTRUDE


Geltrude era presente quando venne comunicato a una consorella il trapasso di un parente. La monaca ne provò tale angoscia, che Geltrude ne fu commossa fino al più profondo del cuore. Pregò subito con fervore per l'anima di quel parente, e comprese perchè mai il Signore avesse permesso che tale annuncio fosse dato in sua presenza.

Nella sua grande mestizia disse al Signore: « Caro Gesù, avresti pur potuto ispirarmi di pregare per quell'anima senza darmi una tale emozione» ». Egli rispose: « Mi compiaccio singolarmente quando l'uomo a me rivolge le sue emozioni naturali insieme allo slancio della buona volontà; allora la sua offerta è completa».

Dopo d'aver a lungo pregato per il defunto, la sua anima le apparve sotto forma di un rospo nero come il carbone, che si torceva per lo strazio dei tormenti. Nessuno esteriormente lo faceva patire: ma quell'anima era torturata interiormente in ciascuno dei membri che le erano serviti a commettere i peccati.

Geltrude suffragando quell'anima, non tralasciava però di prodigare al suo Diletto, l'espressione di un'immensa tenerezza. Fra l'altro disse: « O caro Signore, non vorresti per amor mio, sollevare quella povera anima? ». Egli amabilmente rispose: « Per amor tuo avrò pietà, non solo di quest'anima, ma di un milione di altre ancora». E aggiunse: « In qual modo vuoi tu ch'io faccia splendere su di lei la mia misericordia? Vuoi che le rimetta ogni colpa e che la liberi dai suoi tormenti? ». Rispose Geltrude: « Una misericordia così ampia forse non s'addice alle sovrane esigenze della tua giustizia ». « Essa conviene benissimo anche alla mia giustizia - affermò Gesù - purchè tu sappia chiedermelo con grande confidenza, tanto più che, conoscendo l'avvenire come Dio, ho ispirato a quest'anima durante la sua agonia, certe brame ardenti che dovevano prepararla a questo favore ».

Geltrude concluse: « O salvezza dell'anima mia, eseguisci quanto la tua misericordia ha preparato! Per grazia tua attendo con fiducia gli effetti della tua bontà ». Appena dette tali parole, l'anima del defunto si levò e parve riprendere la forma umana: l'orribile nerezza era scomparsa, la pelle era bianca, quantunque ancora un po' macchiata, ed ella ringraziò come se fosse stata sollevata da ogni pena.

Geltrude però capì che quella pelle macchiata doveva diventare candida come la neve, per godere la visione divina: tale purificazione si sarebbe compiuta a colpi di martello, che l'avrebbero sbarazzata dalla ruggine. Ma siccome era stata a lungo nel peccato, le tornava difficile imbiancarsi, come una tela che bisognerebbe esporre per un anno intero ai raggi del sole. Geltrude si meravigliava di vederla gioiosa fra tanti tormenti, soprattutto quando le fu rivelato che un'anima carica di peccati così enormi, non può essere aiutata dai suffragi della S. Chiesa, perchè bisogna che la misericordia di Dio le accordi una prima purificazione, che la renda atta a fruire dei suffragi che scendono continuamente sulle anime purganti, come rugiada salutare, balsamo prezioso, bevanda rinfrescante.

La Santa ringraziò il Signore e chiese: « Abbi la bontà di dirmi, amorosissimo Gesù, con quali sacrifici e quali preghiere si può ottenere che un'anima sia liberata, dal peso dei peccati, che pongono ostacolo alle preghiere della Chiesa. Vedo quest'anima così felice d'aver deposto tale fardello, come se fosse passata dal fondo dell'inferno alla gloria del cielo; bramerei ora che usufruisse dei suffragi della Chiesa, per vederla giungere alla beatitudine senza fine». Rispose il Signore: « Nessuna preghiera, nessun atto possono procurare tale soccorso a un'anima: soltanto la forza dell'amore che qualche istante fa infiammava il tuo cuore, ha potuto ottenere questo favore, ma siccome nessuna creatura possiede tale amore se Io stesso non gliene faccio dono, così questo soccorso non può essere accordato ad un'anima dopo la morte, se la medesima non ha cooperato in vita ad ottenere grazia sì speciale. Sappi però che si può, alla lunga, sollevare le anime così provate, con preghiere e assidui suffragi. I fedeli libereranno un'anima più o meno presto a seconda che pregheranno con più, o meno fervore, e anche a seconda dei meriti che ciascuno avrà acquistato durante le vita ».

L'anima di cui parliamo fu alquanto sollevata dalle preghiere di Geltrude: stese allora le mani a Dio, domandandoGli di gradire l'offerta di tale beneficio, in nome dell'amore che l'aveva fatto discendere dal cielo in terra, per subire, la morte, e chiese che ricompensasse con lo stesso amore, tutti coloro che l'avevano suffragato. Il Signore, per mostrare che esaudiva quella preghiera, ricevette la dramma che quell'anima Gli presentava e la mise nei tesori della medesima, perchè potesse darla in ricompensa a coloro che avevano pregato per essa.