CAPITOLO XLVII. - FESTA DI S. GIACOMO APOSTOLO

Nella festa di S. Giacomo, il Maggiore, il glorioso Apostolo apparve a
Geltrude, adorno di tutti i meriti dei pellegrini ch'erano andati a
venerare le sue reliquie. Geltrude, meravigliata di tanto splendore,
chiese a Gesù perchè mai S. Giacomo avesse tanti privilegi, giacchè
molti popoli accorrevano alla sua tomba, invece di andare a quella dei
grandi Apostoli Pietro e Paolo, o a quella di altri Santi.
Il Salvatore le rispose: « Volli
onorare questo mio diletto Apostolo con un privilegio affatto speciale,
in vista dello zelo ardentissimo ch'ebbe per la salvezza delle anime:
essendo morto in giovane età non ha potuto convertire alla fede molte
anime, come fervidamente desiderava. La sua buona volontà forte,
valida, decisa, sempre unita alla mia, gli ha meritato quello che non
ha potuto compiere quaggiù per la sua morte precoce; cioè la salvezza
di molte anime. Infatti i numerosi pellegrini che affluiscono al suo
sepolcro, attratti dai miracoli che ivi si compiono, confessano i loro
peccati e si ritemprano nella fede ».
Queste parole le fecero desiderare di ricevere ella pure, per i meriti
del grande apostolo, l'assoluzione dei suoi peccati e propose di
supplire al pellegrinaggio con la SS. Comunione ricevuta in suo onore.
Dopo d'avere compiuto questo atto, le parve di essere seduta col
Signore, a una mensa regale, ove erano serviti cibi eccellenti e
sontuosi. Quando ebbe offerto, in lode eterna al Padre, il Corpo di
Gesù per aumentare la gloria di S. Giacomo, l'Apostolo le apparve come
augusto principe, si sedette rispettosamente a tavola di fronte al
Signore e ringraziò la Santa per l'offerta magnifica del Sacramento
vivificante, ricevuto in suo onore. Egli pregò Gesù di produrre
nell'anima di Geltrude, che gli aveva fatto dono così stupendo, frutti
di grazia, quei frutti preziosi che la sua infinita bontà poteva
ritrarre dai meriti del suo Apostolo.