CAPITOLO LIII . - NELLA FESTA DI S MICHELE ARCANGELO E DEL CULTO DEGLI ANGELI

Un giorno, nel quale Geltrude doveva comunicarsi, in vicinanza della
festa di S. Michele, mentre meditava sull'aiuto che la generosità
divina le prodigava per mezzo del ministero angelica, offerse al
Signore il Sacramento vivificante del suo Corpo e del suo Sangue, per
ripagarlo di tanto beneficio. «Amatissimo Gesù, disse la Santa, ti
offro questo ammirabile Sacramento in onore dei Principi della tua
Corte, in accrescimento della loro gioia, gloria, beatitudine». Allora
il Signore, attirando in modo meraviglioso e unendo alla sua Divinità
il Sacramento che Gli era offerto, diffuse sugli spiriti angelici tali
delizie che, se non fossero stati già nella beatitudine, quell'offerta
sarebbe bastata a renderli felici.
I diversi cori degli Angeli vennero successivamente a salutarla con
rispetto, dicendo: « Hai fatto bene a onorarci con questa offerta,
perchè noi vegliamo su di Te con tenerezza affatto speciale ». L'ordine
degli Angeli diceva: « Noi vegliamo con gioia giorno e notte alla tua
custodia, impedendo che tu perda alcuno di quei favori che possono
prepararti convenientemente all'arrivo dello Sposo ». Geltrude
ringraziò Dio e quegli Spiriti eletti: però bramava conoscere, fra gli
Angeli, quello che era preposto alla sua custodia. Or ecco apparirle un
Angelo come, un nobile principe, così sfarzosamente adorno da non poter
essere paragonato a nessuna bellezza terrena. Con un braccio circondava
il Signore, con l'altro stringeva a sè Geltrude. Egli disse: «
Incoraggiato dalla lunga intimità con la quale così sovente ho
inclinato lo Sposo divino verso quest'anima, e sollevato Geltrade fino
a Lui, in un slancio di spirituale letizia, oso avvicinarmi in questo
momento ». La Santa presentò allora all'Angelo le preghierine che aveva
recitato in suo onore. Egli le ricevette con gioia, e le offerse come
magnifiche rose brillanti di freschezza alla SS. Trinità sempre
adorabile.
Vennero poi gli Arcangeli che, salutando l'anima affettuosamente,
dissero: « Noi vogliamo, o Sposa privilegiata di Cristo, svelarti
intimamente e nella misura delle tue possibilità, i misteriosi segreti
di Dio che conosciamo nello specchio della scienza divina, e che sono
più utili alla tua anima ». Le Virtù, alla loro volta, dissero: « Noi
ti serviremo devotamente in tutto ciò che farai per la gloria e la lode
di Colui che è tuo Signore e nostro, con meditazioni, scritti, parole ».
Le Dominazioni aggiunsero: « L'onore del Re ama la giustizia, il cuore
trasportato dalla carità non conosce il freno della ragione: così tutte
le volte che il Re di gloria gusterà le sue delizie riposando
nell'anima tua, e tu ti sentirai portata a Lui dagli slanci dell'amore,
noi tributeremo omaggi alla sua Maestà, affinchè la sua gloria sovrana
non soffra detrimento e non manchi di nessun onore ».
I Potentati affermarono: « Noi ben sappiamo la stretta unione ch'esiste
Tra te e il tuo Diletto: così veglieremo continuamente a respingere gli
ostacoli interni ed esterni che potessero turbare questi dolci
trattenimenti, giacchè tale mistico commercio allieta la Corte celeste
e tutta la Chiesa. Sappi che un'anima amante può ottenere da Dio
maggiori grazie di salvezza per i vivi e per i morti, che migliaia di
altre anime poco ferventi».
Geltrude ringraziò con ardore Dio e gli Spiriti celesti per questi
favori e per molti altri che la debolezza umana non ci permette di
raccontare. Bisogna in tutto abbandonarsi alla divina bontà che sola
conosce ogni cosa con chiarezza perfetta.