CAPITOLO VI. - L'ANIMA DI S. APPARE ASSISA IN SENO A DIO

Mentre si dava l'Estrema Unzione alla Madre S. la maggiore, Geltrude
recitò per essa 5 Pater, e alla fine, indirizzando la preghiera alla
Piaga del costato di Cristo, domandò al Signore di lavare l'anima della
morente nell'acqua di quella benedetta sorgente e di adornarle di virtù
per i meriti del suo preziosissimo Sangue.
L'anima allora le apparve come una giovinetta coronata di aureola: il
Signore la circondava col braccio sinistro e compiva in essa quanto
Geltrude aveva chiesto. La Santa però comprese che quella sua
consorella doveva vivere ancora, ed espiare con la malattia una colpa
commessa contro l'obbedienza, avendo ella comunicato a un'altra inferma
più di quanto le era stato permesso.
Infatti ciò avvenne perchè visse ancora cinque mesi, provando talora
atroci sofferenze. Tutte poterono constatare che lei espiava così la
sua colpa. Però nel giorno di cui parliamo ella mostrò una gioia
grandissima, essendo venuto il Signore a visitarla con la sua grazia.
Ella tentò parecchie volte di esprimere il dono fattole da Dio, ma le
forze le vennero meno e non potè spiegarsi. Geltrude che ne aveva avuto
la conoscenza per rivelazione, era là presente; la malata la chiamò per
nome, tese con uno sforzo ambo le mani verso di lei esclamando: « Oh
ditelo voi per me, giacchè sapete tutto! ». Geltrude con piacevolezza,
cominciò a narrare quanto la malata desìderava. Alcune consorelle
presenti cercarono, sotto forma di congettura, di fare qualche
aggiunta, ma la morente negava quei detti con energia, affermando
invece che Dio le aveva rimesso le colpe, adornandola di virtù.
Dopo cinque mesi, alla vigilia della sua morte, Geltrude vide il
Signore assiso, occupato a preparare nel suo seno un soggiorno comodo e
gradito per la malata, mostrando grande premura di renderlo dolce e di
perfetta nitidezza. La morente pareva essere a sinistra del Salvatore,
coricata in letto (come lo era in realtà), ma circondata da una specie
di nebbia. Geltrude, favorita da questa visione, chiese « Oh, Signore,
un riposo così glorioso non pare adatto per un'anima avvolta da una
simile nebbia ». Egli rispose: « Voglio lasciarla là un po' di tempo
fino a quando possa presentarsi a me, perfettamente pura.».
La malata passò dunque quel giorno e la notte seguente in agonia.
All'indomani Geltrude vide il Signore inchinarsi con bontà verso la
morente, che da parte sua, pareva sollevarsi per avvicinarsi a Lui.
La Santa chiese: « Caro Gesù, vieni Tu verso quest'anima desolata come
tenerissimo Padre? ». Egli affermò con un lieto cenno di capo. Un
momento dopo, quando fu spirata, Geltrude vide ancora l'anima della
defunta sotto l'aspetto di una giovane adorna di abiti bianchi e rosa,
che volava al posto assegnatole. Il Signore stese il braccio sinistro
per riceverla, ed ella parve appoggiarvi la testa in atto di estrema
debolezza. A un tratto quel riposo non la soddisfece più, e
appoggiandosi al braccio destro del Signore, volle baciare le benedette
labbra di Colui che amava. Ma non potendo arrivare fin là, tentò, con
un moto rapido, di baciare il sacro petto di Cristo, sul quale si
lasciò cadere come estenuata. Quel riposo continuò fino a quando, nella
raccomandazione dell'anima, si recitarono le parole: « Tibi supplicatio
commendet Ecclesiae . Che la supplica della Chiesa ecc. ». Allora ella
attinse a grandi sorsi dal seno di Cristo, ove sono nascosti tutti i
tesori della beatitudine, un soavissimo ristoro che la rianimò
dolcemente ridandole nuove forze.