Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Il primo è costituito da un gruppo d'anime contemplative le quali, appartate dal mondo, arderanno davanti a Dio come olocausto. Il loro compito è implorare la divina misericordia per il mondo e, in particolare, chiedere il favore di Dio sull'attività  dei sacerdoti. Con la loro vita d'orazione, queste anime prepareranno l'universo all'ultima venuta di Gesù. Il secondo livello è formato da un altro gruppo d'anime, le quali uniscono alla preghiera le varie opere di misericordia. Si uniranno in congregazione religiosa e avranno il compito di difendere le anime dal male, in primo luogo quelle dei fanciulli. L'orazione e le opere di misericordia rappresentano la missione che tocca a queste anime. È lo scopo della loro consacrazione a Dio. Nella congregazione di cui parlo vi sarà  posto anche per persone poverissime e tutte assieme si uniranno a risvegliare, in questo mondo d'egoisti, l'amore per la misericordia di Gesù. Il terzo livello consiste in un gruppo, vasto più dei precedenti, che si propone di pregare e praticare la misericordia, senza il vincolo dei voti religiosi. Le persone che si associeranno in questo modo parteciperanno al merito anche degli altri gruppi, perché fanno parte della stessa opera. A questo vasto movimento d'anime apparterranno le persone laiche senza una distinzione gerarchica tra loro. Si impegneranno, in particolare, a compiere almeno un'opera di misericordia al giorno. Tuttavia, di opere della misericordia se ne possono compiere, volendo, un grande numero e nelle forme più svariate. Anche il più povero e incapace è sempre in grado di attuarne qualcuna in qualche modo. (Santa Faustina Kowalska)

CAPITOLO LII. - DIGNITA' DELLA SANTA CROCE


Nel giorno dell'Esaltazione della santa Croce; mentre Geltrude s'inchinava per onorare il sacro legno, Gesù le disse: «Vedi come onoro questa Croce, eppure non vi fui sospeso che dall'ora di Sesta a quella del Vespro! Capisci da ciò come ricompenserò i cuori nei quali ho riposato anni interi». Rispose la Santa: «Ahimè, Signore, ben poche delizie ti ho procurato nel mio cuore! ». E Gesù: « Provai forse delizie su questo duro legno? Ma io l'onoro perchè nella mia gratuita bontà, l'ho scelto a preferenza di altro: così coloro che dalla stessa mia bontà furono scelti, saranno da me largamente ricompensati».

Mentre assisteva alla S. Messa, il Signore si degnò di istruirla: « Mira, o figlia, quali esempi propongo ai miei eletti, in questi onori resi alla croce: innalzo la croce, la corona di spine, la lancia che servirono per il mio supplizio, a dignità maggiore degli altri oggetti creati che hanno servito per le necessità della mia vita, per esempio dei recipienti nei quali fui lavato durante l'infanzia ecc. Desidero che coloro che amo imitino tale condotta, cioè che, per la mia gloria e per loro personale vantaggio, mostrino un'affezione più grande ai loro nemici che agli amici; ne ritrarranno profitto incomparabilmente maggiore. Se talora poi, essendo offèsi, dimenticano al momento di rendere bene per male, e soltanto più tardi si sforzano di rispondere alle offese coi benefici, non saranno per questo meno graditi al mio sguardo, perché Io stesso ho lasciato per qualche tempo la croce nascosta sotto terra per esaltarla poi in seguito »; ed aggiunse: « Amo tanto la Croce soprattutto perchè fu lo strumento con il quale raggiunsi l'oggetto dei miei più ardenti desideri: la redenzione del genere umano! Così i miei devoti serbano particolare affezione per i luoghi e per i giorni nei quali hanno meritato di ricevere più abbondantemente la mia grazia ».

