Sotto il Tuo Manto

Sabato, 6 settembre 2025 - San Zaccaria Profeta (Letture di oggi)

« Sia che mangiate o che dormiate fate tutto per la gloria di Dio. » Il Cristo, certamente, non si conces­se sontuosi banchetti durante la sua vita. I suoi geni­tori erano poveri e i poveri non hanno buone cose in tavola. In realtà  si trovò sovente ad affrontare una ve­ra mancanza di cibo, come ci insegnano la moltiplica­zione dei pani e dei pesci e la spigolatura delle spighe di grano mentre camminava tra i campi. La riflessio­ne su questi esempi dovrebbe essere un ricordo salu­tare quando in missione o a casa i nostri pasti sono frugali. Se le portate sono buone, ringraziate Dio; se non lo sono, ringraziatelo ancora di più perché vi ha dato l'occasione di imitare il nostro Salvatore nella sua povertà . Va considerato un difetto parlare del cibo o lamentarsi per ciò che ci è stato servito; l'esse­re occupati in tali pensieri ad ogni modo non è edifi­cante. (Madre Teresa di Calcutta)

DISCORSO 77/C DAL DISCORSO SU MT 16, 24: "SE QUALCUNO VUOL SEGUIRMI, RINNEGHI SE STESSO" [FRAMMENTO]


Necessità della correzione fatta con amore.

Quando uno vede qualcuno che vive male ma per caso dà qualcosa alla chiesa, e non lo corregge, lo fugge nell'animo. Che significa: "fuggire nell'animo"? Aver paura. La paura è una fuga interiore. Perché ha paura? Perché è un mercenario. Ha paura che quel tale se la prenda a male d'essere rimproverato e non dà ciò ch'è solito dare. Vede venire il lupo, cioè il diavolo che spezza il collo di colui che vive male, e fugge nell'animo, cioè si tiene lontano dal fare un utile rimprovero, pieno com'è di paura. Chi invece è pastore e si prende cura delle pecore non lo lascia andare 1, ma fa ciò che dice l'Apostolo: Rimproverate quelli che vivono male, incoraggiate i paurosi, ecc. 2. Un pastore, o uno che si chiama pastore, non deve pensare che sia una cosa santa il fatto ch'egli non rende male per male, dal momento che rende piuttosto male per bene. Quel tale, anche se è un peccatore scellerato, dà alla chiesa qualcosa dei propri beni, l'altro invece gli rende male per bene perché gli sottrae il rimprovero. Poiché dunque tutto ciò deve farsi per amore, mentre invece gli uomini giudicano loro nemici quelli che li rimproverano, perciò, dopo aver detto: Rimproverate quelli che vivono male, soggiunge: Fate coraggio ai paurosi. In effetti uno forse, a motivo della correzione, comincia a scoraggiarsi e si turba; allora è necessario consolarlo. Aiutate i deboli 3, perché a causa della loro debolezza non cadano. Se lo fece vacillare la debolezza, lo accolga nel suo seno la carità. Dopo ciò, alla fine dice: Badate che nessuno renda ad alcuno male per male 4. Il rimprovero dunque non è un male se viene fatto. Ma la buona pecora quando è rimproverata dal proprio sorvegliante che cosa dice? Il giusto mi riprenderà con misericordia 5.

 

1 - Cf. Gv 10, 12-13.

2 - 1 Ts 5, 14.

3 - 1 Ts 5, 14.

4 - 1 Ts 5, 15.

5 - Sal 140, 5.