Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 5 settembre 2025 - Santa Teresa di Calcutta (Agnes Gonxha Bojaxiu) (Letture di oggi)

Una volta, un giovane sacerdote mi raccontò di una serena e bella coppia di anziani che ogni giorno veniva in chiesa e, davanti alla statua dell'Immacolata, recitava il rosario. Un giorno il sacerdote si accorse che gli anziani non venivano più e si preoccupo'. Qualche settimana dopo incontrò la signora, ma non era più serena. Anzi, era triste, confusa e spaventa. "Che succede?" - chiese il sacerdote "Mio marito è morto. Ora non so cosa fare. Non so se c'è la posso fare senza di lui?" Il sacerdote si commosse, poi con una voce affettuosa disse: "Perché non torni in chiesa per recitare il rosario? So che ti farà  sentire meglio." "Ma con chi potrei recitarlo?" - chiese la signora con voce tremante. "Lo recitero' io con te. E sarà  un piacere!" - disse il sacerdote E così l'anziana signora tornò in chiesa per recitare il rosario insieme al giovane sacerdote, e ricominciò a sentirsi bene. Fai sentire bene gli altri. Falli sentire meglio, non peggio. Aiuta chi ha bisogno. Tratta tutti con bontà , carità  e gentilezza. Quando incontri qualcuno fai in modo che, dopo il congedo, stia meglio di prima. (Don Nikola Vucic)

CAPITOLO VI. - L'ANIMA DI S. APPARE ASSISA IN SENO A DIO


Mentre si dava l'Estrema Unzione alla Madre S. la maggiore, Geltrude recitò per essa 5 Pater, e alla fine, indirizzando la preghiera alla Piaga del costato di Cristo, domandò al Signore di lavare l'anima della morente nell'acqua di quella benedetta sorgente e di adornarle di virtù per i meriti del suo preziosissimo Sangue.

L'anima allora le apparve come una giovinetta coronata di aureola: il Signore la circondava col braccio sinistro e compiva in essa quanto Geltrude aveva chiesto. La Santa però comprese che quella sua consorella doveva vivere ancora, ed espiare con la malattia una colpa commessa contro l'obbedienza, avendo ella comunicato a un'altra inferma più di quanto le era stato permesso.

Infatti ciò avvenne perchè visse ancora cinque mesi, provando talora atroci sofferenze. Tutte poterono constatare che lei espiava così la sua colpa. Però nel giorno di cui parliamo ella mostrò una gioia grandissima, essendo venuto il Signore a visitarla con la sua grazia.

Ella tentò parecchie volte di esprimere il dono fattole da Dio, ma le forze le vennero meno e non potè spiegarsi. Geltrude che ne aveva avuto la conoscenza per rivelazione, era là presente; la malata la chiamò per nome, tese con uno sforzo ambo le mani verso di lei esclamando: « Oh ditelo voi per me, giacchè sapete tutto! ». Geltrude con piacevolezza, cominciò a narrare quanto la malata desìderava. Alcune consorelle presenti cercarono, sotto forma di congettura, di fare qualche aggiunta, ma la morente negava quei detti con energia, affermando invece che Dio le aveva rimesso le colpe, adornandola di virtù.

Dopo cinque mesi, alla vigilia della sua morte, Geltrude vide il Signore assiso, occupato a preparare nel suo seno un soggiorno comodo e gradito per la malata, mostrando grande premura di renderlo dolce e di perfetta nitidezza. La morente pareva essere a sinistra del Salvatore, coricata in letto (come lo era in realtà), ma circondata da una specie di nebbia. Geltrude, favorita da questa visione, chiese « Oh, Signore, un riposo così glorioso non pare adatto per un'anima avvolta da una simile nebbia ». Egli rispose: « Voglio lasciarla là un po' di tempo fino a quando possa presentarsi a me, perfettamente pura.».

La malata passò dunque quel giorno e la notte seguente in agonia. All'indomani Geltrude vide il Signore inchinarsi con bontà verso la morente, che da parte sua, pareva sollevarsi per avvicinarsi a Lui.

La Santa chiese: « Caro Gesù, vieni Tu verso quest'anima desolata come tenerissimo Padre? ». Egli affermò con un lieto cenno di capo. Un momento dopo, quando fu spirata, Geltrude vide ancora l'anima della defunta sotto l'aspetto di una giovane adorna di abiti bianchi e rosa, che volava al posto assegnatole. Il Signore stese il braccio sinistro per riceverla, ed ella parve appoggiarvi la testa in atto di estrema debolezza. A un tratto quel riposo non la soddisfece più, e appoggiandosi al braccio destro del Signore, volle baciare le benedette labbra di Colui che amava. Ma non potendo arrivare fin là, tentò, con un moto rapido, di baciare il sacro petto di Cristo, sul quale si lasciò cadere come estenuata. Quel riposo continuò fino a quando, nella raccomandazione dell'anima, si recitarono le parole: « Tibi supplicatio commendet Ecclesiae . Che la supplica della Chiesa ecc. ». Allora ella attinse a grandi sorsi dal seno di Cristo, ove sono nascosti tutti i tesori della beatitudine, un soavissimo ristoro che la rianimò dolcemente ridandole nuove forze.