Siccome Geltrude cercava con gran desiderio di procurarsi qualche reliquia della Santa Croce sì cara a Gesù, bramando di onorarla per attrarre maggiormente la tenerezza del Salvatore, sentì dirsi dal diletto suo Sposo: « Se vuoi avere delle reliquie che possano rivolgere amorosamente il mio Cuore verso coloro che le posseggono, leggi la mia Passione e considera le parole che ho detto con un più grande amore: scrivile, figlia mia, e custodiscile come preziose reliquie. Meditandole spesso meriterai di ricevere le mie grazie più facilmente che se tu possedessi altre reliquie. Anche se la mia ispirazione non t'illuminasse su questo punto, tu potresti con la sola ragione rendertene persuasa; infatti un amico che volesse ricordare all'amico suo l'antica tenerezza gli direbbe: « Ricordati dell'amore grande che mi dimostrasti, quando mi dicevi quelle tali parole »; e non gli ricorderebbe certo nè l'abito che indossava, nè il luogo del suo incontro. Credi dunque che le reliquie più eminenti che di me si possano avere in terra, sono le parole che esprimono la più dolce affezione del mio Cuore».

Geltrude supplicò un giorno il Signore di darle la grazia di compiere il digiuno, che i Religiosi praticano a metà dell'anno. Gesù le rispose con bontà: « Quando un Religioso,. spinto dallo zelo per l'osservanza della Regola, si sottomette volontieri e con amore al digiuno, cercando non la sua, ma la mia gloria, Io, benchè non abbia bisogno alcuno dei vostri doni (Sal. XV) accetto quei digiuni come un re che gradisce l'opera di un suo vassallo, che ogni giorno lo serve a mensa. Forse quel Religioso dovrà in seguito interrompere il digiuno; ma, se, rimpiangendo di non poter perseverare, obbedisce al suo Superiore e con umile buona volontà inalza verso di me l'aníma sua, affermando che, per amor mio avrebbe voluto osservare la Regola, ma obbedisce volontieri in unione alla docilità che mi ha sottomesso agli uomini per la gloria del Padre, gradirò molto il suo modo di agire; proprio come un amico seduto a tavola di un amico, si commuove per i mille riguardi che gli vengono usati ed è contento se chi l'ospita vuol gustare, prima di tutti, i cibi che vengono serviti.

« Se un Religioso nello slancio del suo fervore, digiuna contro il volere del Superiore, e poi ritorna a me pentito col proposito di correggersi, io l'accolgo con la stessa bontà di un re che perdona a un fedele capitano il quale, nella foga del combattimento l'aveva leggermente ferito ».

In quello stesso giorno dell'esaltazione della Santa Croce, Geltrude all'Elevazione del Calice, offerse al Signore le prove della Comunità e ne ricevette questa risposta: «Sì, io berrò questo calice che il vostro amore ha colmato di dolcezza. Ogni volta che voi me l'offrirete, Io lo berrò, fino a quando mi abbiate così inebbriato, da esaudire ogni vostra richiesta ». La Santa chiese: « In che modo possiamo offrirti il Calice? ». Rispose Gesù che ogni anima, confessando la sua miseria, deve presentarlo al Signore in lode eterna; è bene anche che, rimproverandosi di non avere ricevuto Gesù con fervore convenìente, si disponga a sentire volentieri fino alla morte, tutto l'ardore che un cuore umano può provare, bramando il Cibo Eucaristico. In tale modo potrà offrire a Dio un calice, il cui contenuto vincerà in squisitezza il nettare ed il balsamo.

Comprese Geltrude che, quando una persona è impedita di comunicarsi, o di fare altro bene, può supplire, offrendo a Dio questa preghiera: « O torrente che scorri dalla sorgente della vita, pienezza dell'essere! io presento alla tua sete la misera gocciolina della mia indigenza, dolente di dover privarmi del Cibo celeste, interrompendo il fluire della divina grazia! O creatore e Redentore del mio essere, poichè a Te solo è dato, per la tua gloria, compiere le cose impossibili, degnati di mettere in accordo perfetto il mio cuore con le mie parole. Io mi offro volontieri a Te per raccogliere nell'anima mia fino al giorno della morte, i tormentosi desideri che il cuore umano ebbe a sentire per Te dal principio del mondo sino alla fine dei tempi. Te lo domando affìnchè tu possa trovare gradita dimora in me. Ti ripagherò così delle grazie ineffabili che tante volte hai offerto agl'indegni ed agl'ingrati ».